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venerdì 7 novembre 2025

Vito Mancuso AMARSI

Vito Mancuso
AMARSI


Quando Gesù formulò il comandamento dell’amore per il prossimo, come misura di tale amore pose proprio l’amore verso di sé: "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (Marco 12,31). Il che significa che non si può amare il prossimo se prima non si ama se stessi, e che quindi esiste un più che legittimo amore di sé.

Amare se stessi, se si considera la cosa nella prospettiva più adeguata, è un grande atto di umiltà, di conciliazione con i propri limiti, le proprie paure e le proprie insufficienze. 

E penso che il senso di tutto questo discorso si possa riassumere mediante la distinzione tra amor proprio e amore di sé: laddove l’amor proprio segnala la condizione negativa di chi è preda di un ego ipertrofico, mentre l’amore di sé segnala l’accettazione della propria condizione, amata per quello che è anche nei suoi limiti, ai quali si giunge a sorridere con quella leggerezza dell’autoironia che è una delle proprietà più belle dell’essere umano.
(fonte: bacheca Facebook dell'autore 04/11/2025)