PIETRE VIVE
Il blog di TEMPO PERSO
martedì 16 dicembre 2025
L’esplosione della violenza giovanile si combatte con l’arma della parola di Massimo Recalcati
lunedì 15 dicembre 2025
Un Giubileo che è passato “oltre le grate”
- Giubileo dei Detenuti, Leone XIV: nessuno sia perduto, concedere amnistie o indulto - "Nessun essere umano coincide con ciò che ha fatto." (sintesi/commento, testo e video integrali)
- Giubileo dei Detenuti, Angelus, Leone XIV: Cristo dà voce agli oppressi e vince l'ideologia che rende sordi alla verità (sintesi/commento, testo e video integrali)
Giubileo dei Detenuti, Angelus, Leone XIV: Cristo dà voce agli oppressi e vince l'ideologia che rende sordi alla verità (sintesi/commento, testo e video integrali)
Gli ultimi al centro
Cristo, speranza nell'ora della prova
Appello per la Repubblica Democratica del Congo
Dopo l'Angelus
Giubileo dei Detenuti, Leone XIV: nessuno sia perduto, concedere amnistie o indulto - "Nessun essere umano coincide con ciò che ha fatto." (sintesi/commento, testo e video integrali)
L'ancora della speranza
Condono della pena, amnistia, reinserimento
La misericordia può far sbocciare fiori dal peccato
Dio è Colui che riscatta e libera
"Che tutti siano salvati"
Non siamo soli
domenica 14 dicembre 2025
Preghiera dei Fedeli - Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME) - III DOMENICA DI AVVENTO ANNO A - GAUDETE
R/ Marana tha, vieni Signore Gesù
Lettore
AMEN.
"Un cuore che ascolta - lev shomea" n° 4 - 2025/2026 - III DOMENICA DI AVVENTO anno A
"Un cuore che ascolta - lev shomea"
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
sabato 13 dicembre 2025
BEATO IL CUORE PIENO DI NOMI "Anche il più grande tra i nati di donna dubita ... Dov’è lo scandalo, l’inciampo? Gesù non porta il castigo di Dio, ma la sua misericordia." - III DOMENICA DI AVVENTO ANNO A - Commento al Vangelo a cura di P. Ermes Maria Ronchi
BEATO IL CUORE PIENO DI NOMI
Anche il più grande tra i nati di donna dubita ...
Dov’è lo scandalo, l’inciampo?
Gesù non porta il castigo di Dio, ma la sua misericordia.
13 Dicembre Santa Lucia: Abbiamo tutti bisogno di occhi nuovi
- guardare in alto, non per evadere dal qui e ora della nostra storia ma per non perdere la consapevolezza della nostra meta. Attraverso la contemplazione di ciò che ci attende, comprendiamo meglio il senso e il compito del nostro essere al mondo;
- guardare dentro di sé per riconoscere che Dio ha scelto di porre la sua dimora in noi. “Non uscire fuori di te, rientra in te stesso: nel cuore dell’uomo abita la Verità” (S. Agostino);
- guardare attorno a sé per uscire da quella spirale di egoismo che ci impedisce di guardare gli altri con occhi benevoli e diventare, così, strumenti di comunione;
- guardare indietro, leggere la propria storia nel segno di una benedizione e intravedere i tanti segni di un amore che sempre ha accompagnato e custodito i nostri passi;
- guardare avanti, riconoscendo che l’ultima parola non spetta a noi e neppure a ciò che di lieto o triste possiamo vivere in questo frangente. L’ultima parola spetta a Dio.
ALBERTO NEGLIA: La fede nel vissuto quotidiano di S. Teresa di Lisieux (VIDEO)
Teresa nasce ad
Alençon il 2 gennaio del 1873,
da Luigi
Martin
e da Zélie
Guerin. I coniugi
Martin
ebbero
nove
figli:
Maria, Paolina,
Leonia,
Celina, Teresa;
e
altri
quattro
figli,
due
femmine
e
due
maschi che
morirono
in tenera
età.
«Tutto mi
sorrideva
sulla terra,
trovavo fiori sotto ogni passo e
anche il mio carattere
felice
contribuiva
a
rendermi
piacevole
la
vita»[1].
Anche se coccolata,
molte
volte il
suo
carattere sarà messo a dura prova dalla morte della
mamma
avvenuta
il
28 agosto
1877. Teresa,
anche se
piccola,
è
toccata da
questo distacco
affettivo. Lei stessa riconosce: «A
partire dalla morte
della Mamma il mio
carattere felice cambiò completamente;
io così vivace,
così espansiva, diventai
timida e dolce, sensibile all'eccesso»
(Ms A 45).
L'ambiente familiare era molto sereno,
cattolico
praticante,
in famiglia viene educata all’esperienza di fede. Per cui in lei matura il
desiderio di unirsi a Dio nella fede e in un rapporto d’amore, questo suo
desiderio lo esprimerà continuamente nei suoi scritti.
e) Si fa loro “compagna” e mangia il pane della prova
Teresa vive questa
“notte” come condivisione di vita con Gesù e con gli increduli. Visto che gli
increduli esistono, Teresa si fa loro “compagna”. Lei vuole mangiare alla loro
tavola. Da quando conosce l'esistenza degli increduli, Teresa li guarda, non
dall'alto, come la maggior parte delle sue consorelle che si facevano vittime
per i peccatori e diventavano così come delle madri, che li partorivano alla
vita della fede: Teresa li guarda come fratelli e si preoccupa soltanto di sedere
alla loro stessa “tavola”: «Signore, la tua figlia l’ha capita la tua luce
divina! Ti chiede perdono per i suoi fratelli. Accetta di mangiare per quanto
tempo vorrai il pane del dolore» (Ms C 277). La sua preoccupazione è di restare
con quelli che mangiano il pane dell'incredulità: «non vuole alzarsi da quella
tavola piena di amarezza» (Ms C 277); è pronta a restarvi per ultima finché
«tutti coloro che non sono illuminati dalla fiaccola luminosa della Fede la
vedono finalmente brillare» (Ms C 277), Teresa dice: «Accetto di mangiarvi da
sola il pane della prova fino a quando ti piaccia di introdurmi nel tuo regno
luminoso. La sola grazia che ti domando è di non offenderti mai!» (Ms C 277).
E da sola – in sorprendente somiglianza con l'Amato! che si ritrova come
"fallito" in croce – Teresa, come aveva sperato, si ritrova a
misurarsi con la morte "a mani vuote", come "fallita" anche
lei nel suo desiderio che “tutti quelli che non sono rischiarati dalla fiaccola
luminosa della fede la vedano infine brillare”
La vita di Teresa,
come quella dell'amato, è vita sprecata, come lei stessa canta, il 19 maggio
1897, in una poesia:
«Nel
suo fulgor la rosa fa bella la festa
Bambino
amabile
Ma
la rosa sfogliata la si getta al
vento
semplicemente;
Una
rosa sfogliata si dona incurante
per non più
esistere
Come
questa, con gioia io a te m’abbandono,
Gesù
piccino» (P 51,3).
Teresa, rosa sfogliata, con la sua esperienza di
radicale povertà, ricorda a tutti noi, ammalati di protagonismo gratificante,
rinchiusi nello spazio dell'"io", che l'incontro con Dio, qui sulla
terra, non si esaurisce nella cultura del "sentire", ma si esprime in
un itinerario di fede che chiede un consenso maturo a tutto il vissuto
dell'Amato e alla storia dei fratelli, soprattutto dei fratelli dal volto
"sfigurato". Teresa, con il suo vissuto, è memoria che indica alla
chiesa un modo nuovo di essere presente al mondo dell'incredulità, non più con
il proselitismo e la lotta, ma con la comunità d'esistenza, con amore,
tenerezza e umiltà.
[1] S. Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, Opere Complete, Libreria Editrice Vaticana-Edizioni OCD, Città del Vaticano-Roma 1997, Ms A 41. D’ora in poi citerò, all’interno del testo, con queste abbreviazioni: Manoscritti A, B, C = Ms, segue il numero al margine della pagina; Lettere = L; Poesie = P; Preghiere = Pre.
Guarda anche i post già pubblicati:
- FELICE SCALIA: Noi crediamo nello Spirito Santo, che “spinge” la storia e parla per mezzo dei profeti (VIDEO)
- ALBERTO NEGLIA: Noi crediamo in Gesù Figlio di Dio origine e compimento della fede (VIDEO)
- GREGORIO BATTAGLIA: Noi crediamo in un solo Dio Padre e Madre (VIDEO)
- VITTORIO ROCCA: La fede come risposta all’iniziativa di Dio Trinità nella storia umana (VIDEO)
- il calendario completo degli incontri

.jpeg)





