IN UNA PROSPETTIVA DI FEDE"
del Card. Dionigi Tettamanzi
L'intervento al Congresso internazionale teologico pastorale di Milano
Introduzione
Inizio questa relazione su “La famiglia e il lavoro oggi in una prospettiva di fede” raccogliendo l’invito della Lettera agli Ebrei: “Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,1-2). I nostri occhi, dunque, siano fissi sul volto di Cristo: sul volto di lui come “figlio del falegname” di Nazareth, di lui che – dice il Concilio Vaticano II - “ha lavorato con mani d’uomo” (Gaudium et spes, 22).
Vogliamo così riscoprire la dimensione familiare del lavoro umano, grati al Santo Padre che con questo Incontro Mondiale delle Famiglie ha posto esplicitamente alla nostra attenzione il soggetto famiglia in stretta relazione con il lavoro e la festa. E questo volutamente, in un contesto in cui non è abituale mettere a tema il rapporto tra la famiglia e il lavoro, mentre è diffusa la considerazione del rapporto tra la persona soltanto e il suo lavoro, in seguito alla cultura post-moderna con il suo accento sull’individuo, sulla persona spogliata delle sue relazioni, come se non esistessero o fossero realtà irrilevante.
L’esperienza però ci dice che tutti noi siamo frutto di molteplici relazioni, da quella che ci ha generato a quelle che ci hanno fatto crescere. Di più: il nostro relazionarci nasce dal fatto che siamo stati creati per amare, non per vivere da esseri chiusi in se stessi! Anche il nostro lavorare, allora, e il nostro riposare entrano nella dinamica di una relazionalità di amore! Anche la società e la sua crescita umana sono legate sì al lavoro, ma anzitutto all’amore e all’amore familiare, quello che unisce per sempre un uomo e una donna in modo esclusivo, fecondo, fedele, e che trova nel Signore la sua sorgente, il suo sostegno! Siamo stati creati da Dio, che è Trinità d’amore! ...
Vogliamo così riscoprire la dimensione familiare del lavoro umano, grati al Santo Padre che con questo Incontro Mondiale delle Famiglie ha posto esplicitamente alla nostra attenzione il soggetto famiglia in stretta relazione con il lavoro e la festa. E questo volutamente, in un contesto in cui non è abituale mettere a tema il rapporto tra la famiglia e il lavoro, mentre è diffusa la considerazione del rapporto tra la persona soltanto e il suo lavoro, in seguito alla cultura post-moderna con il suo accento sull’individuo, sulla persona spogliata delle sue relazioni, come se non esistessero o fossero realtà irrilevante.
L’esperienza però ci dice che tutti noi siamo frutto di molteplici relazioni, da quella che ci ha generato a quelle che ci hanno fatto crescere. Di più: il nostro relazionarci nasce dal fatto che siamo stati creati per amare, non per vivere da esseri chiusi in se stessi! Anche il nostro lavorare, allora, e il nostro riposare entrano nella dinamica di una relazionalità di amore! Anche la società e la sua crescita umana sono legate sì al lavoro, ma anzitutto all’amore e all’amore familiare, quello che unisce per sempre un uomo e una donna in modo esclusivo, fecondo, fedele, e che trova nel Signore la sua sorgente, il suo sostegno! Siamo stati creati da Dio, che è Trinità d’amore! ...