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martedì 31 gennaio 2012

"Spezzare le catene - La battaglia per la dignità delle donne" di suor Eugenia Bonetti e Anna Pozzi

Spezzare le catene. Quante volte l'ho ripetuto! Spezzare le catene che tengono schiave tante immigrate, trafficate e sfruttate, ma anche tante donne italiane, impegnate a lottare per riappropriarsi del proprio ruolo e della propria dignità e femminilità. Spezzare le catene di modelli mercantili che mercificano il corpo della donna e la riduco a un oggetto usa e getta. Spezzare le catene per ridonare alla famiglia, alla società e alla Chiesa la bellezza e la ricchezza del nostro “genio femminile”. 
Leggi tutto: Schiave di oggi, spezziamo le catene

Leggi la scheda del libro Spezzare le catene. La battaglia per la dignità delle donne di suor Eugenia Bonetti e Anna Pozzi


Omelia di P. Gregorio Battaglia

Omelia di P. Gregorio Battaglia
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
IV domenica del Tempo Ordinario anno B - 29.1.2012

... Credo che per noi sia consolante sapere che il Signore Dio è impegnato a suscitare sempre lungo la storia persone che siano capaci di donarci la Sua Parola, abbiamo fame di questa Parola e abbiamo bisogno che qualcuno ce la porti. E' logico che un profeta è tale se è capace di ascoltare. Un vero profeta non è quello che sa predire il futuro, il vero profeta è quello che sa mettersi in ascolto della Parla del Signore e quella Parola la sa portare a tutti i fratelli, anche se proclamare quella Parola diventa per lui non solo una grande fatica, ma motivo di incomprensione, motivo anche di dileggio o addirittura di persecuzione...


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"Equità e convivenza" di Enzo Bianchi

Dopo un ventennio in cui è stata bandita quasi fosse un’istanza utopica se non un intralcio all'opulenza oggi, sopraggiunta la crisi con un significativo aumento delle sue vittime, si invoca l’equità e se ne afferma la necessità, ci si appella alla giustizia e all'uguaglianza, salvo ribellarvisi quando queste chiedono sacrifici a tutti e non solo “agli altri”. Ci rendiamo conto della barbarie che abbiamo voluto accogliere, dello scadimento cui abbiamo abbandonato tanti valori necessari alla semplice convivenza civile?
Nel leggere che in Italia il 10% delle famiglie più ricche possiede il 45,9% della ricchezza e che i poveri costituiscono ormai il 14,4% della popolazione mi viene spontaneo riandare alla descrizione della prima comunità cristiana di Gerusalemme: “Nessuno tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l’importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno”. Descrizione ormai vecchia di duemila anni, tesa a tratteggiare a posteriori un ideale non sempre collimante con la realtà: solo pochi versetti dopo, lo stesso libro degli Atti degli apostoli ci narra infatti della prima dichiarazione mendace dei redditi, con tragiche conseguenze per i due coniugi “contribuenti” disonesti...
Leggi tutto: Equità e convivenza di Enzo Bianchi


lunedì 30 gennaio 2012

Per ricordare il Mahatma Gandhi...

Nuova Delhi, 30 gennaio 1948, presso la Birla House, mentre si recava nel giardino per la tradizionale preghiera ecumenica, Mohandas Karamchand Gandhi, detto il Mahatma veniva assassinato da Nathuram Godse, un fanatico indù radicale. L’assassino riteneva Gandhi responsabile delle concessioni al nuovo governo del Pakistan e alle fazioni musulmane.
Fondamentale guida spirituale per il suo paese, è conosciuto principalmente col nome di mahatma (grande anima), appellativo conferitogli dal poeta Rabindranath Tagore, anche se molti in India lo chiamavano Bapu, che in hindi significa “padre”. 
Leggi tutto: Mahatma Gandhi e la non violenza. Vita, battaglie e parole della “grande anima”

Sessantaquattro anni dopo la sua morte, il Mahatma Gandhi vince il Guinness dei primati: quasi 500 bambini poveri si sono infatti radunati a Calcutta travestiti con tunica, baffetti e occhialini per imitare la loro guida spirituale. 
Guarda le foto del corteo dei piccoli Gandhi

Un esempio della saggezza del Mahatma Gandhi... leggete e ascoltate



Lettere al cardinal Martini: "L'uomo è più grande dei suoi peccati" di Carlo Maria Martini


... Non sono mai stato personalmente in un ospedale psichiatrico giudiziario, perché nella diocesi di Milano c'erano 
solo i penitenziari. La descrizione che Lei ne fa nella sua lettera mi ha colpito molto. Mi sembrano scene viste nei lager della Seconda guerra mondiale e mi sembra impossibile che esistano ancora oggi luoghi tanto terribili. Ma se ci sono è evidente che esistono ancora uomini e donne che non sono considerati tali. I cui delitti sono considerati più grandi della loro stessa dignità umana...

Leggi tutto: L'uomo è più grande dei suoi peccati (pdf) di Carlo Maria Martini

Guarda anche il nostro precedente post:

OPG possibile la chiusura?




I giovani, la crisi e il lavoro... che non c'è

La vera emergenza europea non è lo spread, ma il lavoro. Nel vecchio continente sono oltre cinque milioni i giovani disoccupati sotto i venticinque anni. A darne notizia è l’Eurostat, che sottolinea come il tasso di disoccupazione in Europa a novembre 2011 abbia toccato il 22,3 per cento. Cifre record, sotto le quali si legge in filigrana la realtà di una generazione al palo.
Leggi tutto: La vera emergenza non è lo spread

Radiografia dei ragazzi alle prese con percorsi di formazione lunghi e difficoltà di trovare lavoro in una società che sembra non volerli lasciar crescere. 
Non il calciatore, né il medico o l’astronauta. In tempo di crisi anche i sogni fanno i conti con la dura realtà. E così nei desiderata dei giovani italiani il lavoro – generico, anche a tempo determinato – è il primo oggetto del desiderio. Non potrebbe essere altrimenti, in un Paese dove, secondo l’Istat, un giovane su tre (29,2 per cento) è disoccupato. 
Leggi tutto l'interessante dossier del "Messaggero di Sant'Antonio":  Giovani in tempo di crisi di Vittoria Prisciandaro


domenica 29 gennaio 2012

Preghiera dei Fedeli - Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME) - IV domenica del Tempo Ordinario anno B


Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)






Preghiera dei Fedeli
IV Domenica del Tempo Ordinario anno B
29 gennaio 2012

"Fratel Francesco sorella Chiara" di Enzo Bianchi recensione del libro "Storia di Chiara e Francesco" di Chiara Frugoni

Che Francesco e Chiara d'Assisi siano stati personaggi capaci di affascinare tantissimi loro contemporanei e di ricondurli alle esigenze radicali del Vangelo è un dato storico innegabile. Che questo fascino si sia dilatato nel corso dei secoli al di là di ogni barriera confessionale, magari smarrendo a volte il significato più profondo del messaggio di quei due giovani cristiani assisani, è altrettanto certo. Che anche in tempi recenti alcuni elementi della loro vita e predicazione abbiano ispirato - più o meno debitamente - movimenti ecologisti e pacifisti di ogni colore è difficilmente negabile. Quello che può sorprendere è che questo fascino evangelico non cessi di fluire genuino ogniqualvolta si ritorna alla vita concreta di Chiara e Francesco, al loro modo di guardare il mondo e di operare perché cambi sulle tracce di Cristo...
Leggi tutto: "Fratel Francesco sorella Chiara" di Enzo Bianchi (pdf)

Quella di Chiara e Francesco è la storia di due giovani che, volgendo lo sguardo al mondo che li circondava, decisero di cambiarlo. Lo fecero dedicandosi agli ultimi: perché nel volto degli ultimi videro il volto di Dio.
Leggi la scheda del libro "Storia di Chiara e Francesco" di Chiara Frugoni

Leggi un estratto (capitolo I: Francesco e Chiara in famiglia) (pdf)


sabato 28 gennaio 2012

Lectio del Vangelo della domenica a cura di fr. Egidio Palumbo

Lectio del Vangelo della domenica
a cura di fr. Egidio Palumbo
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
IV domenica T.O./B - 29.01.2012

Dopo la chiamata dei primi quattro discepoli a seguire Gesù per diventare “pescatori di uomini”, la pagina del vangelo di questa domenica si sofferma sull'episodio che è narrato subito dopo: nella sinagoga di Cafarnao Gesù, in giorno di sabato, insegna e libera un uomo dominato dall'alienazione (Mc 1,21-28). 
Gesù comincia lui per primo a fare il “pescatore di uomini”. Il suo insegnamento suscita stupore (Mc 1,22), perché dice cose sconvolgenti e destrutturanti, e suoi interlocutori – rappresentati dall'uomo dominato dall’alienazione (Mc 1,23-24) – si sentono messi in discussione, in crisi, abbattuti. E anche il gesto di liberazione dell’uomo alienato, interpretato come insegnamento, desta negli astanti timore e meraviglia (Mc 1,27). 
Va subito notato, che qui non si tratta soltanto della sinagoga giudaica ma anche della chiesa cristiana. L’evangelista Marco scrive per i cristiani, per cui ciò che avviene nella sinagoga di Cafarnao ci riguarda da vicino come comunità cristiana, che ogni domenica (“il primo giorno dopo il sabato”) è convocata e radunata (verbo affine a “sinagoga”) da Dio, affinché, ascoltando la sua Parola e assimilando il corpo del suo Figlio Gesù, diventiamo in Lui tutti “un solo corpo”, cresciamo sempre di più nella comunione con Lui e con i fratelli nella fede e in umanità. 
La domanda che ci si pone, allora, è questa: perché questo stupore e abbattimento? Perché questo timore e meraviglia nella sinagoga-chiesa?...


Cittadinanza ai figli di immigrati?

Quei bambini venuti a nascere in Italia, sanno di essere nati in un Paese libero, come uomini finalmente liberi. Ma sanno che non saranno cittadini, non diventeranno italiani. Studieranno la nostra storia, l'epopea del Risorgimento, le radici di Roma e dei Cesari, la Costituzione repubblicana, parleranno la nostra lingua con gli accenti dei nostri dialetti, lavoreranno nelle fabbriche e negli uffici, sposeranno magari italiani e italiane. Ma resteranno stranieri, qualunque cosa facciano anno dopo anno, comunque la facciano, soltanto perché sono figli di stranieri...

... E vengo alla mia idea. Da sempre il diritto di cittadinanza è fondato sui due principi del ius soli (diventi cittadino di dove nasci) oppure del ius sanguinis (mantieni la cittadinanza dei tuoi genitori). Vorrei proporre un terzo principio: la concessione della residenza permanente trasferibile ai figli, ma pur sempre revocabile...

"Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, una assurdità". Era mercoledì 26 novembre e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, pronunciava queste parole in una sala del Quirinale, davanti ad una delegazione della Federazione delle chiese evangeliche. E' stato quello il momento di sintesi più alto di un dibattito ormai lungo, richiamato recentemente anche nelle prime dichiarazioni dall'attuale ministro per la Cooperazione e l'Integrazione, Andrea Riccardi...



Nella prolusione pronunciata in apertura dei lavori al Consiglio permanente della Cei il cardinale Angelo Bagnasco, parlando della necessità di politiche in favore della famiglia, ha accennato allo status dei bambini, figli di immigrati, che sono nati nel nostro Paese... «A proposito di solitudine – ha aggiunto – non possiamo pensare solo alla compagnia che deriva dal nucleo familiare, ma anche a quella espressa da un popolo. Emerge così il problema anche dello status dei bambini di immigrati che vedono la luce nel nostro Paese, e che frequentano la scuola fianco a fianco dei nostri bambini, avviati insieme nell’unico sentiero della vita»...

La necessità di riconoscere il diritto di cittadinanza a persone che da anni vivono e lavorano regolarmente nel nostro Paese - per non parlare dei loro figli, che in Italia sono nati e cresciuti, proprio come noi - dovrebbe essere scontata. Non è scontato però che nel nostro Paese la questione torni a porsi proprio nel pieno della crisi economica, mentre più forte si fa sentire tra i cittadini il peso della convivenza comune e delle comuni responsabilità. Non era scontato, ma è indicativo, che sia stato Beppe Grillo a risollevare in questo momento la questione, naturalmente per stroncare la proposta, avanzata da un comitato composto da una larga rete di organizzazioni sociali (dalla Cgil alla Caritas, dalle Acli all’Arci) e presieduto dal sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio.

Attestato ai 4.536 bambini nati negli ultimi dieci anni in provincia. In regalo una bandiera tricolore, una copia della Costituzione e una maglia della Nazionale. Napolitano: "Un esempio da imitare"

"Il decalogo del giornalista" di Bruno Forte

Cari Giornalisti e Operatori dei “media”,
la memoria liturgica di san Francesco di Sales – Vostro celeste patrono – è l’occasione per rivolgermi a Voi con rispetto e amicizia, esprimendoVi la vicinanza della mia preghiera e del mio cuore, e proponendoVi questo decalogo essenziale:

1. Abbi consapevolezza della dignità del compito che Ti è affidato e delle responsabilità etiche connesse al servizio dell’informazione.
2. Segui sempre la voce della coscienza, cercando di piacere a Dio in ogni situazione.
3. Abbi fiducia nella forza della verità, cui obbedire anche quando dovessi pagare di persona.
4. Costruisci il Tuo servizio sull’ascolto dei fatti, informandoTi e informando rigorosamente su come stanno le cose. 
5. Promuovi la partecipazione consapevole di tutti alla vita civile, culturale e politica.
6. Alimenta in Te e nel prossimo il desiderio di contribuire al bene comune.
7. Non dimenticare mai i poveri e i deboli, prestando loro prioritaria attenzione e dando voce a chi non ha voce.
8. Sii ponte di dialogo, testimone e operatore di giustizia e libertà nel rapporto con la classe politica e le istituzioni, stimolandole a servire la gente e non a servirsene.
9. Guarda alla Chiesa come a una comunità amica, anche quando richiama il mondo dell’informazione 
a rifuggire dalla superficialità e dal cedimento ai gusti delle mode.
10. Considera vera ricompensa la consapevolezza di aver svolto un servizio per cui valga la pena di giocare la vita e non lasciarTi mai sedurre dal carrierismo, dalle lusinghe e dai compromessi morali.
Il Signore che scruta i cuori Ti ricompensi per il bene che potrai fare agendo così!
+ Bruno Forte
Arcivescovo di Chieti-Vasto
24 Gennaio 2012, Memoria di San Francesco di Sales


venerdì 27 gennaio 2012

Monsignor Luciano Monari, vescovo di Brescia, invita a impegno, responsabilità e credibilità

In tempi di penuria di guide, di maestri di vita, di autorità morali, in tanti — non solo cattolici — guardano a lui. All'inquilino del primo piano di piazzetta Vescovado. Al biblista di scuola martiniana giunto a Brescia il 14 ottobre del 2007 e impostosi per la cultura vasta, l'intelligenza acuta, la misura e la nettezza delle prese di posizione su temi spinosi. Monsignor Luciano Monari, che compirà 70 anni il prossimo 28 marzo, non si sottrae a questo ruolo. Senza protagonismo. Senza rinunciare a uno sguardo paterno ma critico sulla "sua" Chiesa. E sulla terra che l'ha adottato, e che lui ha adottato, da quasi cinque anni.

La fede cristiana ai tempi della crisi implica un forte senso di responsabilità individuale e comunitaria. Responsabilità significa «tenere conto degli effetti che le nostre azioni hanno su tutti e sul bene degli altri: non essere individualisti, non essere narcisisti, camminare verso un rapporto di fraternità, costruire legami di fedeltà».
Così il vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari, in una intervista pubblicata ieri sulle pagine bresciane del Corriere. Quasi un manifesto tracciato dal vescovo di origini modenesi (è nato a Sassuolo 69 anni fa), biblista allievo del cardinal Martini, che da quattro anni guida la diocesi che ha dato i natali a Paolo VI: un vivaio del cattolicesimo liberale e democratico, un possibile snodo del nuovo protagonismo dei cattolici nella vita pubblica italiana.

Intelligenza, autocritica e responsabilità. Per il vescovo monsignor Luciano Monari, che ieri ha incontrato i giornalisti nella ricorrenza del patrono San Francesco di Sales dopo aver celebrato la tradizionale messa nella chiesa del centro pastorale Paolo VI, sono questi gli ingredienti di una comunicazione credibile e fondata sulla verità. 



27 gennaio: la Giornata della memoria per non dimenticare... riflessioni

... I negazionisti dell'Olocausto, a cominciare dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, sono sempre in agguato, e il pericolo più grande è che, dopo la scomparsa degli ultimi sopravvissuti-testimoni, si faccia strada un oblio generalizzato, magari lasciando spazio a teorie infamanti, alimentate da una diffusa (e da alcuni voluta) ignoranza. Con l'obiettivo di cancellare una delle pagine più terribili della storia dell'umanità: l'annientamento di sei milioni di ebrei. Colpevoli di un solo crimine: appunto, di essere ebrei. Per aiutare i giovani a conoscere, e quelli meno giovani a non dimenticare quanto accadde meno di 70 anni fa in un grande Paese europeo, anche noi abbiamo deciso di offrire un contributo, ripercorrendo il sentiero della sofferenza e della morte, con il fondamentale aiuto di un gruppo di sopravvissuti (Guarda il docu-web). Per dare un titolo al nostro lavoro, abbiamo preso a prestito da Goti Bauer, una eroica e generosa donna uscita viva dal campo di sterminio di Auschwitz, una frase laconica e tragicamente vera: «Salvi per caso». È proprio così. I pochissimi che sono tornati alla vita, dopo aver attraversato l'intero tunnel dell'orrore e della bestialità umana, ce l'hanno fatta soltanto grazie ad alcune fortuite circostanze...

... Invece, la moltiplicazione del ricordo, l’inevitabile ritualismo che si porta con sé la puntuale commemorazione, hanno portato a quella memoria una pubblicità a doppio senso. Da una parte, certo, il rispetto. Dall’altra la banalizzazione e, senza soluzione di continuità, l’abuso. I simboli si sono svuotati, il ricordo è diventato cerimonia, la parola non può mancare e così, ogni anno, gli editori si sentono irresponsabili se non pescano l’ultimo sopravvissuto, le lettere rimaste nel cassetto, la storia ancora da raccontare. Un po’ come le strenne per Natale. Il cinema, idem. Scuole ed enti pubblici s’ingegnano per non ripetersi con i loro «eventi». L’evento, comunque, è indispensabile. È inevitabile, tutto questo?...
Leggi tutto: Auschwitz l'antidoto è il silenzio

Sacralizzazione dello sterminio, abusi e sfruttamento della memoria: così sono andate moltiplicandosi negli ultimi anni le critiche alla celebrazione del 27 gennaio... 
Non è un caso che i negazionisti traggano profitto da una politica nazionalistica che parla di «espulsioni» e «rimpatri», che ha il gusto per il marchio e lo statuto speciale, che punta l’indice contro l’immigrato, il clandestino, lo straniero. Come ha detto più volte Emmanuel Lévinas, l’antisemitismo è l’archetipo di ogni internamento.
Leggi tutto: La memoria è vita

... fare della nostra scuola ancor più compiutamente "una scuola di memoria". Questo impegno rappresenta il miglior antidoto a quei rigurgiti di negazionismo e antisemitismo, di intolleranza e di violenza che il ministro ha denunciato come fenomeni, per quanto marginali, da stroncare sul nascere... Quando ho giurato da Presidente, l'ho fatto sapendo che il mio dovere e il mio sentimento mi conducevano a riflessioni, prese di posizione e sollecitazioni motivate e inequivoche contro l'antisemitismo in ogni suo travestimento, contro il razzismo, contro ogni violazione del principio di pari dignità ed eguaglianza davanti alla legge.
Leggi il testo integrale dell'intervento del Presidente Napolitano


27 gennaio: la Giornata della memoria per non dimenticare... MAI...

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertold Brecht)




27 gennaio 2012: la Giornata della memoria per non dimenticare... Porrajmos: l'olocausto degli zingari

Il 27 gennaio, come ogni anno, si celebra la Giornata della memoria. E’ la memoria dello sterminio di un popolo, di una minoranza, i rom, voluto da un regime razzista e persecutorio. E’ la memoria di una guerra che è stata accompagnata anche dalla volontà di uno sterminio di popoli ‘differenti’. E’ la memoria di come l’irrazionalità unita all’odio genera mostri. E’ una Giornata per non dimenticare, ma anche per educare.

Tutti conoscono la parola Shoah, nessuno Porrajmos, il divoramento. Lo sterminio degli zingari non ha ancora avuto il giusto riconoscimento nell’Europa che lo ha prodotto. Nel Rapporto conclusivo dell’indagine sulla condizione di rom, sinti e caminanti in Italia, elaborato nel febbraio 2011 dalla commissione straordinaria del Senato per la tutela e la promozione dei diritti umani si dice «Abbiamo il dovere di compiere un atto di riparazione inserendo il genocidio dei Rom tra quelli che vengono ricordati ogni anno il 27 gennaio nel Giorno della Memoria». Il Porrajmos fu uno sterminio «che al pari – dice il Rapporto – di quello degli ebrei fu condotto con scientificità e meticolosità in tutti i paesi occupati dai nazisti. Alla base vi era la considerazione che i Rom fossero una razza inferiore.

Breve video realizzato a scopo didattico sul Porrajmos, la soluzione finale voluta dal nazifascimo per Rom e Sinti. Il video, dopo le immagini shoccanti dello sterminio, conclude con una panoramica sulla situazione di Rom e Sinti in Italia lanciando un messaggio di speranza e condivisione contro ogni discriminazione.
Porrajmos


Per approfondire:


27 gennaio 2012: la Giornata della memoria per non dimenticare...

Il 27 gennaio 2012, nel sessantasettesimo anniversario dall'apertura dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, celebriamo per la dodicesima volta in Italia il Giorno della Memoria. 
Una data che viene ricordata contemporaneamente in molti Paesi europei, e che è divenuta, in questi anni, importante e molto sentita dalla popolazione e dalle istituzioni.

In quale modo la consapevolezza della Shoah e il rifiuto delle ideologie nazista e fascista hanno influito, nel dopoguerra, sulla formazione dell’identità collettiva delle società europee?
È stato questo il tema della tavola rotonda dal titolo “La Shoah e l’identità europea”, tenutasi ieri a Roma, 24 gennaio, nell’ambito delle iniziative per la ‘Giornata della memoria’ del 27 gennaio.

Tavola rotonda “La Shoah e l’identità europea”


Ogni anno si rinnova il ricordo della Shoah. Nel tempo quasi tutti i protagonisti diretti di quella tragedia sono scomparsi. Le loro parole restano nei libri e il testimone sta passando ai figli e ai nipoti. L'importante è ricordare. Ecco alcuni libri che aiutano a farlo e l'intervista a Marco Baliani, lettore de Il giardino dei Finzi-Contini.

Vedi anche il nostro precedente post:

27 gennaio 2012: la Giornata della memoria per non dimenticare... - segnalazioni -




giovedì 26 gennaio 2012

Decreto sulle liberalizzazioni e gestione del servizio idrico - Intervista a padre Alex Zanotelli

Il Forum Italiano dei movimenti per l'acqua si è mobilitato temendo che nel decreto sulle liberalizzazione, approvato dal governo Monti, venissero inserite norme riguardanti l'acqua. Di questo e delle proteste che si estendono dal nord al sud del nostro paese Elena Scotoni ne ha parlato con padre Alex Zanotelli, tra i più attivi nella battaglia sul referendum per l'acqua pubblica
Intervista a padre Alex Zanotelli


Era il 13 giugno, esattamente 7 mesi fa, quando 26 milioni di italiani/e sancivano l’acqua bene comune: ”Ubriachi eravamo di gioia… le spalle cariche dei propri covoni!" (Salmo, 126).
E oggi, 13 gennaio ritorniamo a “seminare nel pianto...” (Salmo, 126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre...
In piedi, popolo dell’acqua!
Ce l’abbiamo fatta con il referendum, ce la faremo anche adesso!
"E di nuovo la nostra bocca esploderà di gioia" (Salmo,126)
Alex Zanotelli 

Comunicato stampa
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
La mobilitazione paga: il popolo dell'acqua ha costretto il Governo a ritirare il provvedimento che vietava la gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali.
È una vittoria dei cittadini e dei comitati che in tutto il paese hanno fatto sentire forte la loro voce in difesa del voto referendario.

Guarda anche il nostro precedente post:

27 gennaio 2012: la Giornata della memoria per non dimenticare... - segnalazioni -

Segnaliamo il palinsesto tv e radio Rai del 27 gennaio dedicato alla ricorrenza de Il giorno della Memoria. 

Nel "prezioso"( per l'ampia documentazione fornita) sito LAGER si può vedere  la mappa delle iniziative in Italia (cliccando sulla regione si possono visionare le manifestazioni)

On line dal 27 gennaio 2012: "I NOMI DELLA SHOAH ITALIANA. Memoriale delle vittime della persecuzione antiebraica 1943-1945."
Un nuovo sito web della Fondazione Cdec: www.nomidellashoah.it. Il sito ha la funzione di monumento/memoriale delle vittime, di strumento per la ricerca dei loro nomi, di conoscenza e memoria della Shoah.


"Ciò che più ci manca" di Marina Corradi - riflessioni sul Messaggio di Benedetto XVI per la 46a Giornata delle comunicazioni sociali "Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione"

Oltre il frastuono "informativo" 
Un mese fa in un monastero benedettino, nel gran silenzio della clausura, avevamo chiesto alla madre badessa cosa arriva, lì dentro, delle voci e delle paure di noi che stiamo fuori. Ho l’impressione, aveva risposto la monaca, che arrivi tutto, perfino ciò che non viene detto: «In questo silenzio si sente anche ciò che non è pronunciato».
Viene in mente questa risposta nel leggere Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali. Il Papa dice che per comunicare occorre «imparare ad ascoltare, a contemplare, oltre che a parlare». E usa, e ripete la parola "silenzio". Senza il silenzio, dice, «non esistono parole dense di contenuto». Nel silenzio si approfondisce il pensiero, tacendo si permette all'altro di parlare. Nel silenzio si colgono «il gesto, l’espressione del volto, il corpo, come segni che manifestano la persona»...
Leggi tutto: Ciò che più ci manca di Marina Corradi

Leggi il testo integrale del Messaggio di Benedetto XVI per la 46a Giornata delle comunicazioni sociali "Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione"

Vedi il nostro precedente post:


"Il Vescovo" di Carlo Maria Martini

Sul “Corriere della Sera” (22 gennaio 2012) in anteprima un estratto del libro di Martini. Sono le pagine che riguardano i contatti con i non credenti e un paragrafo di quelle dedicate ai poveri.

I vangeli non parlano a lungo della non credenza, perché non era a quel tempo di moda. Oggi ci si definisce volentieri come atei o agnostici, o persone indifferenti al problema di Dio. Non bisogna illudersi che, anche nelle diocesi più tradizionali, siano numericamente pochi coloro che appartengono a queste categorie, come pure quelli che vivono di fatto lontani da ogni attività pastorale. Costoro ricevono informazioni sulla Chiesa sempre filtrate dai giornali o dalla televisione, dove è trendy, cioè di moda, parlare con freddezza o supponenza di cose religiose...


Vado a salutare il cardinale Martini. Tra pochi giorni farò l'ingresso come nuovo vescovo della diocesi di Novara. È stato il vescovo della mia maturità di prete. Parliamo lungamente con lo 
sguardo sul momento presente della Chiesa e del mondo... 



 Fa portare dal segretario un libretto, fresco di stampa: Il vescovo. Mi dice: l'ho voluto 
scrivere di mia mano con fatica. Uscirà a giorni. A casa lo leggo tutto d'un fiato...

Infine, sul margine del libro, le caratteristiche attuali di un vescovo: l'integrità, la lealtà, la pazienza e la misericordia. Scolpite con lo stilo di un sapiente biblico e consegnate idealmente a un giovane vescovo. Come la chiusa finale del libro: «Un uomo umile, che vince le durezze con la propria dolcezza, che sa essere discreto, che sa ridere di sé e delle proprie fragilità. Che sa riconoscere i propri errori senza troppe autogiustificazioni. Dunque anzitutto un uomo vero».

Un Martini d'annata!
Leggi tutto: Vengono prima i poveri, carcerati, malati, stranieri di Franco Giulio Brambilla

Vorrei parlare del vescovo così come concretamente vive. Desidero descrivere il suo rapporto con le categorie di persone con cui viene a contatto, come passa i diversi momenti della sua giornata, quali sono i suoi primi impegni, che cosa avviene nell'incontro con la gente… Ricordo che nella mia fanciullezza consideravo il vescovo qualcuno che stava come in una nicchia nella chiesa per ricevere l’omaggio dei fedeli. In questo scritto vorrei tirarlo giù da quella nicchia e vederlo a contatto con la gente, così come realmente avviene. Intendo esprimere qualcosa che dia una immagine di lui meno vaporosa e ieratica, più viva e senza false pretese.
Il cardinale Carlo Maria Martini propone una riflessione inedita, frutto della sua esperienza personale, su una figura istituzionale molto nominata nei mezzi di informazione ma forse non sempre davvero conosciuta. Dalla domanda «come si diventa vescovi?» al racconto delle relazioni amichevoli, critiche o polemiche con credenti e non credenti si arriva alle caratteristiche che rendono il vescovo capace di vivere e di annunciare il Vangelo nel mondo postmoderno. 
Leggi la scheda del libro "Il Vescovo" di Carlo Maria Martini


mercoledì 25 gennaio 2012

CONCILIO VATICANO II 53 anni fa l'annuncio di Giovanni XXIII - documenti: il ricordo di mons. Loris Capovilla, segretario di Giovanni XXIII e video da "La Grande Storia" di RAI3

Il segretario di Giovanni XXIII mons. Loris Capovilla ricorda il giorno in cui il Papa annunciò il concilio Vaticano II
Leggi tutto: Lo strano paradosso del vecchio che ringiovanì la Chiesa

Un programma di Rai Tre decisamente impegnativo: "La Grande Storia" 50 anni dopo esamina e documenta il Concilio Vaticano II. A partire dalla sua convocazione ripercorre le tappe fondamentali e prova a capire e spiegare cosa è successo e quali sono stati gli effetti. 
Ne riproponiamo la parte iniziale per ricordare l'anniversario che ricorre oggi

I parte


II parte




Unità dei cristiani - Benedetto XVI: "deve apparire con tutta la sua chiarezza nella storia" - cardinale Koch: "la preghiera per l’unità è il fondamento dell’ecumenismo"

L'unità dei cristiani deve apparire con tutta la sua chiarezza nella storia perché il mondo creda: è quanto ha affermato il Papa oggi durante l'udienza generale nell'Aula Paolo VI in Vaticano. Benedetto XVI ha svolto la sua catechesi sulla preghiera che Gesù rivolge al Padre nell'Ora della sua glorificazione "perché tutti siano una cosa sola".
Leggi il testo integrale dell'udienza generale


La Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani viene conclusa solennemente oggi pomeriggio: alle 17.30, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, Benedetto XVI presiederà la celebrazione dei secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo. Un appuntamento tradizionale di grande rilevanza ecumenica, che vedrà la partecipazione di delegazioni di numerose Chiese ortodosse e comunità protestanti.
Sulla settimana di preghiera e sullo stato dei rapporti ecumenici, il collega della redazione tedesca della nostra emittente (ndr. Radio Vaticana), Mario Galgano, ha chiesto una riflessione al cardinale Kurt Koch, presidente del dicastero vaticano per l’Unità dei Cristiani