LITURGIA DOMESTICA
TEMPO DI NATALE
1° GENNAIO
MARIA SS. MADRE DI DIO
Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto
a cura di fr. Egidio Palumbo
l’“angolo della preghiera”
Entriamo nel tempo liturgico dell’Avvento, tempo di attesa vigilante e operosa del Signore che viene. Egli è già venuto nell’umiltà facendosi uomo, ed è morto, è risorto e vive in mezzo a noi. Eppure egli ha promesso di venire ancora in un giorno che non ci è dato di sapere: verrà come Risorto, nel segno del dono di sé, per portare a compimento l’opera che ha iniziato realizzando il suo regno di amore, di giustizia e di pace.
Noi dobbiamo soltanto attenderlo con operosa vigilanza. Perciò ad ogni celebrazione eucaristica diciamo: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta». E anche per questo nel Padre Nostro invochiamo: «venga il tuo regno».
Ebbene, siamo chiamati a vivere l’Avvento con attesa vigilante, pronti, cioè, a cogliere i segni della sua venuta. E così saremo preparati a celebrare il Natale del Signore, dove faremo memoria-attualizzazione della sua prima venuta nella piccolezza, nell’umiltà e nel dono di sé; e, nel contempo, faremo memoria-attualizzazione della sua seconda venuta che attendiamo come Risorto, il quale verrà sempre nel segno della piccolezza, dell’umiltà e del dono di sé.
Un modo per attenderlo nella vigilanza è quello di perseverare nella preghiera in famiglia. Non esiste solo la chiesa parrocchiale o la chiesa santuario per pregare. Per i cristiani ognuno – a motivo del battesimo e della cresima – è sacerdote in Cristo e quindi chiamato a pregare per sé e per gli altri, e ogni famiglia cristiana è chiamata per vocazione ad essere chiesa domestica.
Per cui ogni famiglia può approntare in casa l’“angolo della preghiera”, quello che i nostri fratelli cristiani della chiesa orientale chiamano “l’angolo della bellezza”.
In un luogo della casa, su un tavolo o su un mobile o su una mensola si possono collocare una icona del Cristo, una lampada (da accendere per la preghiera), una Bibbia aperta e un fiore. Ecco l’angolo bello, l’angolo da cui, attraverso l’icona, lo sguardo di Dio veglia sulla famiglia. Non siamo noi a guardare l’icona, ma è l’icona a guardare noi e ad aprirci alla realtà del mondo di Dio.
Per il tempo di Avvento e di Natale l’“angolo della preghiera” diventa certamente il presepe e la corona dell’avvento (quattro candele a cerchio: ognuna si accende ad ogni domenica di avvento; a natale si sostituiscono con una candela bianca o dorata), che ci ricordano il Figlio di Dio, luce del mondo, venuto a stare con noi nella piccolezza, nell’umiltà, nel dono di sé e nell’accoglienza dei vicini (i pastori) e dei lontani (i magi).
In questo angolo la famiglia si riunisce per pregare in un’ora del giorno compatibile con i ritmi di lavoro.
Si può pregare seguendo varie modalità:
- Prima modalità. Leggere il brano del vangelo della liturgia del giorno, breve pausa di silenzio, poi recitare con calma il salmo responsoriale corrispondente e concludere con la preghiera del Padre Nostro, la preghiera dei figli di Dio e dei fratelli in Cristo Gesù (per le indicazioni del vangelo e del salmo del giorno utilizzare il calendarietto liturgico).
- Seconda modalità. Per chi sa utilizzare il libro della Liturgia delle Ore, alle Lodi e ai Vespri invece della lettura breve, leggere il vangelo del giorno alle Lodi e la prima lettura del giorno ai Vespri.
- Terza modalità. Si può utilizzare un libretto ben fatto, acquistabile nelle librerie che vendono oggetti religiosi. Si intitola “Amen. La Parola che salva” delle edizioni San Paolo, costa € 3,90 ed esce ogni mese.
Di ogni mese contiene: la preghiera delle Lodi del mattino, le letture bibliche della celebrazione eucaristica dei giorni feriali e della domenica con una breve riflessione, la preghiera dei Vespri della sera, la preghiera di Compieta prima del riposo notturno e altre preghiere.
Scrive papa Francesco in Amoris Laetitia al n. 318, dando altri suggerimenti per la preghiera:
«Si possono trovare alcuni minuti al giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile, chiedergli aiuto per amare, rendergli grazie per la vita e le cose buone, chiedere alla Vergine di proteggerci con il suo manto di madre. Con parole semplici questo momento di preghiera può fare tantissimo bene alla famiglia».
Sì, la preghiera in famiglia rafforza la nostra fede in Cristo Gesù e rende saldo il vincolo d’amore tra marito e moglie, tra i genitori e i figli, tra la famiglia e il territorio in cui abita e il mondo intero.
In questa proposta di Liturgia Domestica seguiamo la prima modalità.
1° Gennaio
Maria SS. Madre di Dio
I. Apertura della Liturgia domestica Solista: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.
(Accensione della candela bianca o dorata)
Tutti: Cantate al Signore un canto nuovo,
cantante al Signore, uomini e donne di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo Nome
“Emmanuele”, “Dio-con-noi”,
a tutti i popoli narrate le sue meraviglie.
Solista: Ci benedica il Signore e ci custodisca.
Faccia risplendere per noi il suo Volto
e ci faccia grazia.
Il Signore rivolga a noi il suo Volto
e ci conceda la pace (Nm 6,24-26)
Tutti: Cantate al Signore un canto nuovo,
cantante al Signore, uomini e donne di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo Nome
“Emmanuele”, “Dio-con-noi”,
a tutti i popoli narrate le sue meraviglie.
II. Ascolto orante del vangelo di Luca (2,16-21) Apriamo il vangelo di Luca al cap. 2. Facciamo una breve pausa di silenzio, e poi chiediamo allo Spirito Santo che ci apra alla comprensione di questo scritto che contiene la Parola di Dio per noi oggi.
Tutti: Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Leggiamo
attentamente e con calma la pagina di Luca, cap. 2, dal verso 16 fino al verso 21.
Dopo la lettura del vangelo recitare insieme:
La tua prima parola, Maria,
ti chiediamo di accogliere in cuore:
che sia possibile ancora
concepire pur noi il suo Verbo.
«Non chiedete mai segni o ragioni,
solamente credete e amate:
il suo Spirito scenda su voi
e sarete voi stessi sua carne».
Te beata perché hai creduto,
così in te ha potuto inverarsi
la parola vivente del Padre,
benedetta dimora di Dio.
(Davide Turoldo)
1. Meditiamo la pagina evangelica. Ecco alcuni spunti.
Siamo ad otto giorni dal Natale. Nella fede biblica il numero 8 ha un significato simbolico: indica la pienezza che non ha mai fine (7+1). La Domenica, giorno della Risurrezione, Pasqua settimanale, secondo il nostro computo è il 7° giorno (che già indica la pienezza), ma per la fede biblica è anche l’8° giorno perché indica la pienezza che non ha fine, è il “giorno che senza tramonto”.
Ebbene, nell’8° giorno dopo il Natale, la Chiesa celebra la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, colei che Dio ha scelto per venire in questo mondo – come scrive Paolo nella Lettera ai Galati – «nella pienezza del tempo», vale a dire, quando la lunga attesa dei secoli della venuta del Messia è finalmente colmata con la nascita del Figlio Gesù, «nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli» (vedi la seconda lettura: Galati 4,4-7).
Con il radicamento nella storia umana del Figlio di Dio, grazie al consenso libero e consapevole di Maria che lo ha generato, il progetto di Dio raggiunge il suo punto “omega”, perché egli realizza la salvezza dell’umanità dentro la storia limita dalle coordinate del tempo e dello spazio geografico e culturale. E infatti, ponendosi in obbedienza della Legge – la Torah (= i primi cinque libri della Bibbia), dono di Dio e orientamento per la vita – e vivendola secondo lo spirito e non secondo la lettera, e inoltre non vergognandosi di vivere come nostro fratello in umanità e nella fede, il Figlio e Messia Gesù ci aiuta a diventare con più autenticità figli di Dio, perché ci comunica il suo Spirito, il quale abilita ogni credente ad invocare Dio nella preghiera, chiamandolo “Padre”, anzi “Papà”, e così instaurando con lui una relazione interpersonale intima e di amore.
2. Anche nella pagina evangelica (Luca 2,16-21) vi è il riferimento all’8° giorno dalla nascita di Gesù: in questo 8° giorno, in obbedienza alla Legge-Torah di Dio (Levitico 12,3), Gesù viene presentato da Maria e Giuseppe al tempio e circonciso come tutti i primogeniti maschi d’Israele. La circoncisione è un rito di consacrazione per mezzo del quale il figlio primogenito Gesù entra a far parte della vita del popolo dell’Alleanza ed è abilitato a partecipare alle assemblee sacerdotali, ovvero alle assemblee liturgiche. Paolo in Romani 15,8 ricorda che «Cristo è diventato diacono dei circoncisi [cioè servitore del popolo d’Israele] per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri».
E dopo il rito della circoncisione, gli viene imposto il nome Gesù, che significa “Dio salva”: il nome indica la realtà stessa della persona che lo porta, indica la sua identità, la sua vocazione e missione.
Ebbene, Maria e Giuseppe presentano Gesù al tempio come dono di Dio e come offerta a Dio e all’umanità. Qui viene mostrata in anticipo la vocazione-missione di Gesù: egli è il sacerdote che per amore e a caro prezzo del suo sangue offre, dona e consegna la sua esistenza a Dio per la salvezza dell’umanità (d’altronde la circoncisione comporta il versamento del sangue). Gesù qui anticipa la sua Pasqua.
3. Portare la salvezza all’umanità vuol dire portare anche la vera pace, quella che crea relazioni di fraternità/sororità e di giustizia, cioè di attenzione di cura verso gli altri e in particolare verso i poveri. E non va dimenticato che anche la pace scaturisce dalla Pasqua di Cristo, è il frutto di un amore a caro prezzo: «Egli è la nostra pace, colui che di due popoli ne ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne» (Efesini 2,14).
Per questo oggi, primo giorno dell’anno civile, ascoltiamo nella prima lettura (Numeri 6,22-27) la benedizione sacerdotale sul popolo, ripresa anche dal salmo responsoriale (Salmo 67): «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace». Non è un semplice augurio, ma un vero atto che Dio vuole compiere nei confronti del suo popolo: manifestare il suo Volto, far sentire e sperimentare la sua benevolenza, assieme al dono della protezione, del prendersi cura e della pace.
Scrive papa Francesco nel messaggio per la giornata mondiale della pace 2021, che in questa pandemia sanitaria del Covid-19,
«duole constatare che, accanto a numerose testimonianze di carità e solidarietà, prendono purtroppo nuovo slancio diverse forme di nazionalismo, razzismo, xenofobia e anche guerre e conflitti che seminano morte e distruzione. Questi e altri eventi, che hanno segnato il cammino dell’umanità nell’anno trascorso, ci insegnano l’importanza di prenderci cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza. Perciò ho scelto come tema di questo messaggio: “La cultura della cura come percorso di pace”. Cultura della cura per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente. […]
In questo tempo, nel quale la barca dell’umanità, scossa dalla tempesta della crisi, procede faticosamente in cerca di un orizzonte più calmo e sereno, il timone della dignità della persona umana e la “bussola” dei principi sociali fondamentali ci possono permettere di navigare con una rotta sicura e comune. Come cristiani, teniamo lo sguardo rivolto alla Vergine Maria, Stella del mare e Madre della speranza. Tutti insieme collaboriamo per avanzare verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà, di sostegno vicendevole e di accoglienza reciproca. Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo, ma impegniamoci ogni giorno concretamente per “formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri”».
L’anno nuovo inizia così nel segno della pace, quella di Cristo, Principe della Pace, e di Maria, donna della pace, Madre di Dio, Madre della Chiesa e dell’umanità. Da lei impariamo a diventare anche noi “generatori di Dio” – come affermava il frate carmelitano Beato Tito Brandsma, martire nel campo di concentramento a Dachau –, far nascere Cristo Gesù in noi, il Figlio della Pace, e portarlo al mondo.
Madre, tu sei la porta del cielo:
senza di te Dio non si sarebbe mai fatto uomo
e la terra non sarebbe mai divenuta
il paese di Dio, e l’umanità il suo tempio vivente;
e noi non avremmo mai potuto ascendere
fino a partecipare alla sua divinità,
per cui anche l’ultimo di tutti gli uomini
diventa un principe di stirpe divina.
Amen.
(Davide Turoldo)
Santa Maria, donna missionaria,
concedi alla tua Chiesa il gaudio di riscoprire
le radici della sua primordiale vocazione.
Aiutala a misurarsi con Cristo
e con nessun altro: come te,
che apparendo agli albori della rivelazione neotestamentaria
accanto a lui, il grande missionario di Dio,
lo scegliesti come unico metro della tua vita. […]
Quando essa viene tentata di pietrificare
la mobilità del suo domicilio,
rimuovila dalle sue apparenti sicurezze.
Quando si adagia sulle posizioni raggiunte,
scuotila dalla sua vita sedentaria.
Mandata da Dio per la salvezza del mondo,
la Chiesa è fatta per camminare, non per sistemarsi.
Nomade come te, mettile nel cuore
una grande passione per l’uomo. […]
Madre itinerante come te,
riempila di tenerezza verso tutti i bisognosi.
E fa’ che di nient’altro sia preoccupata
che di presentare Gesù Cristo,
come facesti tu con i pastori, con Simeone,
con i magi d’Oriente,
e con mille altri anonimi personaggi
che attendevano la redenzione.
Santa Maria, donna missionaria,
noi ti imploriamo per tutti coloro
che avendo avvertito, più degli altri,
il fascino struggente di quella icona
che ti raffigura accanto a Cristo,
l’inviato speciale del Padre,
hanno lasciato gli affetti più cari
per annunciare il Vangelo in terre lontane.
Sostienili nella fatica. Ristora la loro stanchezza.
Proteggili da ogni pericolo.
Dona ai gesti con cui si curvano sulle piaghe dei poveri
i tratti della tua verginale tenerezza.
Metti sulle loro labbra parole di pace.
(don Tonino Bello)
III. IntercessioniSolista: Preghiamo Dio, Signore del tempo e della storia, e uniti a Maria, la Madre che ha rivestito di carne il Figlio di Dio, con l’animo pieno di esultanza insieme invochiamo:
Tutti: R. Gloria a Te, Signore
Voce 1: Popoli in competizione per il predominio economico, popoli in guerra, popoli affamati e impoveriti: questo è il nostro presente. Ma tu, o Padre, che ti sei fatto vicino in Gesù, tuo Figlio, aiutaci a costruire con te una storia di salvezza e di pace. Invochiamo.
Voce 1: Chiesa cattolica, Chiese protestanti, Chiesa ortodossa: l’unica Chiesa di Cristo si presenta al mondo lacerata e divisa. Invia, o Padre, il tuo Santo Spirito perché illumini pastori e teologi e fedeli tutti per un vero cammino verso l’unità. Invochiamo.
Voce 2: Musulmani, induisti, buddisti, scintoisti e persone di altre religioni: sono volti concreti presenti in mezzo a noi, che siamo cristiani per convinzione o per tradizione. Donaci, o Padre, di essere veri discepoli del tuo Figlio per superare la paura dell’altro e saper crescere nella convivialità delle differenze. Invochiamo.
Voce 2: Ti affidiamo, o Padre, tutti i fratelli e le sorelle che iniziano il nuovo anno con la perdita del posto di lavoro, tutti coloro che si ritrovano ricattati e costretti a un lavoro precario e senza garanzie sociali, tutti coloro che non sono in condizioni né di trovare, né di inventarsi un lavoro. Per loro ti invochiamo.
Voce 1: Davanti a te, o Padre, vogliamo ricordare tutti i fratelli e le sorelle che non possono partecipare a questo banchetto della fraternità a motivo della malattia. Per loro ti preghiamo.
Voce 1: Rivolgi, o Padre, il tuo Volto su ognuno di noi: rendici messaggeri della pace donataci dal tuo Figlio Gesù e con Maria, la Madre di Dio, rendici capaci di solidarietà e di misericordia. Invochiamo.
Voce 2: Ti affidiamo, o Padre, i nostri parenti e amici defunti, e le numerose vittime del coronavirus [pausa di silenzio, e poi riprendere a leggere →]; ti affidiamo anche tutti coloro che sono morti nelle varie guerre che affliggono questo nostro mondo. Dona loro di contemplare il tuo Volto di Luce e di Pace. Invochiamo.
Solista: Come popolo di Dio, chiamato a costruire relazioni di pace e di giustizia, diciamo insieme:
Tutti: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.
venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti,
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
- Concludere con la Preghiera:Tutti: O Dio, nostro Padre, rinnova nel tuo Spirito la nostra umanità e compi nel corso di quest’anno che si apre l’universale aspirazione alla giustizia e alla pace. Per Cristo nostro Signore. AMEN.
Solista: Benediciamo il Signore.
Tutti: Rendiamo grazie a Dio.
IV. Proposta di preghiera per il pranzoTutti: Oggi, grazie alla Vergine Maria,
l’Albero della Vita fu piantato
nella nostra terra:
colui che ne mangia vivrà eternamente.
Sia benedetto il Signore
che rifà la nostre forze:
in lui cresceremo nell’amore
e in opere di bene,
ora e nei secoli dei secoli. Amen.
(da Preghiere per una tavola fraterna)