LITURGIA DOMESTICA
I DOMENICA DI AVVENTO - B
Vegliate!
Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto
a cura di fr. Egidio Palumbo
Preparare in casa
l’“angolo della preghiera”
Entriamo nel tempo liturgico dell’Avvento, tempo di attesa vigilante e operosa del Signore che viene. Egli è già venuto nell’umiltà facendosi uomo, ed è morto, è risorto e vive in mezzo a noi. Eppure egli ha promesso di venire ancora in un giorno che non ci è dato di sapere: verrà come Risorto, nel segno del dono di sé, per portare a compimento l’opera che ha iniziato realizzando il suo regno di amore, di giustizia e di pace.
Noi dobbiamo soltanto attenderlo con operosa vigilanza. Perciò ad ogni celebrazione eucaristica diciamo: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta». E anche per questo nel Padre Nostro invochiamo: «venga il tuo regno».
Ebbene, siamo chiamati a vivere l’Avvento con attesa vigilante, pronti, cioè, a cogliere i segni della sua venuta. E così saremo preparati a celebrare il Natale del Signore, dove faremo memoria-attualizzazione della sua prima venuta nella piccolezza, nell’umiltà e nel dono di sé; e, nel contempo, faremo memoria-attualizzazione della sua seconda venuta che attendiamo come Risorto, il quale verrà sempre nel segno della piccolezza, dell’umiltà e del dono di sé.
Un modo per attenderlo nella vigilanza è quello di perseverare nella preghiera in famiglia. Non esiste solo la chiesa parrocchiale o la chiesa santuario per pregare. Per i cristiani ognuno – a motivo del battesimo e della cresima – è sacerdote in Cristo e quindi chiamato a pregare per sé e per gli altri, e ogni famiglia cristiana è chiamata per vocazione ad essere chiesa domestica.
Per cui ogni famiglia può approntare in casa l’“angolo della preghiera”, quello che i nostri fratelli cristiani della chiesa orientale chiamano “l’angolo della bellezza”.
In un luogo della casa, su un tavolo o su un mobile o su una mensola si possono collocare una icona del Cristo, una lampada (da accendere per la preghiera), una Bibbia aperta e un fiore. Ecco l’angolo bello, l’angolo da cui, attraverso l’icona, lo sguardo di Dio veglia sulla famiglia. Non siamo noi a guardare l’icona, ma è l’icona a guardare noi e ad aprirci alla realtà del mondo di Dio.
Per il tempo di Avvento e di Natale l’“angolo della preghiera” diventa certamente il presepe e la corona dell’avvento (quattro candele a cerchio: ognuna si accende ad ogni domenica di avvento; a natale si sostituiscono con una candela bianca o dorata), che ci ricordano il Figlio di Dio, luce del mondo, venuto a stare con noi nella piccolezza, nell’umiltà, nel dono di sé e nell’accoglienza dei vicini (i pastori) e dei lontani (i magi).
In questo angolo la famiglia si riunisce per pregare in un’ora del giorno compatibile con i ritmi di lavoro.
Si può pregare seguendo varie modalità:
- Prima modalità. Leggere il brano del vangelo della liturgia del giorno, breve pausa di silenzio, poi recitare con calma il salmo responsoriale corrispondente e concludere con la preghiera del Padre Nostro, la preghiera dei figli di Dio e dei fratelli in Cristo Gesù (per le indicazioni del vangelo e del salmo del giorno utilizzare il calendarietto liturgico).
- Seconda modalità. Per chi sa utilizzare il libro della Liturgia delle Ore, alle Lodi e ai Vespri invece della lettura breve, leggere il vangelo del giorno alle Lodi e la prima lettura del giorno ai Vespri.
- Terza modalità. Si può utilizzare un libretto ben fatto, acquistabile nelle librerie che vendono oggetti religiosi. Si intitola “Amen. La Parola che salva” delle edizioni San Paolo, costa € 3,90 ed esce ogni mese.
Di ogni mese contiene: la preghiera delle Lodi del mattino, le letture bibliche della celebrazione eucaristica dei giorni feriali e della domenica con una breve riflessione, la preghiera dei Vespri della sera, la preghiera di Compieta prima del riposo notturno e altre preghiere.
Scrive papa Francesco in Amoris Laetitia al n. 318, dando altri suggerimenti per la preghiera:
«Si possono trovare alcuni minuti al giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile, chiedergli aiuto per amare, rendergli grazie per la vita e le cose buone, chiedere alla Vergine di proteggerci con il suo manto di madre. Con parole semplici questo momento di preghiera può fare tantissimo bene alla famiglia».
Sì, la preghiera in famiglia rafforza la nostra fede in Cristo Gesù e rende saldo il vincolo d’amore tra marito e moglie, tra i genitori e i figli, tra la famiglia e il territorio in cui abita e il mondo intero.
In questa proposta di Liturgia Domestica seguiamo la prima modalità.
Prima Domenica di Avvento – B
Vegliate!
I. Apertura della Liturgia domestica Solista: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.
Tutti: Il nostro canto sale a te, o Signore;
leviamo a te le nostre mani
in questa lode del tuo Nome Santo:
Emmanuele, Dio-con-noi.
Solista: Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi comandamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
Non commette ingiustizie
e cammina nelle sue vie. (Sal 119,1-3)
Tutti: Il nostro canto sale a te, o Signore;
leviamo a te le nostre mani
in questa lode del tuo Nome Santo:
Emmanuele, Dio-con-noi.
II. Ascolto orante del vangelo di Marco (13,33-37)
Apriamo il vangelo di Marco al cap. 13. Facciamo
una breve pausa di silenzio, e poi chiediamo allo Spirito Santo che ci apra alla comprensione di questo scritto che contiene la Parola di Dio per noi oggi.
Tutti: Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Leggiamo
attentamente e con calma la pagina di Marco, cap. 13, dal verso 33 fino al verso 37.
Meditiamo la pagina. Ecco alcuni spunti.
1. Inizia il tempo di Avvento: tempo di attesa vigilante del Signore che viene nella condizione di Crocifisso Risorto, com’è scritto in Marco 13,26: «Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria».
C’è un legame intrinseco tra la fase finale dell’anno liturgico e l’Avvento: entrambi ci annunciano in modo esplicito la venuta del Signore Crocifisso Risorto. Infatti, la pagina del vangelo di questa domenica è presa dal brano finale del discorso escatologico del vangelo di Marco (Mc 13,33-37), dove si parla della vigilanza nel contesto dell’attesa e della venuta del Signore, il “Figlio dell’uomo” (Mc 13,26-29); e la seconda lettura, presa dall’inizio della prima lettera ai cristiani di Corinto dell’Apostolo Paolo (1Cor 1,3-9), parla anch’essa esplicitamente dell’attesa della rivelazione del Signore e del “giorno” della sua venuta (1Cor 1,7-8).
Dunque, anche nell’Avvento siamo chiamati a prendere coscienza della nostra condizione escatologica di cristiani, sia a livello ecclesiale, che personale e storico. Condizione escatologica vuol dire che siamo chiamati:
- a stare in questo mondo come popolo di Dio in cammino verso la patria celeste;
- e a stare in attesa del Signore Crocifisso Risorto che viene per portare a compimento l’opera che ha iniziato;
- di conseguenza non siamo padroni assoluti di nulla, ma camminiamo, stando sempre in ricerca del volto di Dio e del Senso ultimo della vita; ponendo sempre a verifica le scelte della nostra esistenza, senza mai dare nulla per scontato, né considerare come un assoluto ciò che facciamo e realizziamo, perché in questo mondo siamo stranieri e pellegrini, ospiti e ospitali, consapevoli di essere stati accolti e perciò accogliamo.
2. Ma cosa è l’attesa vigilante? Non è mera condizione passiva; al contrario, essa chiede l’esercizio dello sguardo attento («Guardate con attenzione», Mc 13,33) sui fatti della vita quotidiana, su quanto avviene dentro di noi e attorno a noi; e inoltre chiede una costante vigilanza («vegliate», Mc 13,33.37), uno stare sempre svegli e con gli occhi ben aperti e spalancati per non lasciarci ipnotizzare e addormentare dal falso-messia di turno sicuro di sé, pieno di certezze, grande organizzatore e pianificatore dei propri interessi.
L’attesa, attenta e vigilante, non è fatta per quei cristiani (comunità e persone) che ormai sanno tutto, che non si aspettano più nulla di nuovo e non attendono più nessuno. L’attesa è stile di vita escatologico fatto per quei cristiani che non hanno la pretesa di avere tutte le certezze, che non sanno già in anticipo come rispondere alle sfide che il monde pone, ma è fatta per quei cristiani che sono in ricerca della verità e sanno domandare e domandarsi, come Giovanni Battista: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?» (Mt 11,3).
L’attesa è per quei cristiani che hanno Qualcuno da attendere, perché sanno che quel Qualcuno è il Signore: egli ogni volta che viene sempre li sorprende e li stupisce. Infatti la pagina del vangelo ci dice che noi non conosciamo il kairós, il momento propizio e decisivo della sua venuta (Mc 13,33.35), perché la sua venuta è sempre nuova. Egli non viene nella spettacolarità di un progetto o di una organizzazione, ma – ci annuncerà l’evento del Natale – viene nella piccolezza, viene nascosto tra le pieghe degli avvenimenti della vita: è da qui che Lui parla “squarciando i cieli” e aprendo nuovi orizzonti (vedi la prima lettura: Is 63,19: vedi salmo responsoriale: Sal 80), proponendoci percorsi di vita inediti e, a volte, inesplorati.
3. Tutto questo accade spontaneamente o per magia? No. Sta a noi – a noi che siamo stati «arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza» (vedi la seconda lettura: 1Cor 1,3-9), a noi che siamo ancora capaci di meravigliarci della vita – a non addormentarci e a saper leggere negli avvenimenti, alla luce della sua Parola, le novità e le sorprese del Signore, e ad assumerle nella nostra vita.
Che il Signore ci dia sempre il coraggio dell’attesa, anche nei tempi difficili, e ci dia la forza di invocarLo assieme al profeta Isaia: «Se tu squarciassi i cieli e scendessi… Signore, tu sei nostro Padre; noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma, tutti noi siamo lavoro delle tue mani» (Is 63,19; 64,7).
Grazie, Signore,
che ci hai affidato l’universo,
grazie che hai
dato a ciascuno il suo compito:
donaci solo di
saper sempre attenderti
come delle guardie
notturne;
donaci di essere
pronti
alle tue irruzioni
imprevedibili
e insieme di
capire quando ritardi.
(Davide Turoldo) III. Intercessioni Solista: In Gesù, Verbo eterno del Padre, Dio ha squarciato i cieli ed è disceso come bacio sull’umanità, facendo sua la carne di ogni creatura umana. Fiduciosi di trovare ascolto in Lui, innalziamo le nostre preghiere ed insieme diciamo:
Tutti: R. Marana tha, vieni Signore Gesù
Voce 1: - Signore Gesù, rendi la tua Chiesa, vigile e sobria. Fa’ che resti lontana dall’ubriacatura del potere e del privilegio. In un mondo dominato dall’interesse, dall’arroganza e dall’indifferenza verso ciò che è umano, la tua Chiesa orienti il suo volto ed il suo desiderio verso il tuo Regno che viene. Preghiamo.
Voce 1: - Il tuo venire, o Signore Gesù, sia consolazione e speranza per tutti quei popoli schiacciati da guerre, da divisioni etniche e religiose, dal cinismo della speculazione internazionale e dall’indifferenza delle nazioni che contano. Tu che abbatti i potenti e innalzi gli umili, apri per tutti un futuro di pace. Preghiamo.
Voce 2: - Ti affidiamo, o Signore Gesù, il nostro paese, che si prepara a rinnovare il rito del Natale. Donaci di saper andare oltre gli automatismi del rito, per riscoprire alla luce della tua Parola il senso vero della tua venuta, che ci provoca a fare posto a chi è in cerca di accoglienza e di alloggio. Preghiamo.
Voce 2: - Ascolta, o Signore Gesù, il dolore e la preghiera dei nostri fratelli e delle nostre sorelle ammalati. Ti affidiamo, in modo particolare, quanti sono alle prese con dei mali incurabili e con il coronavirus. E ti preghiamo, ancora, per tutti gli anziani incapaci di badare a se stessi e ricoverati in una casa di cura. Preghiamo.
Voce 1: - Dinnanzi al tuo Volto, che attendiamo di contemplare nella tua Venuta, ti affidiamo, o Signore Gesù, i nostri parenti e amici defunti e le vittime del coronavirus [pausa di silenzio, e poi riprendere a leggere →]; ti affidiamo anche tutte le vittime del genocidio e tutti i migranti in Libia che sono torturati, venduti come schiavi e uccisi senza pietà. O Signore, tu che non rifiuti nessuno, accogli tutti nel tuo Regno di pace. Preghiamo.
Solista: Come popolo di Dio in cammino verso il Regno che viene, diciamo insieme:
Tutti: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.
venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti,
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
- Concludere con la Preghiera:
Tutti: Signore Gesù, che ti prendi cura di tutti i tuoi fratelli, esaudisci le nostre preghiere. Concedi che il corso degli eventi nel mondo sia guidato nella giustizia e nella pace, e che la Chiesa conosca la gioia di servirti nei tuoi fratelli con serenità e vigilanza. Te lo chiediamo perché tu sei il Signore Veniente che vivi e regni nei secoli dei secoli. AMEN.
Solista: Benediciamo il Signore. Tutti: Rendiamo grazie a Dio