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domenica 10 novembre 2024

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n° 52 - 2023/2024 anno B

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B 

Vangelo:

Mc 12,38-44 

«Guardatevi dagli scribi!» dice Gesù ai discepoli. A quel tempo gli scribi (soferìm) erano i teologi ufficiali dell'ebraismo, gli unici interpreti accreditati della Torah, della quale conoscevano ogni minuzia. Di loro il Talmud (la sapienza di Israele) così sentenzia: «Tutte le parole degli scribi sono parole del Dio Vivente», e ancora: «Le parole e le decisioni degli scribi sono superiori alla Torah» (Bereshit M.). Ebbene, Gesù smonta l'aura di santità di cui gli scribi si erano ammantati e mostra senza mezzi termini come il loro agire sia ispirato solo dalla ricerca del prestigio e del potere, dalla loro sfrenata ambizione che si consuma nell'approfittare delle persone più deboli quali le vedove. Marco, in realtà, non vuole entrare in polemica con l'istituzione religiosa giudaica, dalla quale la comunità cristiana si era già separata, ma denunciare il pericolo che all'interno della Chiesa si possano creare le stesse dinamiche religiose. Il brano ha principalmente un significato ecclesiale: è un severo monito ai discepoli di tutte le epoche che sono tentati di assumere gli stessi comportamenti degli scribi, che litigano fra di loro per il potere (cfr. 9,32ss), che faticano a comprendere, ma ancor più a fare proprio, l'insegnamento di Gesù, il quale, ancora una volta, invita i suoi ad imparare dai piccoli, dai poveri, da una vedova povera, una invisibile che nessuno considera, nemmeno i discepoli. I veri protagonisti del Regno, i veri teologi, sono gli ultimi, ed è da loro che la Comunità è chiamata ad imparare come vivere il Vangelo, a condividerne la vita, «tutta la vita», perché «Dio ha scelto ciò che per il mondo è stolto per confondere i sapienti, ciò che per il mondo è debole per confondere i forti, ciò che per il mondo è ignobile e disprezzato per distruggere le cose che sono» (1Cor 1,27-28)