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martedì 16 gennaio 2024

Enzo Bianchi Giusto benedire le coppie omofile

Enzo Bianchi 
Giusto benedire le coppie omofile 


La Repubblica - 08 Gennaio 2024 

Da tempo l’antropologia e soprattutto la visione della sessualità e del suo esercizio è mutata profondamente nel nostro occidente. Purtroppo, la chiesa di fronte alla novità si è, ancora una volta, intimorita e ha riaffermato le sue posizioni tradizionali, talvolta indurendole. Ma negli ultimi anni le chiese del Nord Europa – Germania, Olanda, Belgio – chiedono una revisione dello sguardo ecclesiale su alcune realtà che oggi si impongono e domandano una nuova interpretazione che non comporti più l’esclusione o la marginalizzazione dalla comunità cristiana per coloro che le vivono. All’itinerario del recente sinodo si sono alzate voci di vescovi e di intere conferenze episcopali che hanno chiesto per quei cristiani che vivono situazioni in contrasto con la dottrina cattolica una diversa valutazione e una misura di misericordia.

Le richieste non sono in contraddizione al messaggio evangelico né alla grande tradizione. Non si chiede infatti la possibilità del sacramento del matrimonio per chi vive una relazione omofila stabile, ma semplicemente la possibilità di una benedizione. Ora, nella tradizione cristiana la benedizione è rivolta a Dio oppure a uomini e donne diventati servi del Signore e chiamati dal Signore una missione di salvezza. Per questo, oltre alle continue e molteplici benedizioni rivolte a Dio, il Dio dei nostri padri, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, il Dio Signore del mondo, qualche volta la benedizione risuona per delle persone come per Maria la madre del Signore.

Le cose che esistono sono già tutte benedette, tutte buone, opera della bontà di Dio! Nella Bibbia non si benedice una cosa ma si benedice, si loda, si ringrazia Dio che l’ha creata. Non esiste una realtà che non è benedetta e che poi con la benedizione muta la sua qualità. Questa, d’altronde, è la dottrina dei rabbini: si può benedire ogni cosa perché questo significa ringraziare e lodare il Signore per la cosa che ci ha donato.

Ecco perché credo sia possibile una benedizione per le coppie che vivono stabilmente una relazione contradditoria come quella omofila. Queste persone possono essere benedette perché come uomini o donne e come cristiani sono molto di più della situazione che vivono. Volendo usare il linguaggio ecclesiale, essi sono nel peccato e se si invoca su di loro la benedizione non si benedice il loro peccato né lo si approva. Al contrario, una benedizione è sempre un appello, una chiamata a lodare Dio con la propria vita e il proprio comportamento.

Concretamente se una madre o un padre hanno un figlio omofilo forse non lo benediranno? Gli rifiuteranno forse la benedizione che secondo la Bibbia è compito dei genitori sui figli? Li si benedice per affidarli al Signore e chiedere al Signore la sua grazia, quell’amore che non si deve mai meritare.

Con la recente Dichiarazione “Fiducia supplicans” sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede papa Francesco ha mostrato, ancora una volta, di voler essere maestro di grazia, di misericordia. Ma subito nella chiesa si sono levati molti che si sentono chiamati a un ministero di condanna, spioni dei peccati altrui per giudicarli e farli oggetto di distinzione come si fa tra grano e zizzania.

Sì, la profezia del Papa precede molti vescovi e anche grandi porzioni del popolo di Dio! È oltremodo necessario far comprendere che la presa di posizione di Francesco non muta ciò che il Vangelo chiede ma usa misericordia. Diceva Pietro il Venerabile: “Meglio andare all’inferno per essere stato troppo misericordioso piuttosto che andare in paradiso senza aver conosciuto la misericordia di Dio!”.
(fonte: blog dell'autore)

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