Laura Tussi
Ripudiamo ogni guerra
con l’adagio “Restiamo Umani” di Vittorio Arrigoni
È un momento in cui dobbiamo chiamare a raccolta tutte le nostre risorse emotive e difese psicologiche per continuare a credere nell’umanità, per mantenere la speranza, per praticare la pace e affermare la nonviolenza. Un conflitto che impregna anche l’aria e l’acqua della Palestina è esploso con una violenza senza precedenti e ora più che mai abbiamo il dovere di riflettere, comprendere e agire, senza voltare la testa dall’altra parte, come siamo tristemente abituati a fare. Come diceva Vittorio Arrigoni, che proprio fra le strade di Gaza ha trovato la morte, “Restiamo umani”.
Un genocidio contro i più fragili del pianeta
Anche gli Stati Uniti hanno votato contro il cessate il fuoco. E’ davvero vergognoso, anzi abominevole.
Nelle manifestazioni a sostegno di Gaza, interviene sempre la polizia in assetto antisommossa per bloccare i manifestanti che protestano solo perché vogliono la pace.
Ormai il potere, tutti i governi occidentali e non solo, sostengono il dominio e la prevaricazione di Israele su un popolo inerme e costituito perlopiù da bambini e adolescenti.
Gli occhi del mondo
In modalità vigliacche, costantemente vengono attaccati e decimati i più fragili. A partire dai bombardamenti degli ospedali ormai senza più nemmeno carburante per mantenere le macchine che fanno stare in vita i malati terminali. Un mio amico ha adottato una bambina di Gaza di soli 12 anni di cui non si hanno più notizie. E non si hanno più notizie dei bambini-farfalla a Gaza. E così di altre, molte, troppe povere persone.
Ripudiamo ogni guerra con gli scritti per la nonviolenza
E’ direi di vitale importanza la diffusione di questi nostri libri e articoli contro la guerra, per ripudiare ogni conflitto armato, per la dignità di tutti noi antifascisti e ecopacifisti che vogliamo la pace sopra ogni cosa.
E’ importante scrivere e denunciare fino a quando attivisti di buona volontà gestiscono ancora quei pochi siti online e spazi e ambiti editoriali liberi soprattutto dall’odio e dalla propaganda bellicista e militaresca. Perché la pace è vita. E, ripeto, oggi, adesso, in queste ore è in atto un genocidio perpetrato ai danni di un popolo quasi tutto costituito di bambini e adolescenti e quindi civili tutti innocenti e inermi.
Gli occhi dei bambini di Gaza che Resistono
Un genocidio perpetrato dai poteri forti compresi soprattutto noi occidentali. E questo genocidio peserà come un crimine, un macigno sulle nostre coscienze. Sempre se si può ancora parlare di coscienza. Sono certa di essere compresa. Noi non siamo né con Hamas né con Israele, ma contro la guerra e la violenza oscurantista che sta ottenebrando le menti di tutti noi, società presunta civile. Sempre che si possa parlare ancora di civiltà nel sonno della ragione che genera mostri. Mai più odio. Mai più guerra. Mai più violenza dettata e imposta dal neoliberismo più becero e bellicista e militaresco.
L’abolizione della violenza strutturale nel conflitto in Medio Oriente
La violenza deve essere abolita da entrambe le parti di coloro che sono agli antipodi, che si contrappongono, che si odiano, che sono in conflitto nel corso di una guerra, di una controversia armata.
Hamas, attaccando e massacrando gli israeliani nei Kibbutz ha risvegliato l’ira funesta e furibonda dei poteri forti: di Israele.
Hamas non è certo amico della libertà e della pace per il popolo palestinese in quanto si sospetta sia stato infiltrato da agenti e cellule iraniane, da elementi degli Hezbollah. E quindi di certo, il governo di Israele e l’Occidente e l’America non vogliono uno stato di equilibrio, ma impongono costantemente di mietere vittime, utilizzando le armi incrementando così il commercio degli ordigni bellici più mortiferi e sofisticati per fatturare e incrementare le vendite di armi mortali. Una logica militaresca e guerresca, ma soprattutto di potere economico.
Una guerra imposta dai governi di Israele e non dal popolo
Noi dobbiamo sempre dire che non è il popolo di Israele a volere la guerra, ma i governanti, i vari governi formati e costituiti dal potere militare, dai militari che impongono la controversia armata e letale dal 1948, assediando la striscia di Gaza e delimitando i suoi confini.
Dal 2009 si assiste a una fase più letale della recrudescenza del conflitto armato. Perchè si sono insediati governi sempre più retrivi e reazionari fino a arrivare all’apice di questa crudeltà con l’operazione piombo fuso in cui ha trovato la morte il grande pacifista Vittorio Arrigoni.
Le scuole di pace a Gerusalemme: una speranza per l’umanità intera
I Parent’s Circle e esperienze come Neve Shalom sono impostati come idealità di costruzione di una pace profonda tra le due popolazioni. Queste esperienze di nonviolenza creativa e attiva vogliono far incontrare le vittime di entrambe le parti in dissidio, in guerra, che si dichiarano nemici. Ma in realtà la maggior parte del popolo sia israeliano e sia palestinese non crede più nei governi militari, né a Hamas, ma vuole per buona parte una risoluzione delle controversie armate che mietono migliaia e decine di migliaia e centinaia di migliaia di vittime tra donne, bambini, vecchi e uomini innocenti. Civili innocenti. Un popolo, anzi due popoli, su cui viene sempre esercitato uno stato di terrore. Due popoli deprivati totalmente e profondamente del diritto alla felicità. Deprivati di tutto. Di ogni diritto.
Vogliamo la Pace
Perché la pace è innanzitutto bene, gioia e volontà di stare al mondo senza persecuzioni e odi etnici, atavici conflitti e guerre sanguinarie. La maggior parte della popolazione di Gaza è costituita da bambini e ragazzi quasi adolescenti che vivono nel terrore costante, succubi di uno stato di psicosi mentale perenne.
Vivono mutilati nei corpi e nelle menti.
L’Onu viene completamente ignorata. E massacrata…
E questo è un grave crimine contro l’umanità. Dove l’ONU non è stata mai ascoltata nonostante l’emanazione delle sue principali e importanti risoluzioni, sempre ignorate e disattese. Quindi accogliamo e promuoviamo uniti tutte le manifestazioni per la pace, per la nonviolenza, che si svolgono sia nei due stati belligeranti sia nel mondo intero, sia nelle maggiori capitali internazionali, da Milano, Roma, da Parigi a Francoforte a Londra.
Il crimine dell’Europa
L’Europa dovrebbe lanciare appelli di aiuto per questi due popoli dilaniati e non pensare a fomentare ulteriormente la guerra come tra Ucraina e Russia e Nato. L’Europa sostiene i poteri forti, quindi i vari governi di Israele invece di appellarsi all’ONU e al diritto internazionale, che è stato creato dai Padri Partigiani delle Costituzioni antifasciste nate dalla Resistenza in Italia e in tutta Europa. E quindi tutti noi che abbiamo la facoltà e ancora la possibilità di scrivere e denunciare e condannare dobbiamo per forza continuare a dichiarare le nostre posizioni pacifiste e nonviolente e servirci di tutti i mezzi a nostra disposizione.
L’impegno degli intellettuali e dei giornalisti per “Ricomporre l’infranto”
Noi amici della Pace dobbiamo utilizzare tutti i mezzi a nostra disposizione per denunciare le violenze e ripudiare ogni guerra, di entrambe le fazioni belligeranti, a partire dalle testate giornalistiche pacifiste che ancora ci accolgono e ci permettono di svolgere la nostra mission.
La missione e il diritto e il dovere di attuare il pacifismo
La missione e il diritto e il dovere di appellarci al pacifismo, con le dichiarazioni di pace e del ripudio di ogni violenza e di ogni guerra e poi portare questi nostri scritti, gli articoli di denuncia nelle piazze e nelle manifestazioni internazionali di tutto il mondo a partire dalla realtà locale. Quindi pensare globalmente e internazionalmente e agire localmente sempre interconnessi tra le varie parti del mondo che possono aiutarci nella denuncia e nel ripudio della guerra e della violenza.
Il diritto alla pace. Resistenza: non resilienza
Perché il fine ultimo dell’umanità è la propria felicità e il bene derivante da questa condizione che scaturisce da contesti pacifici nonviolenti di amore, amicizia, creatività, gioco, interscambio, e ancora amore tra culture e religioni diverse: ripudiamo la supremazia dei poteri forti che impongono il neoliberismo più depravato e il capitalismo a oltranza che ancora dichiara le guerre e si muove esclusivamente per intenti economici e per il “dio” denaro.
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Video messaggio di Vittorio Arrigoni
in occasione del conferimento del Premio Città di Sasso Marconi 2009
Nella foto qui accanto: Vittorio Arrigoni, il giovane attivista e giornalista italiano diventato la voce libera della pace e dei palestinesi che a Gaza erano e sono vittime dello spietato blocco israeliano a due milioni di bambini, donne, uomini, stretti in più dal potere integralista e autoritario di Hamas. Con l’associazione pacifista International Solidarity Movement Vittorio Arrigoni, “Vik per gli amici e per i tanti che ne hanno ascoltato il racconto su web radio o le cronache appassionate su “Il Manifesto” nei giorni dei bombardamenti israeliani nell’inverno 2008-2009, aveva più volte infranto il blocco navale israeliano, era stato ferito, arrestato, espulso, sempre pronto però a tornare a Gaza. In questa sua seconda patria era infatti soprattutto uno “scudo umano”, che aiutava con la presenza fisica e le sue denunce i pescatori di Gaza costretti a forzare il blocco navale per cercare il pesce di cui far vivere le proprie famiglie o i contadini a lavorare poveri orti nelle zone limitrofe ai confini, sorvegliati da truppe israeliane pronte ad aprire il fuoco.
Fu rapito il 14 aprile 2011 da un gruppo salafita, e il giorno successivo, il corpo senza vita di Arrigoni fu rinvenuto dalle Brigate Ezzedin al-Qassam nel corso di un blitz in un’abitazione di Gaza; secondo le forze di sicurezza di Hamas, la morte sarebbe avvenuta nella notte tra il 14 e il 15 aprile per strangolamento.
Il giorno prima che venisse rapito aveva scritto in un post: “Quattro lavoratori sono morti ieri notte per via del crollo di uno dei tunnel scavati dai palestinesi sotto il confine di Rafah. Tramite i tunnel passano tutti i beni necessari che hanno permesso la sopravvivenza della popolazione di Gaza strangolata da 4 anni dal criminale assedio israeliano. Dai tunnel riescono a entrare nella Striscia beni principali quali alimenti, cemento, bestiame”.
Ma l’eredità più grande che resta, dieci anni dopo il suo omicidio, è quel “Restiamo umani”, quell’invito con il quale chiudeva ogni messaggio, quell’indicazione verso quell’unica strada che lui aveva provato a percorrere fino alla fine senza mai arrendersi alla disumanità.
(fonte: Faro di Roma 05/01/2024)
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Per saperne di più su Vittorio guarda anche:
"Restiamo umani" l'eredità di Vittorio Arrigoni nel ricordo della mamma (all'interno link ad altri post precedenti)