S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
10 gennaio 2020
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco:
“Chi dice di amare Dio e non ama il fratello è bugiardo”
L’amore è concreto e si esprime facendo il bene. Così Francesco nell’omelia della messa presieduta venerdì mattina, 10 gennaio, a Casa Santa Marta, commentando la prima lettura suggerita dalla liturgia. L’indifferenza è un modo nascosto di non amare Dio e di non amare il prossimo, ha affermato il Papa. Bisogna invece «sporcarsi le mani» ricordando che è Dio che ci ha amati per primo.
La lettura, tratta dalla prima Lettera di san Giovanni apostolo, gira tutta intorno all’argomento dell’amore. L’apostolo, ha affermato il Papa, ha capito cos’è l’amore, lo ha sperimentato, ed entrando nel cuore di Gesù, ha capito come si è manifestato. Nella sua Lettera ci dice, dunque, come si ama e come siamo stati amati. Due le sue affermazioni che il Papa ha definito «chiare». La prima è il fondamento dell’amore: «Noi amiamo Dio perché Egli ci ha amato per primo». L’inizio dell’amore viene da Lui. «Io incomincio ad amare, o posso incominciare ad amare — ha proseguito — perché so che Lui mi ha amato per primo (...) Se lui non ci avesse amato certamente noi non potremmo amare». Francesco ha fatto poi un esempio: «Se un bambino appena nato, di pochi giorni, potesse parlare, certamente spiegherebbe questa realtà: “Mi sento amato dai genitori”. E questo che fanno i genitori con il bambino è quello che Dio ha fatto con noi: ci ha amati per primo. E questo fa nascere e fa crescere la nostra capacità di amare. Questa è una definizione chiara dell’amore: noi possiamo amare Dio perché Lui ci ha amati per primo».
La seconda cosa che l’apostolo dice «senza mezze parole» è questa: «Se uno dice: “Io amo Dio” e odia suo fratello, è un bugiardo». Il Papa ha fatto notare che Giovanni non dice che è un «maleducato», o «uno che sbaglia», dice «bugiardo» e anche noi dobbiamo imparare questa cosa. Quindi spiega: «Io amo Dio, prego, entro in estasi... e poi scarto gli altri, odio gli altri o non li amo, semplicemente, o sono indifferente agli altri... Non dice: “hai sbagliato”, dice “sei bugiardo”. E questa parola nella Bibbia è chiara, perché essere bugiardo è proprio il modo di essere del diavolo: è il “grande bugiardo”, ci dice il Nuovo Testamento, è il padre della menzogna. Questa è la definizione di Satana che ci dà la Bibbia. E se tu dici di amare Dio e odi il tuo fratello, sei dall’altra parte: sei un bugiardo. In questo non ci sono concessioni».
Molti possono trovare delle giustificazioni per non amare, ha affermato ancora Francesco; qualcuno può dire: «Io non odio, Padre, ma c’è tanta gente che mi fa del male o che io non posso accettare perché è maleducata o è rozza». Di fronte a queste obiezioni il Papa ha ricordato la concretezza dell’amore indicata da Giovanni quando scrive: «Chi infatti non ama il proprio fratello che vede non può amare Dio, che non vede» e ha osservato: «Se tu non sei capace di amare la gente, dai più vicini ai più lontani che tu stai vivendo, non puoi dirci che tu ami Dio: sei un bugiardo».
Ma non c’è solo il sentimento dell’odio, può esserci la volontà di non «immischiarsi» nelle cose degli altri. Ma questo non va bene, ha fatto notare il Papa, perché l’amore «si esprime facendo il bene», e ha proseguito: «Se una persona dice: “Io, per essere ben pulito, bevo soltanto l’acqua distillata”: morirai!, perché questo non serve alla vita. Il vero amore non è acqua distillata: è l’acqua di tutti i giorni, con i problemi, con gli affetti, con gli amori e con gli odi, ma è questo. Amare la concretezza, l’amore concreto: non è un amore di laboratorio. Questo ci insegna, con queste definizioni così chiare, l’apostolo. Ma — ha continuato il Papa — c’è un modo di non amare Dio e di non amare il prossimo un po’ nascosto, che è l’indifferenza. “No, io non voglio questo: io voglio l’acqua distillata. Io non mi immischio con il problema degli altri”. Tu devi, per aiutare, per pregare».
Papa Francesco ha citato quindi un’espressione di sant’Alberto Hurtado che diceva: «Non fare del male va bene; ma non fare del bene, va male». L’amore vero «deve portare a fare del bene (...), a sporcarti le mani nelle opere d’amore». Non è facile, ha riconosciuto il Papa, ma attraverso la strada della fede c’è la possibilità di vincere il mondo, la mentalità del mondo «che ci impedisce di amare». Questa è la strada, ha affermato ancora, «qui non entrano gli indifferenti, quelli che si lavano le mani dai problemi, quelli che non vogliono immischiarsi nei problemi per aiutare, per fare del bene; non entrano i falsi mistici, quelli dal cuore distillato come l’acqua, che dicono di amare Dio ma prescindono dall’amare il prossimo»; e ha concluso: «Che il Signore ci insegni queste verità: la sicurezza di essere stato amato per primo e il coraggio di amare i fratelli».
(fonte: L'Osservatore Romano, articolo di Adriana Masotti)
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