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lunedì 4 settembre 2023

#IL PIÙ BELLO - Gianfranco Ravasi

#IL PIÙ BELLO 
Gianfranco Ravasi


Il più bello dei mari / è quello che non navigammo. / Il più bello dei nostri figli / non è ancora cresciuto. / I più belli dei nostri giorni / non li abbiamo ancora vissuti. / E quello che vorrei dirti di più bello / non te l’ho ancora detto.

È forse la più citata delle sue Poesie d’amore: l’autore, Nazim Hikmet, che compose questi testi tra il 1933 e il 1962, è uno degli scrittori turchi più noti, nonostante il carcere a cui il regime del suo Paese lo condannò. Il suo successivo esilio lo condusse a Mosca ove morì nel 1963 a 61 anni. Questi versi esaltano il primato dell’attesa sulla conquista, del futuro sul presente, della speranza sul possesso, del sogno sulla realtà, dell’implicito sull’esplicito. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che vorremmo fissare la nostra attenzione.

Il filosofo Martin Heidegger definiva l’interpretazione di un testo come «il dire il non detto» di quella pagina. Nell’amore autentico sono più eloquenti i silenzi guardandosi negli occhi che il moltiplicarsi e il reiterarsi delle parole. Viviamo, invece, in una società che eccede nel dire, che banalizza persino i valori o i simboli spirituali impugnandoli come strumenti sguaiati di lotta, che moltiplica le parole pronunciate o scritte sulla tastiera per buttarle sulle strade della rete informatica e, così, trasformarle in chiacchiera, spesso aggressiva. Siamo inseriti in un mondo che, esaltando il possesso, ignora la libertà del distacco, il fremito dell’attesa, la bellezza della sorpresa. Come scriveva un altro grande poeta, Eugenio Montale in Ossi di seppia: «In attendere è gioia più compita».


(Fonte: “Il Sole 24 Ore - Domenica " - 30 luglio 2023)