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lunedì 11 settembre 2023

Bentornati a scuola

Bentornati a scuola

(Foto di Cittadinanzatttiva)

Ci risiamo, anche questo nuovo anno scolastico parte all’insegna di stipendi bassi (i nostri insegnanti sono i più sottopagati d’Europa), continua precarietà, difficoltà di reclutamento, cattedre vuote e tanta burocrazia, un quadro –insomma- non dissimile da quello dell’anno scorso e degli anni precedenti.

Una scuola che anche durante l’estate ha fatto parlare in qualche modo di sé: nel corso di una recente intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha snocciolato i numeri di aggressioni che hanno subito i docenti a scuola lo scorso anno scolastico: “Abbiamo disposto un monitoraggio. Da settembre 2022 a maggio 2023 gli episodi di violenza sono stati 5 al mese, in quasi la metà dei casi erano coinvolti i genitori”, mentre una ricerca di Tuttoscuola ci ha fatto aprire gli occhi sulla triste realtà dei “diplomi facili” nel nostro Paese, dove almeno 10 mila neodiplomati della Maturità 2023 hanno acquisito un titolo (che ha valore legale) con modalità sospette.

Una scuola che continua ad essere poco sicura. Federcepicostruzioni ci ha ricordato in questi giorni qual è la situazione dell’edilizia scolastica, che resta estremamente preoccupante, nonostante la mole di risorse stanziate con il PNRR (12,4 miliardi) cui si aggiungono 914,4 milioni provenienti da altre fonti di finanziamento. Federcepicostruzioni ha sottolineato che la maggior parte dei 40.293 edifici scolastici italiani è vecchia, fatiscente ed insicura: il 57,9% delle strutture in cui oggi si svolgono attività didattiche è addirittura priva del certificato di agibilità e, per il 54,92%, del certificato di prevenzione incendi. Per circa un quarto degli edifici scolastici (10.571, il 26%) è problematico risalire al periodo di costruzione. Gli edifici costruiti prima del 1976 sono comunque 16.794, pari al 42% del totale. Il 41,4% dei plessi scolastici è privo di collaudo statico. Le regioni con una percentuale più elevata di edifici non in regola sono Lazio (12,21%), Calabria (18,75%) e Sardegna (22,81%). L’età media di un istituto scolastico italiano è di 53 anni e – cosa che peggiora ancor di più il quadro generale – sono (nella migliore delle ipotesi) carenti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria a causa soprattutto dell’inefficienza (o della scarsa considerazione) delle amministrazioni competenti, prima ancora (e più) della mancanza di risorse, che attualmente risultano disponibili, ma restano nei cassetti, col concreto rischio di revoca o assegnazione ad altre misure e continuare a continuare a svolgere attività didattica in strutture vecchie, fatiscenti, insicure, energivore e tecnologicamente arretrate. 

Una scuola ove sono da anni certificate profonde disuguaglianze educative legate a diversi fattori, quali il territorio in cui si cresce (Nord-Sud, città e aree interne), le condizioni socioeconomiche familiari, il genere (in quest’ultimo caso per l’accesso delle ragazze alle discipline scientifiche). Disuguaglianze educative che compromettono i percorsi di crescita di moltissimi giovani, con conseguenze pregiudizievoli innanzitutto per il loro futuro, ma anche per il sistema Paese. Save the Children nel suo ultimo Rapporto approfondisce le disuguaglianze educative che colpiscono, in particolare, bambini e adolescenti figli di genitori di origine straniera. I dati del Report rilevano come gli alunni con background migratorio oggi affrontino maggiori difficoltà nei percorsi scolastici rispetto ai coetanei. Ostacoli che è necessario conoscere e superare, per una scuola “aperta a tutti”, come recita l’articolo 34 della nostra Costituzione. 

Una scuola che da qualche tempo sta sempre più diventando terreno di conquista di ideologie di guerra e di controllo securitario che si fa spazio attraverso l’intervento diretto delle forze armate (in particolare italiane e statunitensi) declinato in una miriade di iniziative tese a promuovere la carriera militare in Italia e all’estero, e a presentare le forze armate e le forze di sicurezza come risolutive di problematiche che sono invece pertinenti alla società civile. 

Una scuola ove anche quest’anno si ripresenterà il problema di coloro che hanno difficoltà a sostenere il costo della mensa scolastica, con tutto il corollario delle eterne polemiche. 

Una scuola che, nonostante gli eterni mali e i tanti limiti che l’attraversano, anche quest’anno aprirà i battenti, cercando di iniziare bene. E per augurare a tutte e a tutti di “iniziare bene la scuola”, ricorriamo ad un testo collettivo di un gruppo di insegnanti pubblicato nel libro “Cinque passi per una scuola inclusiva” di Roberta Passoni e Franco Lorenzoni, edito dalla Erickson.
Qui per leggere e scaricare il testo da Cencicasalab.it ed anche da https://comune-info.net/per-iniziare-bene-la-scuola/.
(fonte: Pressenza, articolo di Giovanni Caprio 08.09.23)