Già tre anni sono trascorsi dal passaggio di Olivier Clément dalla morte alla Vita, tre anni in cui la sua voce di appassionato dell’unità dei cristiani continua a risuonare dai suoi scritti che narrano i tesori della chiesa indivisa e li offrono non solo ai fedeli di tutte le confessioni ma a tanti uomini e donne assetati di senso. In questi tre anni, per ben due volte consecutive i cristiani hanno celebrato tutti insieme la Pasqua, cuore della loro fede, testimoniando almeno attraverso il calendario l’unicità del loro Signore e della sua comunità nella compagnia degli uomini: una coincidenza che tanto avrebbe rallegrato quell'uomo di Dio nato e cresciuto in un ambiente ateo.
Fu proprio la sua passione per la “chiesa una” a colpirmi quando lo conobbi, ormai più di quarant'anni fa...
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Era uno dei teologi ortodossi più noti e apprezzati in Italia: non a caso Papa Wojtyla gli aveva chiesto di scrivere le meditazioni della Via Crucis al Colosseo. Cresciuto in una famiglia atea, dopo una lunga ricerca spirituale si convertì alla fede dell’Oriente cristiano, di cui è stato esponente colto, illuminato e dialogante.
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Per ricordare questo grande uomo di pensiero e di vita, le parole di una sua studiosa ed amica, la teologa Flaminia Morandi (nel 1° anniversario della sua morte).