Gli è bastato alzare un dito per bloccare la processione proprio sotto casa sua. Pochi istanti, il tempo di lanciare un bacio a San Catello, patrono di Castellammare di Stabia. Con la stessa mano, poi, ha ordinato al corteo di muoversi ringraziando con un cenno chi gli aveva tributato quell’omaggio. Eccolo lì, malfermo ma in piedi sul balcone. Renato Raffone, 78 anni, consuocero del defunto padrino Michele D’Alessandro, guarda quel fiume di persone proseguire e nota, con la coda dell’occhio, il sindaco della città, l’ex pm dell’Antimafia Luigi Bobbio, sfilarsi la fascia tricolore, ammainare il gonfalone e abbandonare la processione. Esattamente come un anno fa.
... A voi che mandate baci “devoti” dai balconi ai Santi, a voi che continuate a farvi la comunione in chiesa, a voi che ci tenete alle benedizioni e state uccidendo una città, una generazione di speranze e volontà, a voi che vi chiamate STABIESI, mi chiamo Nicola Corrado ed ho 38 anni, sono un consigliere comunale di Castellammare di Stabia...
Attraverso quel bacio, rivolto non solo ad un simbolo religioso ma ad un tratto identitario dell’intera città, voi volete affermare la vostra appartenenza alla nostra comunità, il vostro essere “uomini d’onore” a cui bisogna portare rispetto; ebbene io e tutta la città sana non vi portiamo rispetto, quei baci ci indignano perché voi siete camorristi e siete nostri nemici...