Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



sabato 26 novembre 2011

Sono quasi un milione i minori, figli dell’immigrazione, che vivono in Italia; oltre 570.000 nati nel nostro Paese e in più di 700.000 frequentano le nostre scuole... perché non possono essere riconosciuti come CITTADINI ITALIANI?

Frank Sinatra, Lady Gaga, Nancy Pelosi, Joe di Maggio, Dean Martin, Luisa Veronica Ciccone (in arte Madonna), Robert de Niro, Martin Scorsese, Rocky Marciano, Francis Ford Coppola, John Fante, Ani di Franco, Nicholas Cage... e l’elenco potrebbe continuare. Sono nomi di italo-americani famosi. Persone che hanno dato lustro a due Paesi: gli Stati Uniti d’America, dove sono nati o emigrati da piccoli insieme ai genitori, e l’Italia, dove parte della loro storia affonda le radici. Nessuno si permetterebbe di dire oggi a Madonna o a Martin Scorsese “tu non sei un vero americano”. Purtroppo questo succede tutti i giorni ai figli dei migranti qui in Italia.

In una settimana il Capo dello Stato ha chiesto due volte la riforma della cittadinanza. Dopo 20 anni il nuovo clima politico potrebbe riuscire a cambiare una legge pensata per un Paese ormai completamente diverso.

Incontro del Presidente Napolitano con i "nuovi cittadini italiani"


Quando si litiga sarebbe meglio sapere perché. Si sta invece scatenando un’intempestiva tempesta: materia del contendere è lo ius soli, un istituto che riguarda il riconoscimento della cittadinanza ai figli di stranieri nati sul territorio. Ma la materia appare poco chiara agli stessi contendenti. È bene cominciare con il chiarire che in Italia lo ius soli c’è già...

Per il Capo dello Stato il Paese deve aprire a nuove "energie" che rinnovino una "società vecchia e sclerotizzata". Il timore del Carroccio è che tra qualche anno l’attuale milione di minori residenti, in larga parte al Nord, e scolarizzati possa andare al voto. Tutti gli altri schieramenti sono però con il Quirinale. E anche il Governo Monti.

Si discute di cittadinanza agli immigrati. La storia vera di Sergio, ucraino. Ha appena avuto un bimbo, e si chiede perché non possa considerarlo italiano.

Parliamo di più di mezzo milione di minorenni. I quali, stanchi di essere definiti dall’esterno, chiariscono chi sono: “Non siamo immigrati, non veniamo da un altro paese, non abbiamo attraversato frontiere, siamo qui dall'inizio della nostra vita, ci sentiamo italiani, con tutti i diritti e doveri di ogni cittadino di questo paese”.

«Chi nasce in Italia è italiano»: il presidente della Provincia «sposa» Napolitano e lo «ius soli». Il riconoscimento simbolico ai figli di genitori immigrati