“In piedi allora, costruttori di pace”
gridava all'Arena di Verona nel 1989 il vescovo di Molfetta, don Tonino Bello, allora presidente di Pax Christi Italia e fondatore di Mosaico di Pace. “Sono interni alla nostra fede i discorsi sul disarmo, sulla smilitarizzazione del territorio, sulla lotta per il cambiamento dei modelli di sviluppo che provocano dipendenza, fame e miseria nel Sud del mondo, e distruzione dell’ambiente naturale!”. E concludeva: “Coraggio! Se non abbiamo la forza di dire che le armi non solo non si devono vendere, ma neppure costruire, che la logica del disarmo unilaterale non è poi così disomogenea con quella del Vangelo, che la nonviolenza attiva è un criterio di prassi cristiana e che certe forme di obiezione sono segno di un amore più grande per la città terrena… se non abbiamo la forza di dire tutto questo, rimarremmo lucignoli fumiganti invece di essere ceri pasquali”.
Coraggio, giovani! Riprendete in mano l’antico binomio biblico: pace e giustizia. è lo stesso papa Benedetto XVI nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace (1 gennaio 2012) che vi invita a educarvi vicendevolmente alla pace e alla giustizia. “La pace oggi – amava dire don Tonino Bello – si declina inesorabilmente con la giustizia e con la salvaguardia del creato”.
Giovani, vorrei chiedervi perdono perché noi adulti vi consegniamo un mondo gravemente malato.
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