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lunedì 15 dicembre 2025

Giubileo dei Detenuti, Angelus, Leone XIV: Cristo dà voce agli oppressi e vince l'ideologia che rende sordi alla verità (sintesi/commento, testo e video integrali)

GIUBILEO DEI DETENUTI

ANGELUS

Piazza San Pietro
III Domenica di Avvento, 14 dicembre 2025


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Leone XIV: Cristo dà voce agli oppressi e vince l'ideologia che rende sordi alla verità

All’Angelus il Papa commenta il Vangelo di Matteo e ribadisce che Gesù continua a parlarci attraverso i poveri, gli ultimi e i malati. Come Giovanni Battista, in carcere, a causa della sua predicazione, esorta a non perdere la speranza e a restare "una voce libera in cerca di verità e giustizia"

C’è il mondo del carcere che domenica 14 dicembre celebra il suo Giubileo, ci sono pellegrini di varie nazionalità con striscioni e bandiere e semplici turisti ad ascoltare la riflessione di Papa Leone all’Angelus, in questa terza domenica d’Avvento, che muove dal Vangelo di Matteo. Giovanni il Battista si trova proprio dietro le sbarre a causa della sua predicazione ma pur soffrendo la prigionia non perde la speranza, anche in catene resta una voce libera in cerca di verità e di giustizia. E da quel carcere si interroga, cerca il Messia, domanda: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?".

Gli ultimi al centro

La risposta di Gesù, afferma il Pontefice, porta lo sguardo su coloro che Lui ha amato e servito e che oggi si trovano ancora al cuore della Chiesa.

“Sono loro: gli ultimi, i poveri, i malati a parlare per Lui. Il Cristo annuncia chi è attraverso quello che fa. E quello che fa è per tutti noi segno di salvezza. Infatti, quando incontra Gesù, la vita priva di luce, di parola e di gusto ritrova senso: i ciechi vedono, i muti parlano, i sordi odono. L’immagine di Dio, deturpata dalla lebbra, riacquista integrità e salute. Persino i morti, del tutto insensibili, tornano alla vita. Questo è il Vangelo di Gesù, la buona notizia annunciata ai poveri: quando Dio viene nel mondo, si vede!”.

Il Papa durante la preghiera dell'Angelus in Piazza San Pietro (@Vatican Media)

Cristo, speranza nell'ora della prova

La Parola di Dio, prosegue, ha una potenza di liberazione e di guarigione. Da qui, l’invito a gioire perché Cristo è la nostra speranza “soprattutto nell’ora della prova” quando la vita perde senso e fatichiamo ad ascoltare il prossimo.

Egli dà parola agli oppressi, ai quali violenza e odio hanno tolto la voce; Egli vince l’ideologia, che rende sordi alla verità; Egli guarisce dalle apparenze che deformano il corpo. Il Verbo della vita ci redime così dal male, che porta il cuore alla morte. Perciò, come discepoli del Signore, in questo tempo d’Avvento siamo chiamati a unire l’attesa del Salvatore all’attenzione per quello che Dio fa nel mondo. Allora potremo sperimentare la gioia della libertà che incontra il suo Salvatore…

Appello per la Repubblica Democratica del Congo

Al termine della preghiera mariana, dopo aver ricordato le beatificazioni in Spagna e Francia e i tanti martiri coraggiosi uccisi per la loro fede, la voce di Leone si leva ancora in favore della pace. Il Pontefice esprime preoccupazione per la ripresa degli scontri nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, vicinanza alla popolazione, ed invita a rispettare i processi di pace in corso.

I fedeli in Piazza San Pietro per l'Angelus (@Vatican Media)
(fonte: Vatican News, articolo di Cecilia Seppia 14/12/2025)

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LEONE XIV


Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

Il Vangelo di oggi ci fa visitare in carcere Giovanni il Battista, che si trova prigioniero a motivo della sua predicazione (cfr Mt 14,3-5). Ciò nonostante, egli non perde la speranza, diventando per noi segno che la profezia, anche se in catene, resta una voce libera in cerca di verità e di giustizia.

Dal carcere, infatti, Giovanni il Battista sente «parlare delle opere del Cristo» (Mt 11,2), che sono diverse da quelle che lui si aspettava. E allora manda a chiedergli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (v. 3). Chi cerca verità e giustizia, chi attende libertà e pace interroga Gesù. È proprio Lui il Messia, cioè il Salvatore promesso da Dio per bocca dei profeti?

La risposta di Gesù porta lo sguardo su coloro che Lui ha amato e servito. Sono loro: gli ultimi, i poveri, i malati a parlare per Lui. Il Cristo annuncia chi è attraverso quello che fa. E quello che fa è per tutti noi segno di salvezza. Infatti, quando incontra Gesù, la vita priva di luce, di parola e di gusto ritrova senso: i ciechi vedono, i muti parlano, i sordi odono. L’immagine di Dio, deturpata dalla lebbra, riacquista integrità e salute. Persino i morti, del tutto insensibili, tornano alla vita (cfr v. 5). Questo è il Vangelo di Gesù, la buona notizia annunciata ai poveri: quando Dio viene nel mondo, si vede!

Dalla prigione dello sconforto e della sofferenza ci libera la parola di Gesù: ogni profezia trova in Lui il compimento atteso. È Cristo, infatti, che apre gli occhi dell’uomo alla gloria di Dio. Egli dà parola agli oppressi, ai quali violenza e odio hanno tolto la voce; Egli vince l’ideologia, che rende sordi alla verità; Egli guarisce dalle apparenze che deformano il corpo.

Il Verbo della vita ci redime così dal male, che porta il cuore alla morte. Perciò, come discepoli del Signore, in questo tempo d’Avvento siamo chiamati a unire l’attesa del Salvatore all’attenzione per quello che Dio fa nel mondo. Allora potremo sperimentare la gioia della libertà che incontra il suo Salvatore: «Gaudete in Domino semper – Siate sempre lieti nel Signore» (Fil 4,4). Proprio con questo invito si apre la Santa Messa di oggi, terza domenica di Avvento, chiamata perciò domenica Gaudete. Gioiamo, dunque, perché Gesù è la nostra speranza soprattutto nell’ora della prova, quando la vita sembra perdere senso e tutto ci appare più buio, le parole ci mancano e fatichiamo ad ascoltare il prossimo.

La Vergine Maria, modello di attesa, di attenzione e di gioia, ci aiuti ad essere imitatori dell’opera del suo Figlio, condividendo con i poveri il pane e il Vangelo.

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Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle!

Ieri a Jaén, in Spagna, sono stati beatificati il sacerdote Emanuele Izquierdo e cinquantotto Compagni, insieme al sacerdote Antonio Montañés Chiquero e sessantaquattro Compagni, uccisi in odio alla fede nella persecuzione religiosa degli anni 1936-38. E sempre ieri, a Parigi, sono stati beatificati Raymond Cayré, sacerdote, Gérard-Martin Cendrier, dell’Ordine dei Frati Minori, Roger Vallé, seminarista, Jean Mestre, laico e quarantasei Compagni, uccisi in odio alla fede negli anni 1944-45 durante l’occupazione nazista. Lodiamo il Signore per questi martiri, coraggiosi testimoni del Vangelo, perseguitati e uccisi per essere rimasti accanto alla propria gente e fedeli alla Chiesa!

Seguo con viva preoccupazione la ripresa degli scontri nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Mentre esprimo la mia vicinanza alla popolazione, esorto le parti in conflitto a cessare ogni forma di violenza e a ricercare un dialogo costruttivo, nel rispetto dei processi di pace in corso.

Saluto con affetto tutti voi, romani e pellegrini dell’Italia e di altre parti del mondo, in particolare i fedeli di Belo Horizonte, Zagabria, Spalato e Copenaghen; come pure quelli provenienti dalla Corea del Sud, dalla Tanzania e dalla Slovacchia. Saluto i gruppi venuti da Mestre, Biancavilla e Bussi sul Tirino; gli ex-allievi dell’Associazione Mornese Italia, l’Orchestra Filarmonica Pugliese, la Fondazione Oasi Nazareth di Corato, i giovani dell’Oratorio Salesiano di Alcamo e i cresimandi della Parrocchia San Pio da Pietrelcina in Roma.

Auguro a tutti una buona domenica.