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domenica 23 febbraio 2025

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n° 16 - 2024/2025 anno C

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


 VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Vangelo:

Prosegue la catechesi di Gesù ai discepoli iniziata nei versetti precedenti del capitolo sesto con la proclamazione delle Beatitudini (Lc 6,27-38) su come e fino a che punto bisogna credere. Fin dal principio della storia della salvezza, la più grande tentazione è stata quella di farsi come Dio (Gen 3). Questa aspirazione in se stessa non è cattiva. Il male sta nel non aver capito chi è realmente Dio, qual è la sua vera essenza. Per avere da noi stessi fabbricato una falsa immagine di Lui (un idolo) abbiamo imboccato una strada senza uscita, e solo dopo la rivelazione di Dio in Gesù è stato possibile operare una metanòia, un cambiamento di mentalità, per intraprendere la via giusta, quella che conduce all'incontro col Padre nel volto misericordioso del suo Figlio. Gesù dice che, in un mondo immerso nel male, l'amore misericordioso e incondizionato verso tutti, anche per il nemico, è l'unico antidoto in grado di neutralizzare il veleno mortale del divisore. «Per questo l'amore per il nemico è proprio e solo di chi ha conosciuto Dio» (cit.). L'amore per i nemici, infatti, ha la sua scaturigine solo nel Padre. Nel caso contrario non possiamo più parlare di amore, bensì di merito, e l'amore meritato porta il nome di meretricio, prostituzione, cioè l'idolatria. Il Padre, invece, ci ama senza riserve, a prescindere da noi stessi e dal nostro peccato. Solo per questo siamo in grado di accettare e amare noi stessi e i fratelli sempre e comunque, senza riserve, come il Padre accetta e ama noi. Agiremo in questo modo perché abbiamo già sperimentato nella nostra vita che «come è grande il Signore, così è anche la sua misericordia» (Sir 2,18)