Papa Francesco verso il concistoro?
La convocazione e il precedente di Benedetto XVI
Il pontefice lunedì ha ricevuto il cardinale Parolin per riprendere le attività
Ai giovani lo ha sempre detto: muovetevi, fate baccano. Nulla di peggio della stasi: «La vita del cristiano è “in tensione verso”. Se un cristiano perde questa prospettiva, la sua vita diventa statica e le cose che non si muovono, si corrompono».
Francesco è un gesuita e più che mai, nella stanza al decimo piano del Gemelli, incarna il motto ad maiorem Dei gloriam di Ignazio di Loyola, la tensione continua del "magis", il «di più» che motivava i missionari della Compagnia di Gesù, sempre un passo avanti: per quanto tuttora in condizioni «critiche», e con buona pace della prognosi riservata, il Papa ricoverato dal 14 febbraio non ha sospeso la sua attività e all’inizio della settimana è sembrato addirittura accelerarla.
Il segnale più importante è che lunedì, ma si è saputo soltanto ieri, abbia ricevuto al Gemelli il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e il Sostituto Edgar Peña Parra, l’arcivescovo che è una sorta di «ministro dell’Interno» vaticano. Il cardinale Parolin aveva spiegato al Corriere che al momento è meglio che il Papa «resti protetto e abbia meno visite possibile», e che lo avrebbe incontrato se il Pontefice lo avesse ritenuto necessario.
Di certo a Francesco sono stati portati, perché li firmasse, i decreti del Dicastero delle cause dei santi: da cinque «venerabili», tra cui Salvo D’Acquisto, a due nuovi santi, Bartolo Longo e Gregorio Hernandez. Il Papa, inoltre, «ha deciso di convocare un concistoro che riguarderà le prossime canonizzazioni».
La cosa potrebbe creare ansia, visto il precedente: l’11 febbraio 2013, Benedetto XVI annunciò la «rinuncia» al pontificato proprio alla fine di un concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Ma non è questo il caso, rassicurano Oltretevere, «non c’entra nulla», anche perché la data del concistoro non è stata definita. Del resto, dal Vaticano ieri sono continuati ad arrivare provvedimenti e comunicazioni, come e più che nei giorni normali, quasi Francesco volesse recuperare il tempo perduto. Francesco si alza dal letto per sedersi in poltrona, riceve, «ha ripreso l’attività lavorativa».
In effetti, l’udienza al Segretario di Stato e al Sostituto sembra indicare piuttosto la volontà di riprendere in mano i dossier principali che sta affrontando la Santa Sede e tenersi aggiornato: in una parola, governare la Chiesa. Nel frattempo ha mandato un lungo messaggio al Congresso di Lima sulla prevenzione degli abusi nella Chiesa, «bisogna estirpare questo cancro dalla società», richiamando alla responsabilità nell’uso dell’Intelligenza artificiale. E ha nominato due nuovi vescovi in Canada e in Brasile e due nuovi segretari generali del Governatorato del Vaticano.
Già all’indomani del ricovero, era divenuta ufficiale la nomina di suor Raffaella Petrini a presidente della pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano e presidente del Governatorato: francescana, 56 anni, sarà governatrice dal 1° marzo, prima donna ad assumere un incarico che finora era cardinalizio. Ieri il Papa ne ha precisato i poteri e le ha attribuito «la potestà di disporre e conferire ai Segretari Generali specifiche competenze o compiti».
Sempre ieri, è stato diffuso il messaggio di Francesco per la Quaresima, «Camminiamo insieme nella speranza». Nel testo, cita il predecessore: «Come ci ha insegnato nell’Enciclica Spe salvi il papa Benedetto XVI, “l’essere umano ha bisogno dell’amore incondizionato. Ha bisogno di quella certezza che gli fa dire: né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore... La morte è stata trasformata in vittoria e qui sta la fede e la grande speranza dei cristiani: nella risurrezione di Cristo» .
(fonte: Corriere della Sera, articolo di Gian Guido Vecchi 26/02/2025)