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mercoledì 13 febbraio 2019

"Abbi cura di me" - Una lettura teologica: un inno all'amore "che ci cambia dentro" di Pino Lorizio - Video e testo integrale


CRISTICCHI, IL SENSO DELLA VITA IN UNA CANZONE

Una lettura teologica di "Abbi cura di me": 
un inno all'amore "che ci cambia dentro"

di Pino Lorizio*

Al di là di chi ha vinto, delle polemiche e delle farse, mi sembra che "Abbi cura di me" di Simone Cristicchi meriti alcune sottolineature e qualche approfondimento.


Il prendersi cura è fondamentale in quella che oggi si denomina da più parti la “grammatica dell’umano”. Non basta creare e/o procreare: bisogna continuare. Si tratta della fondamentale tematica che la tradizione denominava “provvidenza”. Dio non solo crea, ma continua nella sua amorevole cura dell’umanità e non l’abbandona, nemmeno quando gli vengono date le spalle. Essere genitori non significa solo generare, ma aver cura dei propri figli. Amare non è solo innamorarsi, ma vivere nel quotidiano l’esperienza della cura.

Come dice la canzone: “non cercare un senso, perché tutto ha senso”. Cercare il senso dell’esistenza è decisivo, ma il senso del tutto non è frutto della nostra ricerca scientifica, filosofica o teologica. Il senso ci è donato in una rivelazione dell’amore che ci raggiunge e ci trascende. E se “in un chicco di grano si nasconde l’universo”, allora il microcosmo e il macrocosmo sono strettamente connessi e l’uno rimanda all’altro, perché “la natura è un libro di parole misteriose”. Infatti, come scriveva un poeta “maledetto”. “La natura è un tempio, dove pilastri viventi si lasciano sfuggire a volte confuse parole. L’uomo vi passa attraverso foreste di simboli…” (Baudelaire). In questo senso il miracolo è il tutto: l’essere partecipi di una totalità che ci abita e ci interpella continuamente.

E se “il tempo ti cambia fuori, ma l’amore ti cambia dentro”, allora l’unico fine/senso della vita è lasciarsi cambiare dall’amore autentico, “unico motore”, ovvero ciò che “muove il sole e le altre stelle” (Dante).
(fonte: Famiglia Cristiana)


*mons. Giuseppe Lorizio Attualmente è professore ordinario di Teologia fondamentale nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense. Ha insegnato tale disciplina anche nell'Istituto Superiore di Scienze Religiose "Ecclesia Mater", di cui è stato Preside dal 2003 al 2010. Dal 2001 al 2013 ha diretto l'area internazionale di ricerca su problemi di teologia fondamentale in prospettiva ecumenica presso la Pontificia Università Lateranense. È membro del Comitato scientifico della Rivista rosminiana di filosofia e di cultura, dei simposi rosminiani, della rivista Studium e della rivista Lateranum, che ha diretto dal 2005 al 2010 e di cui è di nuovo direttore dal gennaio 2015 per il prossimo quinquennio. È membro del Comitato nazionale per gli studi superiori di Teologia e di Scienze Religiose della Conferenza Episcopale Italiana. L'intrecciarsi e il rincorrersi della ricerca filosofica e del sapere della fede costituiscono l'orizzonte della sua esperienza di ricerca, espressa in numerosi lavori. In questa prospettiva da anni è impegnato nello studio della genesi del pensiero rosminiano.



A SANREMO 2019, IL DUETTO SIMONE CRISTICCHI - ERMAL META



Abbi cura di me

Adesso chiudi dolcemente gli occhi
E stammi ad ascoltare
Sono solo quattro accordi ed un pugno di parole
Più che perle di saggezza sono sassi di miniera
Che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera
Non cercare un senso a tutto
Perché tutto ha senso
Anche in un chicco di grano si nasconde l'universo
Perché la natura è un libro di parole misteriose
Dove niente è più grande delle piccole cose
È il fiore tra l'asfalto
Lo spettacolo del firmamento
È l'orchestra delle foglie che vibrano al vento
È la legna che brucia che scalda e torna cenere
La vita è l'unico miracolo a cui non puoi non credere
Perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi
E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri
Tu allora vivilo adesso
Come se fosse l'ultimo
E dai valore ad ogni singolo attimo

Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrò paura di cadere
Che siamo in equilibrio
Sulla parola insieme
Abbi cura di me
Abbi cura di me

Il tempo ti cambia fuori, l'amore ti cambia dentro
Basta mettersi al fianco invece di stare al centro
L'amore è l'unica strada, è l'unico motore
È la scintilla divina che custodisci nel cuore
Tu non cercare la felicità semmai proteggila
È solo luce che brilla sull'altra faccia di una lacrima
È una manciata di semi che lasci alle spalle
Come crisalidi che diventeranno farfalle
Ognuno combatte la propria battaglia
Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia
Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso
Perché l'impresa più grande è perdonare se stesso
Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo
Anche se sarà pesante
Come sollevare il mondo
E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte
E ti basta solo un passo per andare oltre

Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrai paura di cadere
Che nonostante tutto
Noi siamo ancora insieme
Abbi cura di me
Qualunque strada sceglierai, amore
Abbi cura di me
Abbi cura di me

Che tutto è così fragile
Adesso apri lentamente gli occhi e stammi vicino
Perché mi trema la voce come se fossi un bambino
Ma fino all'ultimo giorno in cui potrò respirare
Tu stringimi forte
E non lasciarmi andare
Abbi cura di me