Sono i giorni del rientro in classe, dei libri intonsi e dei grembiulini immacolati, del più intenso traffico in città. Per tutti è l’inizio di un altro anno che servirà a formare e far crescere un pezzo importante di società, quella del futuro: per questo i problemi dell’istruzione interessano tutti e non solo studenti e insegnanti. Questa volta sul banco ci si è messo anche il Governo affrontando un tema tanto ampio quanto di difficile soluzione, il rilancio della scuola.
Già dal titolo - "L’istruzione riparte" - dato al decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri si dichiara l'intenzione da parte del ministero dell'Istruzione di dare una spinta per crescere nuovamente. Con l’inizio del nuovo anno scolastico si segna anche l’avvio di una politica di intervento per cercare di risolvere - o almeno non peggiorare - le vecchie grane della formazione, dalla mancanza di risorse alla necessità di un reale sostegno per insegnanti e famiglie. Un provvedimento che è un primo passo, ma che necessita di una continuità per portare avanti i buoni propositi che contiene...
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E' una novità anche questa: il ministro conclude tra gli applausi degli studenti l'intervento per l'apertura dell'anno scolastico: "Ragazzi, siate ribelli e non accettate le cose come sono. Cambiate questo mondo, è lì che vi aspetta. Da queste aule escono le persone che ci salveranno dalla crisi e ricostruiranno l'Italia".
E dopo aver lanciato agli studenti questo monito rivoluzionario, Carrozza non dimentica di parlare agli insegnanti. Durante un'intervista a Radio Anch'io ha sottolineato l'importanza per i docenti di seguire "la rivoluzione digitale" in atto nella società e il loro dovere di stare al passo con i tempi.
"Io credo - ha spiegato il Ministro - che gli insegnanti vogliano aggiornarsi. Il problema è che non ci sono opportunità, già lo stipendio è molto basso e quindi sembra chiedere troppo. Dovremo quindi offrire strumenti per l'aggiornamento accessibili a tutti e compatibili con la vita degli insegnanti". "Secondo me - ha detto Carrozza concludendo il suo intervento - si andrà verso un aggiornamento obbligatorio però deve essere fatto nel modo opportuno e adeguato al sistema scolastico"....
A scuola la continuità didattica è un valore, ma in Italia è messa a dura prova. Cominciamo dal balletto dei supplenti che avviene nei primi mesi in molti istituti. Il gioco al ribasso condotto dal ministeri dell’Istruzione (dietro il quale si celavano le direttive del ministero dell’Economia, ovvero la “spending review”) aveva già portato a drastici tagli con la concessione di poco più di 11.200 immissioni in ruolo per il 2013. Ma il ministero ha deciso di spostare duemila cattedre di là da venire, e così ancora una volta la scuola italiana è vittima della discrepanza tra i posti messi a concorso e quelli che effettivamente vengono assegnati ai ruoli. E se genitori e studenti pensano che il problema sia confinato a docenti e precari e in fondo non li riguarda, si sbagliano di grosso...
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