La lettera che Francesco ha inviato a Eugenio Scalfari ha un'importanza enorme. Dopo anni passati a sentirci ripetere che il male oscuro che divora la cristianità è la dittatura del relativismo, oggi la più alta autorità della Chiesa ci viene a dire semplicemente che, anche per i credenti, la verità non è mai assoluta.
Per una cultura abituata ormai a procedere per contrapposizioni, anche molto approssimative, il relativismo è l'esatto opposto della verità assoluta, quindi chi nega quest'ultima automaticamente accetta il relativismo... Il papa è impazzito? Vuole contraddire Ratzinger?
Certo che no. Ha solo cambiato il piano del discorso...
In una lettera sola papa Bergoglio ha riattualizzato tutti i temi più cari del Concilio: il primato della coscienza, il dialogo fraterno col mondo, il riconoscimento della radice ebraica, la missione come servizio, l'opzione preferenziale verso i poveri.
Quattro paginette che stanno facendo il giro del mondo, vengono tradotte in tutte le lingue ma, soprattutto, stanno facendo ringiovanire la Chiesa di mezzo secolo.
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Nelle riflessioni su Amore e Verità rivedo le idee del cardinal Martini
di Massimo Cacciari
(Filosofo e politico)
Le riflessioni di papa Francesco mi sembrano riprendere le idee che il cardinale Martini aveva cercato di proporre alla Chiesa tutta, in particolare con «la Cattedra dei non credenti», idee nel cui solco già si muove il «Cortile dei Gentili» diretto dal cardinale Ravasi. La grande novità sta nel fatto che questa «linea» di pensiero e di azione è oggi fatta propria dallo stesso pontefice! Non è possibile qui specificare la complessità di questa «linea». Ma il problema non è riducibile a una dimensione metodologica. Affermare che Dio è Amore; di più: che Dio è Relazione — formule in sé ortodosse — e affermare, più ancora, che la Verità cristiana essendo propria del Dio-Relazione non può essere intesa assolutisticamente, o anche — citazione di sant’Anselmo — che Dio non è dimostrabile col pensiero essendo più grande dello stesso pensiero — tutto ciò solleva questioni di capitale importanza teologica e di capitale importanza per la stessa forma politica della Chiesa anche come figura storica. (fonte: “la Repubblica”)
Una svolta le parole per gli ebrei questo pontificato non smette di stupire
di Riccardo Di Segni
(Rabbino capo di Roma)
Questo pontificato non smette di sorprendere, ma le idee che Francesco esprime non sono certamente eterodosse. Sono presenti nella tradizione cristiana o si sono affermate più recentemente sulla scia del Concilio come dialogo e tolleranza, ma è la forza con cui le esprime e la capacità di trovare ascolto e risonanza che stupisce. Il fatto che l’ebraismo sia radice santa del cristianesimo è fondamentale, ma molte correnti teologiche soprattutto protestanti hanno cercato di sminuirlo.
Opponendosi a queste correnti, Francesco è coerente col magistero di Benedetto. Decisamente notevole è l’espressione di gratitudine agli ebrei per la loro perseveranza nella fede.
Paradossalmente, dopo secoli di predicazione cristiana contro la «superstizione giudaica» e la vanità dell’attesa messianica, oggi la fedeltà ebraica diventa un modello per i cristiani e per l’umanità, e questa è una svolta non improvvisa ma molto significativa di cui anche gli ebrei dovranno prendere coscienza. (fonte: “la Repubblica”)
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