S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
14 giugno 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco: "non nascondiamoci dai nostri peccati"
L’unico modo per ricevere realmente il dono della salvezza di Cristo è riconoscerci con sincerità deboli e peccatori, evitando ogni forma di autogiustificazione. Papa Francesco lo ha affermato all’omelia della Messa di questa mattina, celebrata nella cappella di Casa S. Marta.
Consapevole di essere un debole vaso di creta, eppure custode di un grande tesoro che gli è stato donato in modo del tutto gratuito. È questo il seguace di Cristo davanti al suo Signore. Papa Francesco ricava lo spunto di riflessione dalla Lettera in cui Paolo spiega ai cristiani di Corinto che, perché sia chiaro che la “straordinaria potenza” della fede è opera di Dio, essa è stata riversata in uomini peccatori, in “vasi di creta”, appunto. Ma proprio dal rapporto “tra la grazia e la potenza di Gesù Cristo” e noi poveri peccatori scaturisce, osserva il Papa, “il dialogo della salvezza”. E tuttavia, nota, questo dialogo deve rifuggire da qualsiasi “autogiustificazione”, “deve essere come noi siamo”...
“Anche, questo è il modello dell’umiltà di noi preti, di noi sacerdoti. Se noi ci vantiamo soltanto del nostro curriculum e niente più, finiremo sbagliati. Non possiamo annunziare Gesù Cristo Salvatore perché nel fondo non lo sentiamo. Ma dobbiamo essere umili, ma con un’umiltà reale, con nome e cognome: ‘Io sono peccatore per questo, per questo, per questo’. Come fa Paolo: ‘Ho perseguitato la Chiesa”, come fa lui, peccatori concreti. Non peccatori con quella umiltà che sembra più faccia da immaginetta, no? Eh no, l’umiltà forte”...
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