Lectio del Vangelo della domenica
a cura di fr. Egidio Palumbo
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
VI domenica T.O./B - 12.02.2012
Dopo la sinagoga e la casa, l’altro ambito del ministero di Gesù è il luogo comune della strada. E, si sa, la strada è teatro di contatti e di relazioni, di grandi discriminazioni e ingiustizie, come pure di grandi opere di risanamento e di ricostruzione della vita.
Nella pagina di questa domenica (Mc 1,40-45) il Signore incontra per strada un lebbroso: un uomo che si porta la morte addosso, un uomo che per non contagiare è costretto a stare in isolamento, lontano da ogni forma di partecipazione alla vita sociale e religiosa.
Ma la lebbra non è solo una malattia fisica, è anche una malattia esistenziale, spirituale, sociale e ambientale, riguarda cioè il nostro modo di prendere contatto con le persone e con l’ambiente.
C’è un modo, insipiente e senza discernimento, che nel contatto con le persone discrimina, emargina e corrompe, e che nel contatto con le cose manipola, mescola e inquina a proprio uso e consumo.
E c’è un modo sapiente che sa discernere il contatto con le persone, impara a relazionarsi nel rispetto, nel dialogo e nella verità; e anche nel contatto con le cose impara ad usarle per il bene suo e degli altri...
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