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venerdì 24 febbraio 2012

Il digiuno cristiano/1

In una stagione in cui i modelli offerti soprattutto alle giovani generazioni sono quelli della vanità, del successo a ogni costo, dell’esibizione, dell’incontinenza verbale e comportamentale, i cristiani dovrebbero avere il coraggio e la franchezza di testimoniare messaggi capaci di aiutare gli uomini a percorrere cammini di liberazione e non di asservimento a idoli e miti illusori e fallaci. E la Quaresima, tempo di “esercizio” per una vita spirituale più profonda e autentica, può essere l’occasione per richiamare tutti all’etica perché il problema economico, politico e sociale che affligge l’occidente è in ampia misura di natura etica, dunque un problema di coscienze e di scelte individuali che plasmano e progettano la convivenza civile.
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Una ragionevole pratica del digiuno è da sempre raccomandata dalle religioni, dall'ascetismo morale e dalla cura della salute fisica. Intendo qui per “digiuno” una moderata, volontaria, periodica e metodica astensione dagli alimenti, soprattutto quelli più pesanti per la salute, pratica finalizzata ad un perfezionamento della vita morale sotto le tre suddette angolature: religiosa, in quanto esso rappresenta un sacrificio cultuale e quindi avvicina a Dio; morale, in quanto, mediante un saggio dominio dell’appetito del cibo, modera le passioni, rafforza la volontà e favorisce la vita intellettuale; sanitaria, in quanto evita di affaticare le funzioni digestive, snellisce e irrobustisce l’agilità del corpo, allunga la vita. 
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Il digiuno che piace al Signore