Sammy Basso diventerà beato?
Il vescovo di Vicenza: “Lo chiedono in molti, ci vuole tempo”
Il prelato non esclude di poter aprire una causa per la beatificazione del ricercatore vicentino affetto da progeria e stroncato da un malore. Ecco come funziona il processo delle Cause dei Santi
I funerali di Sammy Basso, il ricercatore vicentino affetto da progeria e stroncato da un malore a 28 anni
Sammy Basso potrebbe diventare Beato. La morte del ricercatore vicentino affetto da progeria continua a mostrare segnali di grande stima e di affetto, tanto da mettere in campo il desiderio, espresso da molti, perché si avvii il processo di beatificazione. Stroncato da un malore all’età di 28 anni - che per un malato di progeria è quasi un miracolo, visto che mediamente l’aspettativa di vita si aggira intorno ai vent’anni - Sammy è diventato un’icona di coraggio, resilienza e fede.
“In questi giorni è emerso il profilo spirituale di Sammy, che ha espresso una santità nella vita ordinaria assieme a una profondità interiore straordinaria”, ha detto il vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto, durante un evento a Mestre. “Non escludo la possibilità di aprire per lui, tra cinque anni, come prevede l'attuale procedura canonica, la causa di beatificazione”, ha aggiunto il vescovo.
Sammy beato? “Lo chiedono in molti”
L’alto prelato ha espresso la sua disponibilità a seguire la causa, perché “in molti chiedono la beatificazione”, primo passaggio per la santità. Brugnotto ha sottolineato che i tempi sono lunghi e che per l'avvio della pratica bisognerà attendere almeno cinque anni. Per la beatificazione occorre dimostrare una “fama di santità'" della persona e il riconoscimento di un miracolo dovuto alla sua intercessione.
Come funziona la causa di beatificazione
Il dicastero vaticano delle Cause dei Santi ricorda che per l'avvio del percorso è necessaria una “fama di santità” della persona, legata all'opinione comune secondo cui la vita del ‘candidato’ a diventare beato è stata integra e ricca di virtù cristiane.
Il primo eventuale passaggio è il riconoscimento di Sammy quale ”Servo di Dio” e quindi di “Venerabile”. Poi per la beatificazione - a meno che non venga riconosciuto il martirio, che in questo caso è improbabile - si deve produrre la prova del miracolo per sua intercessione.
Chi era Sammy Basso
Morto all’età di 28 anni, Sammy era il più longevo malato al mondo affetto dalla sindrome della progeria di Hutchinson-Gilford, una patologia molto rara che porta all’invecchiamento precoce delle cellule e dell'organismo. Il decesso è avvenuto all’improvviso il 5 ottobre scorso: Sammy è stato colto da un malore mentre si trovava in un ristorante del Trevigiano.
Nato a Schio e vissuto nella vicina Tezze sul Brenta, nel Vicentino, Sammy Basso, era il paziente più longevo al mondo affetto da progeria e ha dedicato la sua breve vita alla ricerca scientifica e alla sensibilizzazione su questa rarissima malattia genetica che causa un invecchiamento precoce.
Il vescovo ha sottolineato come Sammy abbia evidenziato "una santità nella vita ordinaria insieme a una profondità interiore straordinaria", di cui sono giunte numerose testimonianze alla diocesi. Per la beatificazione occorre dimostrare una “fama di santita'" della persona e il riconoscimento di un miracolo dovuto alla sua intercessione.
(fonte: Il Resto del Carlino 13/10/2024)
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Le parole di Sammy
Omelia di mons. Giuliano Brugnotto e testamento spirituale di Sammy Basso
OMELIA nella Celebrazione Eucaristica con il saluto cristiano a Sammy Basso
Tezze sul Brenta, 11 ottobre 2024
Letture: 1 Cor 13,1-10; Sal 90; Mt 5,1-12
Nel giorno in cui ricordiamo il papa buono, San Giovanni XXIII, ci siamo riuniti insieme per salutare il nostro caro Sammy. Abbiamo ascoltato la splendida pagina dell’inno alla carità. In esso si esprimono le caratteristiche dell’amore di Gesù: Sammy le ha fatte sue. Insieme alle beatitudini del Vangelo sono state il suo programma di vita.
Il senso di ciò che stiamo vivendo, Sammy ha voluto dircelo con un testo, scritto il 22 settembre 2017, e aperto dai suoi genitori dopo la sua morte. È la sua ultima testimonianza che svela il senso dell’intera sua esistenza. Io non ho parole evangeliche più pregnanti delle sue. Ho pensato che in questo momento la cosa più sensata è prestare la voce a Sammy.
Carissimi,
Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa lettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l’ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non poter consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso…
E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell’ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l’essenziale senza cose superflue o altro….
Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la Progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte. Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.
Ho cercato di vivere più pienamente possibile, tuttavia ho fatto i miei sbagli, come ogni persona, come ogni peccatore. Sognavo di diventare una persona di cui si parlasse nei libri di scuola, una persona che fosse degna di essere ricordata ai posteri, una persona che, come i grandi del passato, quando la si nomina, lo si fa con reverenza. Non nego che, sebbene la mia intenzione era di essere un grande della storia per avere fatto del bene, una parte di questo desiderio era anche dovuto ad egoismo. L’egoismo di chi semplicemente vuole sentirsi di più degli altri. Ho lottato con ogni mia forza questo malsano desiderio, sapendo bene che Dio non ama chi fa le cose per sé, ma nonostante ciò non sempre ci sono riuscito. Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa lettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione… perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta intorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma la fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!
In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questo a mio parare, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.
Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio.
Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così che vorrei essere ricordato.
Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.
Anche a solo dirne il nome, a vote, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c’è niente di male, anche Gesù ha avuto paura.
È la paura dell’ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se lei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c’è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c’è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!
Per un Cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l’unico modo per vivere realmente, è l’unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l’unico modo per vedere finalmente il Suo Volto.
E da Cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato.
L’unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell’ultimo mio momento, di veder la morte come la vedeva San Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch’io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.
Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile.
Lui, il nostro Dio, l’unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non Lui. Perciò, sebbene non c’è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e lo ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.
Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.
Ora vi lascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora….
Famiglia mia, fratelli miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi,
Vi voglio bene.
Sammy
PS: State tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato…
Noi siamo qui riuniti e ci uniamo a Sammy per dire con lui il nostro grazie a Dio Padre. Grazie per avercelo donato come figlio, come amico, come scienziato, come testimone di vita e di fede… anche con queste sue benedette parole ultime.
+ vescovo Giuliano
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"Diamo tristi il lieto annuncio"