Tonio dell'Olio
Don Elio Monari
PUBBLICATO IN MOSAICO DEI GIORNI IL 17 LUGLIO 2024
Ottant'anni fa, il 16 luglio 1944, don Elio Monari veniva fucilato dai nazisti a Firenze dopo essere stato arrestato e brutalmente torturato per dieci interminabili giorni. Non parlò. Don Elio era cappellano di un'unità partigiana.
La sua talare insanguinata fu ritrovata a distanza di qualche giorno, ma il suo corpo solo dodici anni dopo, sepolto nel parco delle Cascine. Nella memoria che accompagna l'onorificenza della medaglia d'oro si legge tra l'altro: "Ministro di cristiana carità e patriota di sicura fede, subito dopo l'armistizio si prodigava con solerte e generosa attività nel soccorrere internati italiani e prigionieri alleati, molti ponendo in salvo e alcuni sottraendo a morte sicura. Primo tra i cappellani di unità partigiane operanti nell'Appennino modenese era a tutti di indimenticabile esempio (…). Per soccorrere un morente presso le linee nemiche e (come aveva a dire ai compagni prima di uscire dai ripari) per dare la vita allo scopo di salvare un'anima, veniva catturato dai tedeschi, spogliato delle vesti sacerdotali, brutalmente percosso e avviato a lungo martirio nelle carceri di Firenze. Fra le atroci sevizie, sopportate con la fermezza dei forti, sempre incoraggiava e confortava i compagni sofferenti e li benediceva prima di avviarsi all'estremo sacrificio. Firenze, Piazza Washington, luglio 1944".
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Don Milani e don Monari,
preti dalla parte degli oppressi
La vita di don Lorenzo Milani, morto a 44 anni per una grave forma di leucemia, è stata breve, ma ha segnato profondamente la Chiesa e la società a partire dagli anni Sessanta. ...
... Quest’anno, il 16 luglio, ricorre l’ottantesimo anniversario della morte di don Elio Monari: una guida dei giovani in tempi terribili, organizzatore di una rete di soccorso a favore di ebrei, prigionieri e antifascisti. ...
Preti che vissero il Vangelo
Approfondendo la conoscenza di queste due esperienze straordinarie, è possibile suggerire dei parallelismi e delle analogie: innanzitutto la dimensione sacerdotale che, per entrambi, è stata la fonte e la base di ogni loro scelta e impegno.
Vissero il Vangelo mettendosi dalla parte dei poveri e dei diseredati che, per don Elio Monari, avevano il volto dei soldati alleati che fuggivano, degli ebrei perseguitati, dei giovani che volevano un’Italia democratica e libera; per don Milani, si identificavano nei ragazzi sfruttati nelle aziende tessili vicino a Calenzano e nei figli dei contadini e dei montanari analfabeti e umiliati di Barbiana.
Seppero entrambi precorrere i tempi e volere un cambiamento che ridesse dignità alle persone a loro affidate: liberando l’Italia invasa e umiliata dalle truppe tedesche e dal governo violento e fittizio della Repubblica Sociale, per don Monari, e attuando i principi sanciti dalla Costituzione italiana approvata nel 1948, fondata proprio sul riconoscimento di quei diritti che la dittatura fascista e la guerra avevano negato, attraverso l’impegno nella scuola e nell’istruzione civile per don Milani.
Ci sono poi alcune date significative delle due biografie che sembrano corrispondersi ...