S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
27 novembre 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco:
“non cediamo al male, ma viviamo nella speranza”
Anche in mezzo a tante difficoltà, il cristiano non ceda alla depressione. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Papa ha dunque avvertito che “corruzione” e “distrazione” ci allontanano dall’incontro con il Signore.
Babilonia e Gerusalemme. Nella sua omelia, Francesco ha preso spunto da queste due città di cui parla la Prima Lettura tratta dall’Apocalisse e il Vangelo di San Luca. Il Papa ha sottolineato che entrambe le letture attirano la nostra attenzione sulla fine di questo mondo. E per meditare, ha notato, ci parla del “crollo di due città che non hanno accolto il Signore, che si sono allontanate” da Lui. Il crollo di queste due città, ha precisato, “avviene per motivi differenti”.
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“Babilonia cade per corruzione; Gerusalemme per distrazione, per non ricevere il Signore che viene a salvarla. Non si sentiva bisognosa di salvezza. Aveva gli scritti dei profeti, di Mosè e questo le era sufficiente. Ma scritti chiusi! Non lasciava posto per essere salvata: aveva la porta chiuse per il Signore! Il Signore bussava alla porta, ma non c’era disponibilità di riceverlo, di ascoltarlo, di lasciarsi salvare da Lui. E cade…”
Questi due esempi, ha osservato, “ci possono fare pensare alla nostra vita”: siamo simili alla “corrotta e sufficiente Babilonia” o alla “distratta” Gerusalemme? Tuttavia, ha tenuto a sottolineare, “il messaggio della Chiesa in questi giorni non finisce con la distruzione: in tutte e due i testi, c’è una promessa di speranza”. Gesù, ha affermato, ci esorta ad alzare il capo, a non lasciarsi “spaventare dai pagani”. Questi, ha detto, “hanno il loro tempo e dobbiamo sopportarlo con pazienza, come ha sopportato il Signore la sua Passione”:
“Quando pensiamo alla fine, con tutti i nostri peccati, con tutta la nostra storia, pensiamo al banchetto che gratuitamente ci sarà dato e alziamo il capo. Niente depressione: speranza! Ma la realtà è brutta: ci sono tanti, tanti popoli, città e gente, tanta gente, che soffre; tante guerre, tanto odio, tanta invidia, tanta mondanità spirituale e tanta corruzione. Sì, è vero! Tutto questo cadrà! Ma chiediamo al Signore la grazia di essere preparati per il banchetto che ci aspetta, col capo sempre alto”.
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