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martedì 6 maggio 2014

Giuliana Martirani: UNA RILETTURA DEI DISCEPOLI DI EMMAUS Pensando a Don Peppe Diana


UNA RILETTURA DEI DISCEPOLI DI EMMAUS 
Pensando a Don Peppe Diana ucciso a Casal di Principe 
(Lc 24,13-35)

Il giorno di Pasqua Enrico e Bruno si misero in auto, mogi mogi e con una infinita tristezza nel cuore, per andare al paese di Peppino, distante dalla città solo pochi chilometri. Strada facendo si misero a chiacchierare degli avvenimenti che erano successi. Sulla strada statale un uomo faceva l'autostop. Ne ebbero compassione e lo fecero salire. Lo guardarono, sembrava una faccia conosciuta, ma non riuscirono a capire chi gli ricordasse. Lo sconosciuto, prestò subito attenzione alle loro parole, e chiese di che stessero parlando con tanta amarezza e tristezza.
Essi si guardarono in faccia stupiti e lo apostrofarono: "Vivi fuori del mondo, caro mio, se non sai quello che è successo. Sei l'unico a non saperlo". Ma lo sconosciuto, li incalzò: "che cosa è successo?"I due si guardarono con uno sguardo di commiserazione ed Enrico incominciò a parlare. "Hanno ucciso Don Peppino, il nostro amico prete. Era un uomo speciale come ce ne sono pochi oggi, amato dai credenti e dai non credenti, ed era speciale sia per quello che diceva- sempre parole di verità dalla sua bocca- che per quello che faceva, un uomo retto e giusto, un uomo buono. Con altri suoi amici sacerdoti aveva fatto una pubblica denuncia della delinquenza organizzata. La camorra lo ha ucciso in chiesa mentre stava andando a celebrare la Messa. Noi speravamo molto in lui, che ci aiutasse ad uscire dalla triste situazione nella quale ci troviamo, di violenza, disonestà, rancori, rabbie, guerre, miseria, morti violente...
Allora lo straniero, che aveva ascoltato con molta attenzione ma anche con un dolce sorriso tutto il racconto, guardò il conducente e il suo amico e così li apostrofò : "siete credenti o atei? Ma non sono forse scritte tutte queste cose nella Bibbia? Non c'è forse scritto che il seme deve morire per dare frutto, e che i giusti saranno perseguitati, e che non c'è amore più grande che dare la vita per i propri amici? Non c'è forse scritto che non bisogna temere la morte fisica perchè risorgeremo?" Continuò per un pezzo con una lunga catechesi che lasciò a occhi aperti e cuore pieno di spirito i due amici.
Arrivarono intanto al paese e lo straniero disse loro di lasciarlo lì sulla statale perchè potesse chiedere un altro passaggio e continuare il suo viaggio. Ma Enrico e Bruno gli dissero amabilmente "resta con noi, si fa sera, non ci va di lasciarti sulla strada a quest'ora, mangiamo insieme, ti riposi e domani riparti." E lo straniero acconsentì.
Arrivati alla casa di Enrico, trovarono che le donne avevano già preparato tutto per la cena. Si misero a tavola e lo straniero li guardò dolcemente negli occhi, prese la pagnotta di pane sulla tavola, la spezzò con le mani come si fa ancora in campagna, la benedisse, ringraziò Dio per quel pane e lo distribuì a quanti erano a tavola con loro. 
In quello stesso momento Enrico e Bruno si guardarono l'un l'altro esterrefatti perchè finalmente capirono chi gli ricordava quello sconosciuto: riconobbero il loro amico prete.... Poi si girarono ma non lo videro più, e capirono.
"Ecco perchè ci sentivamo come in Paradiso, insieme a lui", si dissero l'un l'altro i due amici, ecco perchè ci sentivamo così felici mentre lui parlava e ci spiegava la Bibbia".

Ascolta figlio mio, ascolta figlia mia ciò che dice tua madre,
non disprezzare ciò che ti insegna tuo padre,
perchè ciò che essi oggi ti dicono sarà domani come uno splendido gioiello
che darà splendore e bellezza alla tua esistenza.

Figlio mio, figlia mia se dei giovani spavaldi e buffoni,
se delle cattive e malevole compagne ti vogliono portare sulla cattiva strada
tu dì un secco e deciso 'no' a tutti i loro inviti.
Se ti dicono: 'Con l'amico fatti furbo, pensa a te, pensa piuttosto a far soldi sennò non sei nessuno!
non andare con loro, per le loro strade. Tieniti caparbiamente lontano da loro,
non prendere appuntamenti con loro e se ti invitano con insistenza gira le spalle
e allontanati senza neanche scendere a spiegazioni, perchè non ti intrappolino con la loro parlantina.

I loro piani, infatti, li portano dritti dritti nelle mani dei criminali
che li indurranno a fare progetti di morte per gli innocenti.
Figlio mio, figlia mia non farti intrappolare dalle reti che tendono sotto i tuoi occhi.
Perchè essi non lo sanno, ma quella stessa trappola che tendono ad altri alla fine intrappolerà loro stessi.
Perchè questa è la fine di chi si dà alla disonestà, al guadagno facile, alla malavita.
E' la cupidigia, infatti, è il desiderare tutto ciò che si vede nei negozi
o che viene ammannito dagli spot pubblicitari, che alla fine porta alla distruzione 
tutti quelli che da questo desiderio si lasciano avvincere e intrappolare.
(Pr 1,8-19)
Giuliana Martirani

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