S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
3 marzo 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco:
“preghiamo perchè suore e preti siano liberi dall'idolatria”
Chiedere al Signore di mandare alla sua Chiesa suore e preti liberi «dall’idolatria della vanità, dall’idolatria della superbia, dall’idolatria del potere, dall’idolatria del denaro». Pregare con la consapevolezza che le vocazioni ci sono, ma che occorrono giovani coraggiosi, capaci di rispondere alla chiamata seguendo Gesù «da vicino» e avendo il cuore solo per lui. E' questa la «preghiera per le vocazioni» che Papa Francesco ha indicato durante la messa celebrata lunedì mattina, 3 marzo, a Santa Marta.
A dare spunto alla meditazione del Pontefice su questo tema è stato il passo evangelico che racconta l’incontro di Gesù con il giovane ricco (Marco 10,17-27). È «una storia», ha detto, che «abbiamo sentito tante volte»: un uomo «cerca Gesù e si getta in ginocchio davanti a lui». E lo fa «davanti a tutta la folla» perché «aveva tanta voglia di sentire le parole di Gesù» e «nel suo cuore qualcosa lo spingeva». Così, «in ginocchio davanti a lui» gli chiede cosa debba fare per avere in eredità la vita eterna. A muovere il cuore di quest’uomo, ha notato il Papa, «era lo Spirito Santo». Era infatti «un uomo buono — ha spiegato tracciandone il profilo — perché fin dalla sua giovinezza aveva osservato i comandamenti». Essere «buono» però «non era sufficiente per lui: voleva di più! Lo Spirito Santo lo spingeva!».
Infatti, ha proseguito il Pontefice, «Gesù fissò lo sguardo su di lui, contento di sentire queste cose». Tanto che «il Vangelo dice che lo amò». Dunque «anche Gesù sentiva questo entusiasmo. E gli dà la proposta: vendi tutto e vieni con me a predicare il Vangelo!». Ma, si legge nel racconto dell'evangelista, «l’uomo, sentendo queste parole, si fece scuro in volto e se ne andò rattristato».
Quell’uomo buono «era venuto con speranza, con gioia, a trovare Gesù. Ha fatto la sua domanda. Ha sentito le parole di Gesù. E prende una decisione: andarsene». Così «quella gioia che lo spingeva, la gioia dello Spirito Santo, diviene tristezza». Marco racconta infatti che «se ne andò rattristato perché possedeva tanti beni».
Il problema, ha commentato il Papa, era che il «suo cuore inquieto» per via dello «Spirito Santo, che lo spingeva ad avvicinarsi a Gesù e a seguirlo, era un cuore pieno». Ma «lui non ha avuto il coraggio di svuotarlo. E ha fatto la scelta: i soldi!». Aveva «un cuore pieno di soldi». Eppure non «era un ladro, un reo. Era un uomo buono: mai aveva rubato, mai truffato». I suoi «erano soldi onesti». Ma «il suo cuore era imprigionato lì, era legato ai soldi e non aveva la libertà di scegliere». Così, alla fine, «i soldi hanno scelto per lui».
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