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sabato 1 marzo 2014

L'identikit del Vescovo secondo Francesco

È un discorso lungo e accorato quello che il Papa ha rivolto oggi ai membri della Congregazione per i Vescovi riuniti in Sala Bologna nel Palazzo Apostolico per una riunione non consueta. Papa Francesco a molto a cuore la identità dei vescovi, e in effetti i suoi discorsi più programmatici da pontefice li ha rivolti proprio ai vescovi. In Brasile ad Aparecida e al Celam...

Non è questione di “contabilità”, ma di capacità di “vedere le cose dall’alto”. Non servono manager o amministratori delegati di un’azienda, ma uomini che sappiano guardare “l’ampiezza del campo di Dio più del proprio giardino”. Rivolgendosi ai membri della Congregazione per i vescovi, con il discorso finora più ampio in quasi un anno di pontificato, Papa Francesco non ha usato mezzi termini: “Questa Congregazione esiste - ha spiegato fin dall’inizio - per assicurarsi che il nome di chi è scelto sia prima di tutto pronunciato dal Signore”. E ancora: “Nel firmare la nomina di ogni vescovo vorrei poter toccare l’autorevolezza del vostro discernimento e la grandezza di orizzonti con la quale matura il vostro consiglio”. 
Al centro del suo discorso programmatico, l’identikit del vescovo, partendo dalla consapevolezza che “non esiste un pastore standard per tutte le Chiese” e dall’invito ad “abbandonare il piccolo cabotaggio delle nostre barche per seguire la rotta della grande nave della Chiesa di Dio”. “Le scelte non possono essere dettate dalle nostre pretese, condizionate da eventuali scuderie, consorterie o egemonie”, ha ammonito il Papa, secondo il quale la Chiesa non ha bisogno di vescovi “apologeti delle proprie cause né crociati delle proprie battaglie”, ma di “uomini custodi della dottrina per affascinare il mondo”...


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