Un incontro molto cordiale. Un forum interreligioso tra cristiani e comunità ebraica. “Papa Francesco in Terra Santa: un segno di speranza per la pace tra le religioni": e’ il tema scelto dall’Elijah Interfaith Institute per l’incontro che si e’ svolto a Gerusalemme domenica 2 febbraio.
Già in apertura del forum, Peta Pellach ha espresso l’affetto della comunità ebraica per il nuovo papa e lo ha chiamato "il mio papà".
Per il rabbino David Rosen, il documento Nostra Aetate, che per primo tratta il rapporto tra ebrei e cristiani, ha aperto la porta al dialogo. E ha ribadito: "Viviamo in un momento storico rivoluzionario".
RABBINO DAVID ROSEN
International Director of Interreligious Affairs – American Jewish Committee
“E’ una storica trasformazione, non paragonabile con nessuna altra relazione. Dobbiamo ricordarci che la storia e’ prima di tutto tragica, di negazione. E questa riscoperta, di quello che papa Francesco sta ripetendo dopo papa Benedetto e Giovanni Paolo II è la fraternità”.
Il rabbino David Rosen ha accompagnato Giovanni Paolo II nel 2000 nello storico incontro con la comunità ebraica e Benedetto XVI, nel 2009, all’incontro con i rabbini capo di Israele. Due momenti storici, con la visita dei due pontefici in Terra Santa.
RABBINO DAVID ROSEN
International Director of Interreligious Affairs - American Jewish Committee
“Giovanni Paolo II, quando si riferiva al popolo ebraico diceva: ‘fratelli maggiori’. Mentre Benedetto XVI diceva: ’Forse non bisogna parlare di fratelli maggiori, perché nella Bibbia ebraica i fratelli maggiori non escono sempre bene; dunque lui preferiva parlare di ‘discendenza. Questa comprensione, sensibilità è storica, è una cosa nuova , è una rivoluzione che ha solo 50 anni, E’ emozionante, direi una manifestazione dello Spirito Santo che ha riportato alla riscoperta, all’unità degli ebrei con il mondo cristiano, sempre più ravvicinati, sotto la guida di questi Papi”.
Anche Mons. William Shomali è ottimista sul cammino già percorso e ha speranza su quello che deve venire. Ma avverte che, anche vivendo nell'era della comunicazione, non possiamo aspettarci risultati immediati. C’è un tempo per ogni cosa.
L’Interfaith Institute Elias è un'organizzazione internazionale che si propone di promuovere la pace tra comunità di fede diversa nel mondo, attraverso il dialogo interreligioso.
RABBINO ALON GOSHEN GOTTSTEIN
Fondatore Elijah Interfaith Institute
“Come siamo arrivati a questa idea? Attraverso l’ispirazione del profeta Elia. Ecco il perché del nome: qualcuno che dia una visione di una futura pace, per la comprensione delle persone”.
A proposito di dialogo interreligioso, Peta Pellach ritiene che le donne abbiamo un ruolo molto importante.
PETA PELLACH
Educational Director – Elijah Interfaith Institute
“Spesso gli uomini rappresentano istituzioni o posizioni formali e si sentono molto legati e costretti dalla posizione ufficiale della Chiesa o dell’Organizzazione, mentre le donne possono parlare molto di più dal cuore, le donne possono parlare da una posizione profonda, da una profonda umanità e non necessariamente ‘costrette’ dalla posizione ufficiale di una organizzazione”.
Con forme diverse, parlando con il cuore, con la ragione, ma soprattutto dando continuità al percorso intrapreso, senza negare la storia di vicinanza.
RABBINO DAVID ROSEN
International Director of Interreligious Affairs – American Jewish Committee
“Questo Papa ha servito una comunità, dove aveva rapporti con la comunità ebraica. E’ stata un’esperienza: ha aperto la cattedrale per il giorno della Shoah, la commemorazione dell’ Olocausto, ha visitato le sinagoghe , ha celebrato le feste ebraiche, ha scritto un libro con un rabbino. Questo è inimmaginabile. Se avessi detto ai miei nonni che un giorno ci sarebbe stato un Papa che avrebbe scritto un libro con un rabbino, avrebbero sicuramente pensato a uno scherzo, a una cosa non credibile. Non solo abbiamo un papa che ha confermato la via tracciata, ma abbiamo un Papa che ha avuto relazioni personali ma che è ancora più profondo in queste relazioni”.
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