MIGRANTI IN VIAGGIO VERSO LA MORTE
NON VERSO L'EUROPA
La commissaria Ue per le migrazioni parla del più grave naufragio avvenuto nel Mediterraneo e punta il dito contro gli scafisti. L'arcivescovo di Palermo: "Senza vie legali di migrazione siamo complici delle morti"
«Non abbiamo ancora tutte le informazioni di quello che è successo, ma sembra essere la tragedia più grande nel Mediterraneo», commenta la commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson. «I trafficanti che mettono queste persone su queste barche non le stanno mandando verso l'Europa, le stanno mandando verso la morte». Al largo di Pylos, nelle acque internazionali di fronte alla Grecia soltanto 104 dei circa 700 imbarcati sul mezzo diretto verso l’Italia sono stati tratti in salvo. E mentre l’Europa si chiede cosa fare e le organizzazioni non governative chiedono indagini per accertare le responsabilità della tragedia, l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, dà voce al pensiero della Chiesa sottolineando che «la linea rigorista dei nostri governi nazionali e della Comunità europea è un'industria di morte di innocenti che condanniamo a morire due volte. Una politica che non previene le stragi ma le determina consapevolmente tradisce la costitutiva missione della costruzione della polis umana».
Inoltre, continua, «se le nostre città europee perdono il dovere umano di accogliere quanti sono disposti ad affrontare la morte pur di fuggire dalla disperazione e dalla guerra, non avranno altro futuro se non quello di nuove città di Babele in preda all'empietà e alla violenza. I cuori che si raffreddano diventano insensibili, indifferenti, sospettosi, e violenti. Non soccorrere chi rischia la vita, non salvare esseri umani (750 persone, membri della famiglia umana) è un crimine. Non educare all'accoglienza significa formare alla violenza. Ci indigniamo come cittadini e come cristiani e chiediamo prontamente scelte concrete per una politica migratoria libera da populismi e da interessi di parte, intelligente, accogliente e inclusiva». Secondo monsignor Lorefice «non aprire vie legali di approdo dei migranti e di redistribuzione solidale nei paesi europei equivale a un sostegno diretto e consapevole alle industrie mafiose internazionali che hanno messo le mani sull'affare migrazioni da povertà economica e conflitti bellici determinati e fomentati ipocritamente da noi occidentali», significa «consacrare respingimenti, naufragi e reclusione nei tanti lager dei paesi di frontiera, in primis della Libia, lager di cui tutti abbiamo consapevolezza».
(fonte: Famiglia Cristiana 17/06/2023)
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