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venerdì 2 giugno 2023

I movimenti cattolici chiedono all'Italia di dire "no" a guerra e armi nucleari (Testo e video)

I movimenti cattolici 
chiedono all'Italia di dire "no" 
a guerra e armi nucleari
 (Testo e video)

Ieri in una conferenza alla Camera dei Deputati, organizzata dalle Acli e con la partecipazione di numerose associazioni pacifiste, è stato chiesto al Parlamento italiano di ratificare il Trattato delle Nazioni Unite di proibizione delle armi nucleari. Don Renato Sacco di Pax Christi: "Con la guerra in Ucraina l'atomica è tornata sul tavolo. Non possiamo rischiare che un incidente o la volontà di qualcuno porti l'umanità alla distruzione"



In occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica, le associazioni e organizzazioni del mondo cattolico e dei movimenti ecumenici e non violenti su base spirituale, hanno chiesto che il Governo Italiano ratifichi il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari dell’Onu come primo passo per arginare la guerra in Ucraina e intavolare un percorso diplomatico che porti alla pace. “Ci troviamo in uno scenario apocalittico, oggi è necessario più che mai che il Trattato venga firmato perché il crinale su cui stiamo camminando è pericolosissimo” ha dichiarato Carlo Cefaloni del Movimento dei Focolari aprendo la conferenza stampa presso la Camera dei Deputati. “Domani ci sarà la parata militare, noi invece siamo qui per dire che non vogliamo la guerra ma dobbiamo deciderlo davvero – ha detto don Renato Sacco di Pax Christi – perché in quest’ultimo anno sono stati investiti 2240 miliardi di euro in armamenti, questo significa che si vuole la guerra: c’è bisogno di scegliere in maniera forte e determinata la pace”. Durante la conferenza stampa è intervenuta anche Enkolina Shqau dell’Associazione Papa Giovanni XXIII “che ha sottolineato che “per dire di no alla guerra e alle armi nucleari non si tratta di essere buoni ma di essere intelligenti perché non è possibile che ancora non abbiamo imparato nulla dai disastri del secolo scorso”.
“In occasione della festa del 2 giugno vogliamo ricordare come l’Assemblea Costituente – ha sottolineato Emanuela Gitto, vicepresidente Settore Giovani di Azione Cattolica – decise di mettere il ripudio della guerra tra i pilastri fondativi della nostra Repubblica, per questo è importante che da queste stanze parta la richiesta di far tacere le armi e di aprire un vero dialogo verso la pace” “In questi mesi è mancata la politica, soprattutto è mancata una visione profetica della politica – ha dichiarato Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli – E così a vincere sono i soliti trafficanti, compresi quelli di droga e di esseri umani. Impegniamoci invece per firmare questo trattato come gesto profetico, come segnale forte per iniziare un vero percorso di pace e per accompagnare Monsignor Zuppi in questa sua missione in Ucraina, perché possa davvero aprire le strade necessarie”. Maurizio Simoncelli, portavoce della campagna “Italia ripensaci” ha spiegato che “il Trattato finora è stato firmato da nazioni che non hanno produzioni nucleari e sarebbe bello che invece l’Italia fosse la prima a dare il buon esempio in tal senso perché lo sappiamo, avere armi nucleari non aumenta la sicurezza di un paese, ma piuttosto il contrario”. Mario Marazzitti della Comunità Sant’Egidio ha precisato che “la firma di questo documento sicuramente non serve a risolvere il conflitto in Ucraina, ma è un primo passo per abbassare la febbre della guerra e questa corsa folle agli armamenti”. “La buona politica è quella che ci fa uscire dalla logica del mercato – ha detto Maurizio Certini della Fondazione Giorgio La Pira – quindi dal business legato alla produzione di armi perché bisogna far capire a tutti che le bombe portano insicurezza”. Al termine della conferenza stampa i rappresentanti delle associazioni si sono ritrovati davanti a Montecitorio per esporre uno striscione dove c’era scritto “Per una Repubblica libera dalla guerra e dagli armi nucleari”.

(Fonte: Sir)

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Servizio TG2000

Il testo integrale dell'appello:


“Dal 24 febbraio 2022 la Russia di Putin con l’invasione dell’Ucraina ha portato la guerra nel cuore dell’Europa. Una guerra che comporta in prevalenza vittime civili, tra cui in maggioranza donne, bambini e anziani, a causa di bombardamenti su abitazioni, scuole, ospedali, centri culturali, chiese, convogli umanitari. Questa guerra si pone accanto alle tante altre sparse per il mondo, per lo più guerre dimenticate perché lontane da noi. Da quando è apparso sulla terra l’uomo ha cominciato a combattere contro i propri simili: Caino ha ucciso Abele. E poi tutta una sequela di guerre: di conquista e di indipendenza, guerre rivoluzionarie e guerre controrivoluzionarie, guerre sante e guerre di religione, guerre difensive e guerre offensive, crociate…fino alle due guerre mondiali. Con la creazione delle Nazioni Unite si pensava che la guerra fosse ormai un’opzione non più prevista, una metodologia barbara, dunque superata, per la soluzione dei conflitti. E invece no. Eccoci ancora con il dramma della guerra vicino a noi. Don Primo Mazzolari, dopo l’esperienza drammatica di due guerre mondiali, era giunto alla conclusione, in “Tu non uccidere”, che la guerra è sempre un fratricidio, un oltraggio a Dio e all’uomo, e di conseguenza, tutte le guerre, anche quelle rivoluzionarie, difensive ecc., sono da rifiutare senza mezzi termini. È quanto aveva scritto ai governanti dei Paesi belligeranti anche Papa Benedetto XV nel pieno della prima guerra mondiale, indicandola come “una follia, un’inutile strage”. E come non ricordare Paolo VI all’Onu nel 1965 con il suo grido rivolto ai potenti del mondo: “Mai più la guerra, mai più la guerra, lasciate cadere le armi dalle vostre mani. Non si può amare con le armi in pugno”? Un grido, questo, ripetuto da Giovanni Paolo II nel tentativo di scongiurare la guerra in Iraq e l’invasione del Kuwait e da Benedetto XVI ad Assisi accanto ai leader religiosi mondiali.

Ora, di fronte al drammatico conflitto in corso in Ucraina, è Papa Francesco a ricordarci costantemente che la guerra è “una follia, un orrore, un sacrilegio, una logica perversa”: “Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate il fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni” (Angelus di domenica 3 ottobre 2022). Come realtà del mondo cattolico italiano e dei movimenti ecumenici e nonviolenti a base spirituale, vogliamo unire la nostra voce a quella di Papa Francesco per chiedere un impegno più determinato nella ricerca della pace. Affidarsi esclusivamente alla logica delle armi rappresenta il fallimento della politica. Il nostro Paese deve da protagonista far valere le ragioni della pace in sede di Unione Europea, di Nazioni Unite e in sede Nato. Il dialogo, il confronto, la diplomazia sono le strade da percorrere con determinazione.

Servono urgentemente concrete scelte e forti gesti di pace. Di fronte all’evocazione del possibile utilizzo di ordigni atomici, e dunque di fronte al terribile rischio dello scatenarsi di un conflitto mondiale, un gesto dirompente di pace sarebbe certamente la scelta da parte del nostro Paese di ratificare il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, armi di distruzione di massa, dunque eticamente inaccettabili. Lo chiediamo da oltre due anni. L’hanno chiesto centinaia di Sindaci di ogni colore politico. L’hanno chiesto in un loro documento i vescovi italiani. L’hanno chiesto associazioni e movimenti della società civile con la campagna “Italia, ripensaci”.

Rinnoviamo ora questa richiesta al nuovo Governo e al nuovo Parlamento affinché pongano urgentemente all’ordine del giorno la ratifica del “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, ad indicare che il nostro Paese non vuole più armi nucleari sul proprio territorio e che sollecita anche i propri alleati a percorrere questa strada di pace.

Purtroppo, anche dopo tante guerre, noi non abbiamo ancora imparato la lezione e continuiamo ogni volta ad armarci, a fare affari con la vendita di armi e a prepararci alla guerra. Forse sarebbe opportuno con determinazione e coraggio percorrere altre strade. Forse sarebbe opportuno riempire di precise scelte e contenuti quella che Giorgio La Pira chiamava “l’utopia della pace”. Prima che sia troppo tardi. “La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali” (Papa Francesco, 24 marzo 2022)”.

Firmatari:
ACLI, Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, AGESCI, Beati i costruttori di pace, Centro Internazionale Hélder Câmara, Città dell’Uomo aps, Comunità di Sant’Egidio, Comunità La Collina, Confcooperative, Coordinamento delle Teologhe Italiane, CSI-Centro Sportivo Italiano, C3DEM, Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), Fondazione don Lorenzo Milani, Fondazione La Pira, Fondazione Magis, Fraternità francescana frate Jacopa, Gruppo Abele, La Rosa Bianca, Libera, MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Movimento Cristiano Lavoratori, Noi siamo chiesa, Rete Viandanti, SERMIG, Argomenti 2000, Fondazione Ernesto Balducci, FUCI.