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Funerale di stato per i migranti
SCRITTO DA TONIO DELL'OLIO
PUBBLICATO IN MOSAICO DEI GIORNI IL 15 GIUGNO 2023
Morti anonimi quelli affogati nel Mar Egeo. Fratelli e sorelle di tanti altri sepolti in fondo al mare.
"Lutto universale" – titola Il Manifesto – ma non per il numero troppo alto, quanto per l'ipocrisia diffusa di ostacolare o non favorire la salvezza di persone umane che la cercano disperatamente. Sono morti anonime e per questo fanno meno male. Non sappiamo degli affetti recisi di netto e non conosciamo l'arte del vivere che avevano provato a praticare nella palestra dei giorni. E poi non sono nemmeno le nostre coste! Se mai avessero diritto ad un funerale di Stato, la esse sarebbe minuscola: funerale di stato. Ovvero funerali che riconoscano la morte causata del loro "stato" di miseria, di sfruttamento, di migranti e fuggitivi. Funerale di stato perché la tragica morte di quelle donne e di quegli uomini e di quei bambini è causata dallo "stato" di alterazione sopravvenuto nelle nostre coscienze disumane che porta a pensare che il nostro benessere deve essere garantito sopra ogni cosa e si sente minacciato dall'arrivo sulle coste della disperazione fatta carne. Eppure ciascuna delle loro esistenze vale tanto quanto quelle cui si tributano gli onori pubblici più alti a reti unificate. Tutti nudi di fronte a Dio.
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Lutto universale
Strage al largo della Grecia: 79 morti, centinaia i dispersi. Si ferma il motore e il barcone stracarico si ribalta. I migranti partiti da Tobruk. «Necessario come non mai un sistema di pattugliamento in alto mare», dice Flavio Di Giacomo (Oim). Dalla Ue le solite espressioni di cordoglio, ma la strategia è ostacolare i viaggi sostenendo i libici
Rischia di essere uno dei più grandi naufragi della storia quello avvenuto nelle prime ore di ieri al largo delle coste del Peloponneso, una quarantina di miglia nautiche a sud-ovest di Pylos. Mentre scriviamo sono stati recuperati 79 cadaveri e tratte in salvo 104 persone. Non esistono numeri certi sui dispersi, ma si tratta di centinaia di persone. E non ci sono speranze di trovarle in vita. Inizialmente le autorità greche avevano parlato di 400 migranti a bordo. Più tardi il governatore della regione Panagiotis Nikas, citando testimonianze dei sopravvissuti, ha dichiarato che sul peschereccio viaggiavano circa 750 migranti.
UNA CIFRA che corrisponde a quella comunicata dall’attivista Nawal Soufi e dal centralino Alarm Phone (Ap), che martedì avevano ricevuto delle telefonate da bordo. «La nave era sovraccarica, le persone ammucchiate sul ponte. Un numero esatto non può essere dato ma è certamente molto alto – ha detto il portavoce dei guardiacoste di Atene Nikolaos Alexiou – L’esterno era pieno di gente, presumiamo anche l’interno della nave».
Per trovare stragi di queste dimensioni, se il quadro sarà confermato, bisogna andare indietro di sette-otto anni. Il 18 aprile 2015 il più grande naufragio di migranti nel Mediterraneo: tra 800 e mille morti nel Canale di Sicilia. Altri 500 davanti alle coste di Zuwara quattro mesi dopo. Tra 200 e 400 partiti dall’Egitto ad aprile 2016.
SECONDO LE INFORMAZIONI disponibili il peschereccio aveva mollato gli ormeggi da Tobruk, città della Libia orientale. ... «L’aereo di sorveglianza di Frontex ha rilevato l’imbarcazione martedì 13 giugno alle 9:47 e immediatamente informato le autorità competenti», ha twittato ieri pomeriggio l’agenzia europea. Senza specificare a quale autorità si riferisse.
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«Ogni persona alla ricerca di una vita migliore merita sicurezza e dignità», ha twittato il segretario Onu António Guterres. «Questo naufragio è il segno che la nostra politica migratoria non funziona bene al momento. La cambieremo con il nuovo Patto», ha dichiarato la commissaria Ue agli Affari Interni Ylva Johansson. La strategia europea però, più che su evitare i naufragi, è tutta concentrata sulla prevenzione delle partenze attraverso il sostegno alle autorità libiche da cui i migranti fuggono. Del resto è ampiamente dimostrato che ogni nuovo ostacolo ai movimenti di persone aumenta solo i rischi, a mare e in terra, e che nessuna legge può fermare un fenomeno di così ampia portata.
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«L’EUROPA CONTINUA a proteggere i confini e a difendersi da coloro che sono le vittime di un mondo ingiusto. È un’ecatombe annunciata», attacca il centro Astalli. Dure critiche anche dalle Ong attive lungo la rotta centrale. «Questa tragedia mostra due cose – afferma il portavoce per il Mediterraneo dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) Flavio Di Giacomo – È necessario come non mai un pattugliamento in alto mare e bisogna smetterla di ritardare gli interventi: tutti i barconi carichi di migranti vanno soccorsi immediatamente»
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Strage di bambini nel naufragio in Grecia,
'600 morti'
Bufera sui mancati soccorsi dei greci avvisati anche dall'Italia
Passano le ore e il mare non restituisce altri corpi dopo i primi 78 riportati mestamente sul molo di Kalamata mercoledì.
Ma il naufragio a Pylos, nel sud del Peloponneso, è ormai destinato ad entrare nella storia come una delle peggiori tragedie di migranti nel Mediterraneo con un bilancio che rischia di registrare "fino a 600 morti", molti dei quali non saranno mai ritrovati.
E a diventare una vera e propria strage di bambini. Ce n'erano "almeno 100 chiusi nella stiva", raccontano i superstiti ai medici e ai volontari che li assistono. "Secondo le testimonianze, al momento dell'incidente molte donne e bambini stavano dormendo", Ha dichiarato Christina Nikolaidou, responsabile della comunicazione dell'Oim Grecia.
Il peschereccio Adriana naufragato, secondo i soccorritori è partito vuoto dall'Egitto, si è fermato nel porto libico di Tobruk per caricare i migranti e poi ha proseguito la sua rotta verso l'Italia.
Cento vite innocenti rimaste intrappolate nella pancia del peschereccio sprofondato negli abissi dell'Egeo. Mentre le autorità greche - travolte dalle polemiche sulla mancata risposta agli Sos lanciati dal peschereccio Adriana, una barca fatiscente, un cimitero galleggiante - non si sbilanciano, sono i soccorritori a dare le prime stime della tragedia. "E' possibile ci siano fino a 600 morti", spiega Manolis Makaris, il medico responsabile dell'ospedale di Kalamata che ha raccolto i primi racconti dei sopravvissuti, tenuti lontani da telecamere e giornalisti. "Tutti mi hanno confermato che a bordo c'erano 750 persone, tutti hanno fatto questo numero", prosegue ricordando che finora 78 sono stati i corpi recuperati e solo 104 le persone tratte in salvo, tutti uomini tra i 16 e i 40 anni - eccetto una donna - provenienti da Egitto, Pakistan e Siria.
"Un paziente mi ha parlato di un gran numero di bambini, circa 100 nella stiva", aggiunge poi il dottore lanciando un ulteriore drammatico allarme. Mentre ancora si prova a fare una stima dei morti non si arresta lo scontro sulle responsabilità del disastro, con ricostruzioni che differiscono tra loro.
L'attivista Nawal Soufi racconta di aver ricevuto, tra le prime, la richiesta di aiuto...
Le autorità marittime di Atene, però ...
Anche il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano ...
Mentre il Papa si dice "profondamente costernato nell'apprendere del naufragio con la sua devastante perdita di vite umane" e il capo dell'agenzia europea Frontex, Hans Leijtens, è già nel Paese, le indagini per capire le dinamiche della tragedia sono partite, così come quelle per individuare gli scafisti tra coloro che sono stati portati in salvo. Le autorità di Atene hanno già arrestato circa 12 persone di origine egiziana accusate di essere i trafficanti, che si sarebbero fatte pagare tra i 4 mila e i 6 mila dollari per ogni migrante per quello che è diventato il viaggio della morte. Fino a venerdì sarà lutto nazionale in Grecia, ma questo non interromperà un business fondato su migliaia di decessi. Come quelli della peggiore tragedia di migranti nel Paese del giugno 2016, quando almeno 320 persone vennero dichiarate morte o disperse in un naufragio vicino a Creta. O come il peggior disastro del Mediterraneo dell'aprile del 2015, quando quasi un migliaio di migranti andarono a picco sul loro peschereccio e non furono mai più trovati nel Canale di Sicilia. Dopo anni le cose non sono ancora cambiate.
In tribunale i sospetti trafficanti ...
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"Lutto universale per i morti in mare"
"Lutto universale per i morti in mare": così le Ong del soccorso in mare listano a lutto i loro profili social per ricordare le vittime del naufragio avvenuto pochi giorni fa a poche miglia dalla Grecia. Ad aderire all'iniziativa, Sea-Watch, Open Arms, Medici Senza Frontiere, Emergency, Mediterranea Saving Humans, ResQ, Sos Mediterranee.
In una nota congiunta le ong motivano così l'iniziativa: "La tragedia avvenuta pochi giorni fa a poche miglia dalla Grecia è una delle più gravi della storia recente delle migrazioni. Per noi questi sono giorni di #luttouniversale. Mettiamo a lutto i nostri profili e vi invitiamo a fare lo stesso. Lo facciamo per chiedere una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Per fermare le morti sulla frontiera più letale del mondo".
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