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domenica 10 marzo 2019

"In Quaresima partiamo da noi. Il mondo cambia se io cambio; il mondo migliora se io combatto il male ad iniziare dal mio cuore... Noi non siamo padroni, siamo fatti per essere amici e fratelli, siamo amati che amano, poveri che diventano per questo padroni di tutto." Omelia mercoledì delle Ceneri di mons. Matteo Zuppi

Mercoledì delle Ceneri
Omelia di mons. Matteo Zuppi
Arcivescovo di Bologna


Il cammino della quaresima inizia in un giorno feriale, senza nessuna esibizione, anzi con inusuale essenzialità e sobrietà in una esteriorità così diffusa, per la quale gli eventi sono importanti se si fanno notare o si impongono. Oggi è uno dei tanti giorni qualunque della nostra vita nel quale possiamo ascoltare e prendere sul serio il Signore così come siamo, per metterci in cammino verso la domenica, la Pasqua di resurrezione, quella vittoria che tutti noi cerchiamo, che la vita anela e la nostra drammatica fragilità desidera. Pasqua è l'amore che libera dal male, la luce che illumina le tenebre, il perdono che affranca dal peccato, la vita che sconfigge la morte. E' sorprendentemente facile non accorgersi del male, abituarsi, illudersi, specialmente nel benessere. Spesso ce la prendiamo con gli altri, ci lamentiamo, accusiamo, giudichiamo, condanniamo, cercandolo solo fuori di noi. Sappiamo poco chiedere perdono, ammettere i nostri peccati e chiamarli così, senza sconti, senza giustificazioni. In Quaresima partiamo da noi. Il mondo cambia se io cambio; il mondo migliora se io combatto il male ad iniziare dal mio cuore, smettendo di cercare la pagliuzza negli occhi degli altri. Vogliamo cambiare. Possiamo cambiare. Non è scontato. Dio ha fiducia e il suo invito ci libera dalla amara consapevolezza che non è possibile per un uomo nascere di nuovo quando è vecchio, tanto che facilmente lasciamo le cose come stanno. 
La Quaresima è tutt'altro che una disciplina autodistruttiva, un inutile farsi del male, una limitazione quando pensiamo di stare bene espandendoci. Vogliamo prendere in mano la nostra vita così com'è, liberarla dalle illusioni, renderla migliore per essere felici, per ritrovare l'amore sepolto sotto tanta diffidenza e paura, per smettere di prendercela con qualcuno ed iniziare a trovare quel punto di Archimede che è il nostro cuore dal quale iniziare a cambiare il mondo. Nella vita non basta andare avanti, riempirsi e stordirsi di tante emozioni, alla fine così banali e tutte uguali perché con poco amore. La Quaresima prepara la primavera, riaccende la speranza, guarda al futuro e si sacrifica per questo. Il mondo intorno a noi ci spaventa, ci riempie di paure. E' vero. Quante incertezze, quante inquietudini di fronte al male, ai suoi frutti inaspettati, duri, impietosi. Come non pensare stasera al piccolo bambino che lotta per la vita, e che accompagniamo con la nostra intercessione, vittima dell'incidente che ha trasformato in tragedia la tradizionale festa di Carnevale. Ci stringiamo con tanto affetto e tenerezza alla sua famiglia e a tutta la sua comunità parrocchiale, chiediamo per lui e per tutti luce e protezione, uniti nel dolore che lascia sgomenti e increduli, inaccettabile per chiunque, ancora di più per un piccolo come lui. Quanti interrogativi senza risposta e che ci paralizzano. C'è tanta crisi che sembra impossibile nasca qualcosa di nuovo. La disillusione fa apparire tutto già vissuto, dimostra che niente vale la pena, fa cercare sicurezze per iniziare e spegne l'entusiasmo. La Quaresima propone un cammino interiore, per essere noi stessi e non un profilo che penso di cambiare quando voglio. Andiamo nel deserto della vita, cioè affrontiamo i problemi veri, non facciamo finta che non ci siano. La paura è un segnale che ci rende consapevoli di un pericolo. E' importante quindi, ma si sconfigge solo con l'amore. Se la paura decide per noi diventa rabbia, rivalsa, diffidenza. Combattiamo la paura anzitutto aprendoci all'amore di Dio che ci rende importanti non perché forti e soli ma amati e figli. In Quaresima io inizio a cambiare e così inizia a cambiare anche il mondo intorno a me. Inizio io a compiere il primo passo. Cambiamo il nostro cuore perché è da questo che vengono i pensieri malvagi che lo distruggono e perché come per Caino l'istinto è sempre accovacciato alla nostra porta e vuole distruggere l'amicizia con il nostro fratello, che non sappiamo riconoscere più. 
Questo anno il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima è "L'uomo non è il padrone del creato". Quanto è vero che senza Dio l'uomo perde se stesso, perché il peccato fa credere l'uomo padrone del creato e della propria vita, tanto che pensa di usarli come beni solo suoi, senza gli altri. Quanto male cresce perché riteniamo, più o meno consapevolmente, di potere fare di noi e del creato quello che vogliamo, a piacimento. Il padrone finisce schiavo della logica del tutto e subito, dell'avere sempre di più per stare bene. Pensa di essere se stesso imponendosi e deve avere sempre conferma di quanto pensa sia il suo potere e le sue capacità. Il padrone è un individualista, pensa che tutto deve servire al proprio io e piega tutto al proprio interesse a scapito delle creature e degli altri. Noi non siamo padroni, siamo fatti per essere amici e fratelli, siamo amati che amano, poveri che diventano per questo padroni di tutto. Solo così stiamo bene e capiamo il creato. Non padroni, ma servi gli uni degli altri. Se siamo padroni finiamo per avere comportamenti distruttivi verso il prossimo e le altre creature e anche verso noi stessi. Noi siamo bambini davvero grandi se innalzati da Dio e non super uomini che si fanno grandi da soli, che debbono nascondere le proprie fragilità e finiscono per considerare l'altro come un avversario da eliminare. Quando abbandoniamo la legge di Dio, la legge dell'amore, si afferma quella del più forte sul più debole. Non dimentichiamo il severo "in polvere sei e in polvere ritornerai", limite che ci fa però comprendere quale è la nostra vera e divina grandezza e cosa non finisce. 
Le tre opere della penitenza quaresimale - preghiera, elemosina e digiuno - ci aiutano a ritrovare noi stessi, il nostro io, con semplicità, senza più paura, senza doverci nasconderci dietro l'apparenza, senza esibizionismi. E' una disciplina: non si cambia in un momento. Se la osserviamo produce tanti e inaspettati frutti, possibili a tutti. Con la preghiera mettiamo al centro il Padre e sentiamo il suo amore e la sua dolce presenza. Pregando rinunciamo all'autosufficienza del nostro io e non ci vergogniamo di essere bisognosi della sua misericordia, scoprendo che stiamo bene quando siamo amati. Prendiamo tempo per chiuderci nella stanza del nostro cuore e per leggere la Parola di Dio. Con l'elemosina, regalo di qualcosa ma anche di aiuto, tempo, visita, sorriso, saluto, solidarietà, mettiamo al centro il prossimo e donando capiamo cos'è l'amore vero, che è sempre gratuito, a perdere, senza verificare risultati e ricompense. Solo così scopriamo il tesoro straordinario nascosto nel nostro cuore e riconosciamo il nostro prossimo, il noi che dona senso al nostro io. Nel digiuno – certo dagli alimenti ma anche dall'apparenza digitale, dalle parole sempre uguali, dai giudizi, dai puntigli, dalle abitudini che ci dominano - mettiamo al centro il nostro io, rientriamo in noi, perdiamo quello che non ci serve e tanto ci affatica, spezziamo le dipendenze che ci distruggono, smettiamo di essere compulsivi consumatori che divorano tutto perché pensano di saziare così la propria insoddisfazione. Troveremo un io umile e finalmente capace di amare
"Abbandoniamo l'egoismo, lo sguardo fisso su noi stessi, e rivolgiamoci alla Pasqua di Gesù; facciamoci prossimi dei fratelli e delle sorelle in difficoltà, condividendo con loro i nostri beni spirituali e materiali. Così, accogliendo nel concreto della nostra vita la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, attireremo anche sul creato la sua forza trasformatrice".