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martedì 14 giugno 2011

Don Sciortino e l'Italia al limite

Cinque anni di lettere a Famiglia Cristiana, analizzate e commentate dal direttore don Sciortino. Ne esce la protesta di un Paese in cui la misura è colma.

Il limite è, invece, l’esposizione concreta e inevitabile della realtà del Paese così come viene raccontata e commentata da persone sconosciute fra loro, ma consapevoli di far parte di un “clan” (i lettori di Famiglia Cristiana) unito da ragioni morali e spirituali, nell’adesione corale ai princìpi del cristianesimo, primo fra tutti il convincimento, dato dalla Lettera a Diogneto, che «il cristiano abita nel mondo, ma non è del mondo». Il che, in parole povere, significa: non siamo disposti ad accettare in silenzio le regole di un sistema politico-sociale che della democrazia ha il nome, ma non la sostanza.

Il limite, la raccolta delle lettere ai “Colloqui col padre” di don Antonio Sciortino, fa parte di una storia cominciata a metà deglianni Sessanta, quando l’allora direttore don Giuseppe Zilli decise di prendere su di sé anche il compito di rispondere alle domande dei lettori. Colloqui col padre diventò presto una rubrica dallo stile inconfondibile, al punto che, quando don Zilli morì, nel marzo del 1980, don Leonardo Zega consentì che quelle lettere e quelle risposte continuassero ad apparire, con la sua sigla, all’inizio delsettimanale.