"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
«Non temere, piccolo gregge!». Sono le parole di incoraggiamento di Gesù ai discepoli. La paura è tutto l'opposto delle fede, perché ci fa perdere fiducia nel Dio Provvidenza e ci allontana dalle dinamiche del Regno. Altro, invece, è il Timore di Dio, che è presa di coscienza del nostro essere sue creature e ci spalanca il cuore alla vera Sapienza. L'ansia per i beni di questo mondo, che distrugge la vita dell'uomo, è per coloro che non sanno che Dio è un Padre che dona largamente perché ama alla follia ogni suo figlio. La sola possibilità che abbiamo di realizzarci come figli, e fratelli fra di noi, è quella di condividere quanto possediamo divenendo così simili al Padre. Chi accumula per sé, invece, fa dei beni della terra un idolo di morte (per sé e per gli altri) e fallisce miseramente la sua esistenza. La condivisione - che in ebraico si dice "Tzedakà" che tradotto alla lettera significa Giustizia - esige quella misericordia che «riempie i burroni e spiana le colline» (Lc 3,5). Non si tratta di un esigente moralismo tanto meno di "pauperismo", come sempre più spesso sentiamo affermare anche nella Chiesa, ma di puro e semplice Vangelo, la Buona Notizia che Dio è - per tutti - un Padre Provvidente. E' la ragione per cui Gesù ci invita ad abitare la terra come ha fatto Lui (cfr. Lc 9,58), liberi dalla frenesia e dal desiderio del possesso, ad attraversare la vita come fece Abramo, come «Gherim veToshavim», come stranieri e pellegrini (cfr. Gen 23,4), senza una dimora stabile, abitando una tenda, sempre alla ricerca di quella «Tenda futura» dove il Signore ci attende.