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venerdì 2 agosto 2024

2 agosto 1980 - Per non dimenticare...

2 agosto 1980 - Per non dimenticare...

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La strage in stazione, quel dolore mobile e il dovere di ricordare

La bomba. L'inferno lungo i binari. Il dolore rivive in chi c'era. L'esercizio della memoria una necessità per chi non sa. Certe cicatrici non si rimarginano. Si modificano però, e diventano parte di noi

Anniversario Strage 2 agosto 1980 - 44 anniversario

La bomba. L'inferno lungo i binari. Sangue, terrore, morte. Ogni anno si rinnova il dolore. La mente torna alle 10.50 di quel 2 agosto 1980. Alla stazione di Bologna fu una strage. Sono gli anni di "piombo" e l'ennesimo attentato di matrice terroristica miete 85 vittime e oltre 200 feriti. Una delle pagine più tragiche della storia recente della nostra città. Dell'Intero Paese.

Ricordare è un dovere. Lo è sul piano civico. Necessario per allenare la memoria di chi non c'era ancora. Perché chi non sa da dove viene, difficilmente saprà dove andare. Ma è anche e soprattutto un dovere morale. Nei confronti di chi c'era, da vicino o da lontano. Di chi tra le macerie ha perso la vita. Chi si è salvato, ma porta ferite profonde, nell'anima ancor più che sulla pelle. Chi ha detto addio per sempre a un famigliare, un amico, un amore. Chi non era presente, ma ricorda l'orrore vissuto attraverso le testimonianze e le immagini. Macigni sul cuore per sempre.

E Bologna non dimentica. Ieri, oggi, domani. Come impresso nero su bianco sugli striscioni esposti a palazzo d'Accursio e su una delle torri della Regione. Come suggerisce il fitto calendario di eventi per rinnovare la memoria e il corteo - sentito e partecipato - che attraversa la città ogni anno. Come ricorda anche “Quel dolore non è immobile”, il film di Giulia Giapponesi, che andrà in onda stasera su Rai 3 in occasione del 44° anniversario della strage.

La pellicola è stata realizzata dall’Assemblea legislativa della Regione in collaborazione con l’Associazione delle vittime, il Teatro dell’Argine e la casa di produzione Codalunga. Racconta la storia di 85 volontari che hanno portato a termine i viaggi che le vittime della strage non hanno potuto completare. Con loro una valigia bianca, testimone di una memoria che continua, consegnata una volta arrivati “a destino” a un passante, una famiglia, un sindaco, raccontando della strage e della persona che hanno simbolicamente portato “a destino”. Tra le voci c’è quella di Miriam Ridolfi, assessora del Comune di Bologna scomparsa lo scorso anno e che coordinò i soccorsi subito dopo la strage.
Quel dolore non è immobile

E proprio da una frase di Ridolfi prende spunto il titolo del film. Una frase che diventa triste verità e speranzoso monito insieme.

Quel dolore non è immobile. È vero. Vive oltre le vite spezzate, le cicatrici, i decenni che passano. E non troverà fine per qualcuno. Ma è stato anche - e deve continuare a essere - la molla per la ricerca di verità e giustizia, per superare l'indifferenza, imparare dagli errori del passato. È un dolore che non riguarda singoli individui, qualche famiglia e neppure la sola Bologna. È il dolore di tutti. O dovrebbe esserlo.

cercato di raccontare la strage, e i suoi strascichi. Non solo le cronache della travagliata vicenda giudiziaria, ma anche i ricordi. Oltre le carte, spazio alle storie.

Leggi tutto l'articolo di Anna Matino corredato di video e foto.