Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



mercoledì 22 ottobre 2025

22 ottobre Memoria liturgica di San Giovanni Paolo II - I miracoli di Papa Giovanni Paolo II, il pontefice del Totus Tuus

22 ottobre Memoria liturgica di San Giovanni Paolo II

I miracoli di Papa Giovanni Paolo II, il pontefice del Totus Tuus


Dal sorriso al Totus Tuus: i miracoli di Papa Giovanni Paolo II, il Pontefice venuto da lontano che ha cambiato il volto della chiesa

Era il 16 ottobre 1978. In piazza San Pietro la folla tratteneva il respiro, quando dalle logge della Basilica comparve un Papa diverso da tutti gli altri: giovane, venuto da lontano. Si rivolse alla folla in sospeso in un italiano incerto, ma con volto sorridente, e disse: “Se mi sbaglio, mi corrigerete.” Bastarono quelle parole pronunciate con una dolcezza e un’umiltà nuove e sorprendenti, bastò quel sorriso buono, che raggiungeva gli occhi, per far capire al mondo che ci si trovava davanti a un Papa diverso da chiunque altro. E non solo perché, dopo cinque secoli, il Santo Pontefice non era italiano. Così cominciava il pontificato di Karol Wojtyla, l’uomo che sarebbe diventato Giovanni Paolo II, il Papa viaggiatore che avrebbe cambiato per sempre il volto della Chiesa. Quando parliamo dei miracoli di Papa Giovanni Paolo II il primo è stato proprio quel sorriso che avrebbe conquistato il mondo.

La sua elezione rappresentò una svolta epocale. Karol Wojtyla non era solo il primo Papa straniero dopo che per 455 anni solo cardinali italiani erano saliti al soglio pontificio. Lui portava con sé l’esperienza di una Chiesa che aveva resistito al comunismo, la forza di un uomo forgiato dalla sofferenza della Seconda Guerra Mondiale, e soprattutto una devozione mariana così profonda da essere racchiusa in due sole parole latine: Totus Tuus, tutto tuo.

Il significato del Totus Tuus: una preghiera vissuta

La preghiera Totus Tuus, scelta da Giovanni Paolo II come motto apostolico, deriva da una consacrazione mariana:

Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt. Accipio te in mea omnia, praebe mihi cor tuum, o Maria
“Sono tutto tuo, e tutto ciò che è mio è tuo. Ti accolgo in tutto me stesso, offrimi il cuore tuo, Maria”.

L’essenza della preghiera è la necessità di affidarsi totalmente alla Vergine Maria, esprimendo una devozione profonda che si radica nella spiritualità e nella vita. Per Giovanni Paolo II Totus Tuus non era solo uno slogan da ripetere. Rappresentava il fulcro stesso dell’anima, l’asse intorno alla quale ruotava tutta la sua esistenza. La sua era una resa totale e incondizionata a Maria Vergine, nel dolce abbraccio della quale deponeva ogni respiro, lasciando che la sua luce benedetta illuminasse e guidasse ogni scelta. Quelle due parole racchiudevano l’origine stessa della sua fede, maturato negli anni della giovinezza. Quando da ragazzo lavorava duramente nelle cave della Solvay, Karol Wojtyła custodiva nel cuore un piccolo libro: il Trattato della vera devozione alla Santa Vergine di San Luigi Maria Grignion de Montfort, profeta della devozione mariana, un sacerdote francese vissuto tra il XVII e XVIII secolo, che annunciava il Vangelo con ardore e semplicità. Fondatore della Compagnia di Maria e delle Figlie della Sapienza, dedicò tutta la sua vita a diffondere la devozione filiale alla Vergine.

La sua eredità spirituale ha influenzato generazioni di cristiani e ispirato santi, e resta ancora oggi una guida per chi cerca in Maria la via più sicura verso Cristo. Per il giovane Wojtyła le pagine di de Montfort furono una rivelazione, la strada luminosa verso una consacrazione totale a Maria. Da quella lettura nacque un legame indissolubile, che divenne respiro e sostegno di tutta la sua vita, e non stupisce che il motto scelto per il suo pontificato fosse Totus Tuus, “tutto tuo”, eco diretta di quel prezioso insegnamento. Quando Giovanni Paolo II divenne Papa volle che la preghiera del Totus Tuus divenisse non più solo un’espressione personale di fede, ma un invito rivolto a tutti i credenti, ad abbandonarsi con fiducia nelle mani di Maria per essere condotti a Cristo. Consacrandosi a Maria, come Papa oltre che uomo, Giovanni Paolo II dichiarava l’intento di affidarsi a lei completamente, riconoscendola come mediatrice di ogni grazia e guida sicura verso Cristo. Anche quando, il 13 maggio 1981, Ali Agca gli sparò in Piazza San Pietro, Giovanni Paolo II attribuì la sua sopravvivenza all’intercessione della Madonna di Fatima, la cui festa ricorreva proprio quel giorno. “Una mano ha sparato, un’altra mano ha guidato il proiettile,” dirà successivamente. Un anno dopo l’attentato, Giovanni Paolo II si recò in pellegrinaggio a Fatima per ringraziare la Madonna. Lì depose uno dei proiettili che lo avevano ferito, facendolo incastonare nella corona della Vergine. Ancora oggi quel segno silenzioso brilla tra i raggi d’oro, testimonianza di un amore filiale e di una protezione materna che salvò la sua vita.

I miracoli di Papa Giovanni Paolo II: segni tangibili di santità

Quando parliamo dei miracoli di Papa Giovanni Paolo II, entriamo in un territorio dove la scienza incontra la fede, dove il mistero sfida le certezze umane. Per comprendere pienamente il significato di questi eventi straordinari, dobbiamo prima capire cosa rappresentino i miracoli nel processo di canonizzazione della Chiesa Cattolica.

Diventare santi, nella Chiesa cattolica, è un cammino lungo e rigoroso. Non basta una vita di fede esemplare: occorre che la Chiesa riconosca in quella storia l’impronta di Dio. Per questo, dopo averne studiato le virtù e raccolto le testimonianze, il percorso si apre a un segno straordinario, un dono che non nasce dalle forze umane, ma dall’intercessione del candidato, sostenuto dalla grazia divina. È qui che entrano in gioco i miracoli: guarigioni improvvise e inspiegabili, conversioni radicali, eventi che sfuggono a ogni logica medica o razionale. La Chiesa li esamina con attenzione, chiamando medici e teologi a vagliare ogni dettaglio, finché resta solo l’essenziale: la certezza che quell’evento non ha altra spiegazione che la grazia divina. Così un primo miracolo apre la via alla beatificazione, mentre un secondo, riconosciuto dopo, spalanca le porte della canonizzazione. È attraverso questi segni che la santità privata diventa luce per tutta la Chiesa, e un’anima che ha vissuto in Cristo viene offerta al mondo come testimone eterna. I miracoli non sono dunque semplici coincidenze fortunate o guarigioni inaspettate. Devono essere eventi istantanei, completi, duraturi e, soprattutto, scientificamente inspiegabili. Devono inoltre avvenire dopo l’invocazione specifica della persona di cui si esamina la causa di beatificazione o canonizzazione.

I miracoli di Papa Giovanni Paolo II non sono reliquie da custodire in silenzio, ma semi gettati nel futuro: testimoniano che l’amore di Dio è più forte della morte, che la santità è viva e presente, che la fede non delude mai.

Il primo miracolo di Giovanni Paolo II: la guarigione di suor Marie Simon-Pierre

Nel silenzio raccolto del convento di Puyricard, nel sud della Francia, la giovane suor Marie Simon-Pierre vedeva spegnersi giorno dopo giorno la sua autonomia, mentre il morbo di Parkinson le rubava i gesti più semplici: scrivere, camminare, vivere senza aiuto. Era la stessa croce che aveva piegato il corpo di Giovanni Paolo II, lasciando negli occhi del mondo l’immagine di un Papa tremante, segnato dal dolore, ma mai vinto nello spirito.
Nel giugno del 2005, a due mesi dalla morte del Pontefice, la comunità religiosa scelse di pregare con ardore per la sua intercessione. Suor Marie, che lo aveva ammirato proprio perché ne condivideva la malattia, si unì con un fervore particolare. E accadde l’inspiegabile: una mattina si svegliò diversa. Nessun tremore, nessuna rigidità. Le mani fluivano sicure sulla carta, il corpo rispondeva con agilità dimenticata. Si sentiva, semplicemente, guarita.
I medici, dinanzi ai referti clinici, restarono senza parole: ogni ipotesi scientifica venne esclusa, ogni spiegazione terrena dissolta. Restava solo il mistero della grazia. Nel 2011, quel miracolo divenne la porta luminosa che condusse Giovanni Paolo II alla beatificazione, proclamata da Benedetto XVI, il fedele compagno di tante battaglie e custode della sua eredità spirituale.

Il secondo miracolo di Giovanni Paolo II: la guarigione di Floribeth Mora Díaz

Perché Giovanni Paolo II fosse proclamato santo, serviva un secondo miracolo. E quel segno arrivò da lontano, dal cuore del Costa Rica, intrecciato alla vita di una donna semplice, madre di famiglia, condannata dai medici a un destino senza speranza.
Floribeth Mora Díaz portava dentro di sé un aneurisma cerebrale inoperabile, una minaccia silenziosa pronta a spezzare la sua vita da un momento all’altro. Le avevano detto di tornare a casa e attendere la fine. Ma il 1° maggio 2011, mentre la televisione trasmetteva la beatificazione di Giovanni Paolo II, Floribeth, stretta dall’angoscia, fissò lo schermo e levò una preghiera disperata. Non una formula, ma un grido dell’anima.
Fu allora che percepì una presenza, una voce chiara dentro di sé: “Alzati, non temere.” In quell’istante, la paura cedette alla pace. Nei giorni successivi i dolori scomparvero, la forza tornò. Nuovi esami rivelarono l’incredibile: l’aneurisma non c’era più. Il suo cervello, un tempo segnato dalla condanna, appariva ora sano e integro.
Il Dicastero delle cause dei Santi esaminò ogni dettaglio, ogni referto, ogni immagine radiologica. Non vi fu spiegazione umana. Solo il mistero della grazia rimaneva.

Nel luglio 2013, Papa Francesco riconobbe ufficialmente il miracolo, e l’anno dopo, il 27 aprile 2014, Karol Wojtyła fu proclamato santo, accanto a Giovanni XXIII, davanti a una Chiesa in festa.

Il Papa viaggiatore: portare Cristo agli estremi confini della Terra

I miracoli hanno condotto Giovanni Paolo II alla santità, ma forse la sua eredità più luminosa resta la testimonianza di una vita intera spesa per il Vangelo. Fu il Papa viaggiatore, il pastore instancabile che volle portare la Chiesa nei luoghi più lontani e negli angoli più dimenticati della terra. In 27 anni di pontificato percorse oltre un milione di chilometri, visitò 129 Paesi, incontrò miliardi di persone. Ogni viaggio non era cerimonia o diplomazia, ma annuncio vivo: l’eco del comando di Cristo, “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”.
Ovunque arrivasse, in Africa come in Asia, nelle Americhe come in Oceania, il suo messaggio era sempre lo stesso: la dignità infinita di ogni uomo, l’amore misericordioso di Dio, la speranza che vince ogni disperazione.
Il suo ritorno in Polonia nel 1979 fu più di una visita pastorale: fu un terremoto spirituale. Milioni di connazionali si riversarono nelle piazze per vederlo, e in quell’incontro nacque una consapevolezza nuova: il regime che li opprimeva non era eterno, perché esisteva una forza più grande dei carri armati e della paura.
Così, quando nel 2014 Papa Francesco lo proclamò santo, non sancì soltanto un titolo, ma riconobbe la grandezza di un uomo che aveva cambiato la storia della Chiesa e dell’umanità, lasciando dietro di sé un’eredità di fede, coraggio e libertà. Papa Francesco, pur provenendo da una sensibilità pastorale diversa, ha sempre mostrato profondo rispetto e ammirazione per il Papa polacco. Entrambi hanno condiviso la convinzione che la Chiesa debba essere una Chiesa in uscita, che non può restare chiusa nelle sacrestie, ma deve andare incontro all’umanità ferita e bisognosa. Entrambi hanno fatto della misericordia il centro del loro messaggio. Entrambi hanno combattuto contro l’indifferenza e la cultura dello scarto che tratta le persone come oggetti usa e getta.

Quarantasette anni dopo la sua storica elezione, cosa significa ricordare Giovanni Paolo II? I miracoli di Papa Giovanni Paolo II ci ricordano anzitutto che la santità non è un’astrazione teologica, ma una realtà viva e operante. San Giovanni Paolo II continua a essere presente nella vita della Chiesa attraverso la sua intercessione presso Dio. Le guarigioni di suor Marie Simon-Pierre e di Floribeth Mora Díaz non sono semplicemente eventi straordinari del passato, ma segni permanenti che ci invitano a guardare oltre il visibile, oltre il misurabile, oltre ciò che la scienza può spiegare.
Ma la vera eredità di Karol Wojtyla va oltre i miracoli fisici. Sta nella sua capacità di aver parlato al cuore dell’umanità con un linguaggio universale. Sta nell’aver dimostrato che la fede cristiana non è nemica della ragione, della cultura, della libertà, ma ne è invece il fondamento più solido. Sta nell’aver vissuto fino in fondo il suo Totus Tuus, affidandosi completamente a Maria per essere condotto a Cristo, anche quando il corpo si faceva sempre più debole e sofferente. La preghiera che nutriva ogni giorno Giovanni Paolo II non era evasione, ma radice e respiro. In quell’abbandono fiducioso a Maria e a Dio egli trovava la forza di reggere il peso del mondo, di affrontare attentati e malattie, incomprensioni e dolori, mentre guidava la Chiesa nel cuore di un tempo inquieto e in trasformazione.

Oggi, in un mondo ancor più complesso e frammentato, la sua voce continua a farsi luce e bussola. Ci ricorda che la santità è possibile, che i miracoli non appartengono a leggende remote, ma al presente vivo di Dio che cammina accanto a noi. Ogni guarigione, ogni conversione, ogni giovane che sceglie Cristo, ogni famiglia che si ricompone, ogni sofferente che scopre un senso nel proprio dolore: tutto questo è miracolo, tutto questo è vita nuova. Mentre ricordiamo la sua elezione, possiamo rivolgerci a lui come a un padre e a un compagno di viaggio. Possiamo chiedergli di insegnarci quel Totus Tuus che fu la chiave del suo cuore, di guidarci a Cristo attraverso le mani di Maria, di trasformare le nostre prove in offerta e speranza. Quarantasette anni dopo quella sera d’ottobre in cui un Papa venuto da lontano pronunciò con un sorriso le parole “Se mi sbaglio, mi corrigerete”, il suo invito rimane intatto, forte come allora: non abbiate paura. Non abbiate paura di aprire le porte a Cristo, di fidarvi della sua grazia, di credere che i miracoli accadono ancora. Perché Dio è fedele, Maria è Madre, e la santità è il destino per cui siamo stati creati.
(Fonte: HOLY blog)

************

Vedi anche il post precedente (all'interno altri link per approfondire):