Il sorriso del piccolo Mustafà
che abbraccia l’Italia
A Siena, dove vive il piccolo Mustafà, il bimbo siriano nato senza arti, a causa della guerra. La sua foto mentre gioca con il papà, scattata mentre erano in un campo di rifugiati in Turchia, ha fatto il giro del mondo e scatenato una gara di solidarietà. Il Sir è andato a Siena a incontrare la famiglia del piccolo
foto SIR/Marco Calvarese |
foto SIR/Marco Calvarese |
La foto li ritraeva mentre giocavano in un campo profughi in Turchia: il papà privo di una gamba che librava in alto suo figlio nato senza arti. La famiglia di Mustafà era fuggita in Turchia da Idlib, nella regione nord-occidentale della Siria, nel 2019, dopo che suo padre Munzir aveva perso una gamba in un attacco chimico del regime siriano. Sua moglie Zeynep, all’epoca incinta di pochi mesi di Mustafà, inalò il gas che provocò nel piccolo la sindrome di tetra-amelia, per questo nato privo di arti. Grazie a quella foto che scatenò una vera e propria corsa alla solidarietà, la famiglia di Mustafà è arrivata a Siena, accolta dalla locale arcidiocesi guidata dal card. Augusto Paolo Lojudice, dove vive in uno dei quattro appartamenti del Centro Caritas di Arbia, un vero e proprio polo della solidarietà, aperto ai bisogni di tutti. Qui, con l’aiuto di tanti volontari, come Anna, Paolo, Maria, la famiglia di Mustafà sta ricominciando una nuova vita.
foto SIR/Marco Calvarese |
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Seppur con lo sguardo rivolto al futuro, la famiglia del piccolo Mustafà non dimentica la Siria. Racconta Munzir: “prima della guerra la mia famiglia aveva delle terre che coltivavo con i miei genitori. Poi la guerra ci ha tolto tutto”.
“Oggi è in atto un conflitto contro il popolo siriano e se la comunità internazionale non si muoverà questa strage è destinata a durare ancora a lungo. Bisogna fermare tutti gli attori in lotta a cominciare dal regime”.
Il pensiero corre anche ai familiari rifugiati in Turchia: “siamo in contatto con loro tutti i giorni – dice Zeynep – sono felici per quanto è accaduto e sono riconoscenti all’Italia per la generosità mostrata nei nostri confronti. Tanto riconoscenti da avere – rivela la donna – la bandiera italiana nello status di WhatsApp”.
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Poco lontano il card. Lojudice gioca e scherza con Mustafà e le sorelline: “Come Diocesi – spiega – abbiamo dato disponibilità ad accogliere questa famiglia. Abbiamo dato loro un alloggio ed abbiamo pensato ad un percorso di vita, umano e sociale da fare insieme”. “Spero che questa esperienza possa servire a riportare attenzione sulla guerra in Siria, oramai scomparsa dai radar dell’informazione, e sulla sofferenza dei bambini che sono le prime vittime della violenza. Mustafà – aggiunge il cardinale – sia un apripista, un punto di riferimento per altre situazioni simili. Perché anche
dal male si può trarre il bene, e dalla disperazione speranza”.
foto SIR/Marco Calvarese |
(fonte: Sir, articolo di Daniele Rocchi 3 Febbraio 2022)
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Guarda i post precedenti:
- Siria, i sorrisi di papà e figlio, la foto simbolo che va oltre la guerra
- Dalla foto simbolo a una nuova vita. Mustafa, il bambino siriano senza arti, è in Italia