Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 14,15-16.23-26
La solennità di Pentecoste (termine greco che tradotto significa: "Cinquantesimo", sottinteso giorno) che celebriamo, affonda le sue radici nella festività ebraica di "Shavuot", termine ebraico che significa: Settimane. Nata in principio come la grande festa dell'estate, celebrava la mietitura dell'orzo e la raccolta delle primizie. Successivamente divenne lo "Zikkaron Berit ", il memoriale dell'Alleanza con JAHWEH e celebrava - ed oggi ancora celebra - il dono della Torah sul Sinài. Per noi che crediamo in Gesù Messia, Figlio di Dio è il Memoriale della discesa dello Spirito Santo sulla Chiesa, il dono di quella Legge iscritta nei nostri cuori che Dio, per bocca del profeta Ezechiele ( Ez 11,19), sette secoli prima di Gesù, aveva preconizzato. E' il respiro della Trinità a noi donato se realmente amiamo Gesù, "l'ineffabile dono che ci assimila al Figlio donandoci il suo amore verso il Padre e verso i fratelli". E' il Paraclito, l'Ad-Vocatus, il Difensore chiamato a stare accanto a noi, il Con-solatore che non ci abbandona mai nella lotta contro il serpente antico.
E' la Shekinà di Dio in mezzo ai suoi figli, la sua Presenza viva e vivificante, il suo dono definitivo.
