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sabato 31 ottobre 2015

"L’annuncio del Regno di un Dio nonviolento" di Raniero La Valle

"L’annuncio del Regno di un Dio nonviolento"

 di Raniero La Valle

Discorso a Zugliano del Friuli il 12 settembre 2015 per
 la presentazione del libro: “Chi sono io, Francesco?”






Le novità di papa Bergoglio.
Novità del papato = riforma della Chiesa
Riforma della Chiesa: cambia il suo modo di pensare se stessa e di pensare il mondo. Dunque la cifra diventa quella del cambiamento. Il papa lo dice ai movimenti popolari che incontra in America Latina a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia il 9 luglio 2015: una cosa è certa, ci vuole il cambiamento.
Il primo cambiamento riguarda l’immagine stessa di Dio.
Quali sono gli stereotipi del nostro modo di pensare Dio?
Il primo è quello di considerarlo tremendum e fascinans, secondo la teorizzazione fattane da Rudolf Otto all’inizio del Novecento nel libro “Il sacro”.
L’altro stereotipo è quello del Dio vindice, che punisce ed esalta, spietato e misericordioso. Stereotipi veicolati dalla nostra massima cultura: Dante, Inferno Purgatorio Paradiso (tutte visioni antropomorfiche), Michelangelo (Cappella Sistina), il Dio tremendo nel giudizio e grazia per gli eletti Il Dio tremendo, vendicatore, spietato, giudice, si può riassumere nel Dio violento, nella violenza di Dio. Su questa icona di Dio si è costruito l’Occidente a partire dalle tre religioni monoteiste.
Questo Dio non persuade oggi, perché nel nome del Dio violento si sacrifica l’uomo (dalla croce alle teste tagliate dai jihadisti sulla riva) e si distrugge la terra (perché anche la terra patisce violenza ed è la grande esclusa dal vangelo della globalizzazione; come dice la “Laudato sì” la violenza che c’è nel cuore umano si manifesta anche nei sintomi di malattia (nelle ferite) che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi (n. 2).
Allora due sono i casi: o si ricorre all’allegoria del Dio che si converte (dice la Bibbia: Dio si pentì del male che aveva detto di fare e non lo fece, e Ninive fu salva, Gn. 3, 10) oppure noi lo comprendiamo meglio e di conseguenza annunciamo un Dio diverso. Come ha detto papa Giovanni sul letto di morte: “non è il Vangelo che cambia siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio”.
Il cambiamento operato da Francesco è di annunciare un Dio altro rispetto a quello degli stereotipi umani. Dove lo trova, con quale autorità? In Dio stesso, nella Scrittura. Ma come legge la Scrittura? E’ gesuita, e la legge come Gesù la leggeva nella sinagoga di Nazareth. La sinagoga di Nazareth in cui Gesù leggeva la Scrittura “secondo il suo solito” come dice il Vangelo, è come Santa Marta in cui papa Francesco legge la Scrittura ogni mattina nella messa “secondo il suo solito”.
...
L’annuncio del Dio nonviolento
L’annuncio del Dio nonviolento ha permesso al papa di affermare che in nessun caso si può fare la guerra e usare violenza nel nome di Dio, e gli ha permesso di smascherare le cause tutte umane dei genocidi e delle guerre. Esse sono il mettersi dell’uomo al posto di un Dio sbagliato, e pretendere a se stesso sacrifici umani (dunque un peccato di olocausto, come quello di Caino, evocato da papa Francesco nel mausoleo di Yad Vashem a Gerusalemme), il dichiararsi indifferenti alla sorte dei fratelli (a me che importa? (il papa a Redipuglia). Sono forse io il custode di mio fratello: ancora il peccato di Caino, il vero “peccato originale”) e la sete di profitti e di denaro soddisfatta con il commercio delle armi:
La misericordia, in quanto alternativa alla violenza, è l’antidoto alla “terza guerra mondiale” che, secondo il papa, già si sta combattendo “a pezzi”.
Ma è anche l’annuncio di “nuovi cieli e nuove terre”: cioè del regno di Dio (il regno della misericordia, che è il nome di Dio).
La scelta strategica del pontificato di Francesco è pertanto quella di tornare ai nastri di partenza, cioè a Gesù e al suo annuncio che precede la Chiesa e dice a tutti gli uomini che il Regno è vicino. Ciò vuol dire che il contenuto proprio dell’annuncio è il Regno, non la Chiesa. Se dunque il pontificato di papa Francesco si pone, seguendo Gesù, l’obiettivo dell’annuncio e della venuta del regno, vuol dire che la categoria interpretativa del pontificato non è quella della riforma ecclesiastica, non è quella della dottrina sociale, non è neanche solo della profezia, ma è la categoria messianica, cioè la rassicurazione che il regno c’è, viene, ed è vicino.
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"L’annuncio del Regno di un Dio nonviolento" di Raniero La Valle