Il coraggio di accusare se stessi,
prima di accusare gli altri
L’uomo e la donna che non imparano
ad accusare se stessi diventano ipocriti.
Papa Francesco
della Casa Santa Marta
11.09.2015
Lo stile cristiano è fatto di amore, perdono, magnanimità e misericordia non ipocrisia. E’ il cuore della riflessione di Papa Francesco nell’omelia del mattino a Casa Santa Marta nella quale mette in luce l’importanza della generosità per giungere alla ricompensa vera. “Non giudicate, non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati” è in questo insegnamento del Signore che bisogna trovare il coraggio di accusare se stessi come fece San Paolo definendosi “bestemmiatore, persecutore e violento”. Nell’episodio evangelico della pagliuzza e della trave – afferma il Papa – Gesù ci insegna lo stesso. Questo è il primo passo per una conversione, per ...
San Paolo, ha soggiunto, “ci insegna ad accusare noi stessi. E il Signore, con quell’immagine della pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e della trave che è nel tuo, ci insegna lo stesso”. Bisogna prima togliere la trave dal proprio occhio, accusare se stessi. “Primo passo – ha ribadito Francesco – accusa te stesso” e non sentirsi “il giudice per togliere la pagliuzza dagli occhi degli altri”:
“E Gesù usa quella parola che soltanto usa con quelli che hanno doppia faccia, doppia anima: ‘Ipocrita!’. Ipocrita. L’uomo e la donna che non imparano ad accusare se stessi diventano ipocriti. Tutti, eh? Tutti. Incominciando dal Papa in giù: tutti. Se uno di noi non ha la capacità di accusare se stesso e poi dire, se è necessario, a chi si devono dire le cose degli altri, non è cristiano, non entra in questa opera tanto bella della riconciliazione, della pacificazione, della tenerezza, della bontà, del perdono, della magnanimità, della misericordia che ci ha portato Gesù Cristo”.
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Servizio CTV