E' COMPITO DELLA CHIESA
DENUNCIARE I MAFIOSI E I LORO COMPLICI
E RIBADIRE CHE NON PUÒ' ESSERCI COMPATIBILITÀ'
FRA LA VIOLENZA MAFIOSA E IL VANGELO
«Le scene viste fuori dalla chiesa dove - con uno sfarzo e un dispiegamento di mezzi, banda musicale, elicottero che lanciava petali di rose, che immaginiamo autorizzato - si sono svolti i funerali di Vittorio Casamonica, non possono lasciarci indifferenti.
Non è qui ovviamente in discussione il diritto di una famiglia di celebrare i funerali di un suo membro e la partecipazione di amici e conoscenti.
Grave è l'evidente strumentalizzazione di un rito religioso per rafforzare prestigio e posizioni di potere. Sappiamo che le mafie non hanno mai mancato di ostentare una religiosità di facciata, "foglia di fico" delle loro imprese criminali.
Una volta di più, e a maggior ragione dopo la scomunica di Papa Francesco dei mafiosi e dei loro complici, è compito della Chiesa denunciarla e ribadire che non può esserci compatibilità fra la violenza mafiosa e il Vangelo».
don Luigi Ciotti, presidente nazionale Libera
Le esequie del boss diventano uno show
Nessuno se l’aspettava. Una sfida a Roma, alla legalità, alla Chiesa stessa. Roboante. Arrogante. Lanciata attraverso una sorta di show, realizzato in pochi minuti e senza averne detto niente a nessuno, ben al di fuori di una parrocchia fra le più grandi e popolari della capitale. La musica delPadrino come colonna sonora del funerale e suonata da una banda, traffico un elicottero a spargere petali di rose, traffico deviato, gente in piedi sulle macchine, schierate a fare da ali ad un’antica carrozza funebre trainata da sei cavalli col pennacchio che ha portato la bara in chiesa, manifesti con la scritta «Hai conquistato Roma, ora conquista il paradiso» e «Vittorio Casamonica re di Roma», gigantografie con foto che lo ritraevano a mezzo busto con una corona in testa, Colosseo e Cupolone sullo sfondo. Show andato in scena ieri mattina all’esterno della chiesa di San Giovanni Bosco per il funerale appunto di Vittorio Casamonica, 65enne appartenente all’omonimo clan, composto da nomadi che dagli anni Settanta si stabilirono a Roma e, grazie anche alla Banda della Magliana, 'occuparono' le zone sud-est della capitale, per poi estendere a Castelli Romani e litorale i loro traffici di droga, le estorsioni, l’usura e il racket. ...
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Don Ciotti: "Atto di arroganza,
mafia e Vangelo incompatibili""
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La Chiesa deve riflettere perché questi personaggi la stanno usando". Don Ciotti, presidente dell'associazione Libera, commenta lo sfarzo dei funerali di Vittorio Casamonica, capo del clan romano, ricordando le parole di papa Francesco sull'incompatibilità tra chi compie atti violenti e il Vangelo. E ricorda i funerali di Piergiorgio Welby
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