Bacio e lacrime
Venerdì santo
di don Antonio Savone
Is 52,13- 53,12
Sal 30
Eb 4,14-16; 5,7-9
Gv 18,1- 19,42
Ci avevano provato. Più volte. Più volte, infatti, i discepoli – Pietro in testa – avevano provato a dissuaderlo da una prospettiva che potesse anche solo lontanamente includere l’eventualità di una fine ignominiosa. Ma Gesù non si è tirato indietro. Fino all’ultimo. Non poteva accadere diversamente, e non già per chissà quale cieco destino ma per il solo fatto che aveva scelto di lasciarsi abitare da una passione che ostinatamente – anche di fronte alla più solenne smentita, quella dell’abbandono e del rifiuto proprio da parte dei suoi e di coloro per i quali si trovava a vivere quello che stava soffrendo – rimetteva al centro l’uomo, rimetteva al centro me, te, ognuno di noi.
A vincere non è il mio abbandono di lui ma la sua passione per me. E non che non abbia sentito il turbamento per ciò che stava per accadere: ora l’anima mia è turbata… ma non ha indietreggiato. Le grandi acque (le acque della morte) – canta il Cantico il Cantici – non possono spegnere l’amore.
Stasera, certo, i nostri sono solo balbettamenti: come dire l’indicibile di un Dio che muore per chi lo ripudia e lo configge ad un palo? Per questo ho chiesto a due figure il cui ruolo molto ha giocato nella vicenda del Maestro di accompagnarci nella contemplazione di quanto stiamo celebrando. Rileggere con i loro occhi ma ancor più con i loro gesti la passione del Signore.
In quel quadro notturno che caratterizza la passione di Gesù, due figure emergono con più evidenza rispetto ad altre: Giuda e Pietro. Sono gli unici due ad essere chiamati per nome esplicitamente durante la passione. Certo, la loro vicenda si conclude diversamente, eppure è molto simile. Una vicenda di paura, di rifiuto, di rinnegamento dell’amico e di se stessi, della propria dignità. Due poveri uomini incapaci di vincere il male e perciò soccombono sotto il peso della loro fragilità. È una vicenda di amici che al contempo amano e tradiscono, proprio come accade a ciascuno di noi quando il buio fa capolino sulla nostra esistenza.
Ben poco separa Pietro da Giuda, un’ombra appena o, meglio, li separa solo una lacrima.
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