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venerdì 8 febbraio 2013

Carceri: disonore d'Italia

San Vittore, braccio VI, cella 106. Il secondino apre la griglia e poi la porta, e nei pochi metri del loculo in cui vivono in sette entra il presidente della Repubblica. «Ho 73 anni, devo ancora scontare pochi mesi, sono qui per un reato piccolo, e non mi danno nemmeno i domiciliari...» gli dice subito un detenuto. 
La costernazione, alla soglia del dolore, è grande per Giorgio Napolitano...
Napolitano sa, e lo scandisce, che sulla tragica e aberrante condizione detentiva «è in gioco l’onore e la reputazione dell’Italia». L’Europa ci ha già messo in mora, la condizione dei ristretti «è contro la Costituzione, l’articolo 27 impone funzione rieducativa e senso di umanità», e invece perdurano «sovraffollamento, condizioni di vita degradanti, una inaccettabile sofferenza esistenziale da cui conseguono episodi di violenza e autolesionismo». Si è battuto a lungo perché si affrontasse e risolvesse la situazione, «un appello inascoltato come molti altri del mio settennato», scrive nel suo discorso...

Trentasette uomini girano in cerchio all’interno di un angusto cortile, con la testa bassa e il passo della solitudine. È “La ronda dei carcerati” di Vincent Van Gogh, che nel 1890 imprimeva su tela la disperazione della reclusione nel manicomio di Saint-Rémy. Un quadro sofferto e ossessivo che racconta l’emergenza sociale del sistema penitenziario italiano. A fronte di 47mila posti regolamentari, i detenuti rinchiusi nelle carceri nostrane sfiorano quota 66mila con un tasso di affollamento al primo posto in Europa. Numeri che mostrano una realtà penitenziaria ormai insostenibile, come ha ricordato ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita alla Casa circondariale di San Vittore, richiamando la responsabilità del Paese: “Sono in giuoco il prestigio e l’onore dell’Italia”. Per riflettere sulle condizioni in cui versa il nostro sistema carcerario abbiamo intervistato Luciano Eusebi, ordinario di diritto penale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Vedi anche i nostri precedenti post: