... La sentenza del Tribunale di Crotone segna un punto di non ritorno nella giurisprudenza italiana sui presupposti e sulle condizioni del trattenimento. Il ragionamento del Tribunale è particolarmente pregnante perché si appoggia innanzitutto sulle fonti sovranazionali che regolano la detenzione amministrativa degli stranieri irregolari, giungendo così a valutare illegittimi i provvedimenti di trattenimento degli imputati nel Cie, in quanto adottati in violazione degli artt. 15 e 16 della direttiva europea sui rimpatri 2008/115/CE. Tale direttiva, infatti, prescrive che il trattenimento dello straniero irregolare possa venire disposto solo quando ogni altra misura meno afflittiva risulti inadeguata. Il decreto di trattenimento, dunque, deve contenere sempre la motivazione per cui le altre misure meno afflittive, prescritte dalla direttiva, non possono essere adottate, pena la sua nullità. Avendo sempre come base giuridica il diritto europeo, il Tribunale di Crotone ha accertato poi che le condizioni di vita nel centro – che la sentenza descrive in modo analitico e definisce “lesive della dignità umana” – configurano una violazione dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti Umani (CEDU).
Allora, se gli imputati sono stati privati della loro libertà personale in modo illegittimo e per di più fatti vivere in condizioni lesive della dignità umana, la loro rivolta nel Cie è da considerarsi legittima difesa, cioè proporzionata all’offesa ingiustamente subita. Punto. E’ questo che dice la sentenza...
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Può darsi che a certi avvenimenti ci si faccia l’abitudine. Ma la notizia in questo caso è particolare. E’ arrivata alcuni mesi fa dalla Germania: due coniugi e tre bambini palestinesi che si trovavano in territorio tedesco, dopo essere passati dall’Italia, stando alle leggi che regolano il diritto di asilo per chi entra in Europa, avrebbero dovuto ritornarci, per attendere nel nostro paese l’esito della richiesta.
Il Tribunale di Stoccarda però ha deciso diversamente. Chi assisteva la famiglia palestinese ha chiesto di considerare il nostro sistema di accoglienza. Così la Corte ha ritenuto che quelle persone sarebbero state a rischio di trattamento “inumano o mortificante” e ha deciso di non rinviarle in Italia, riconoscendo eccezionalmente la competenza a decidere della Repubblica Federale tedesca. Non è neanche la prima decisione di questo genere. Il quotidiano Der Spiegel ha pubblicato un articolo molto duro sulle condizioni in cui i migranti vengono accolti in Italia e sul modo in cui vivono i richiedenti asilo, che rischiano di condurre una vita «al di sotto della soglia di povertà» e quasi sempre senza un tetto sulla testa, anche dopo il riconoscimento (che avviene in Italia per circa il 40 per cento dei richiedenti). Secondo Der Spiegel, a Roma, su 6000 rifugiati, solo 2200 hanno un posto letto degno di questo nome...
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L'inchiesta di Rainews sui Centri di Identificazione e di Espulsione presenti sul territorio nazionale, la prima e seconda parte del viaggio nella struttura di Bari San Paolo dove sono detenuti 108 immigrati. Le loro storie in questi reportages di Roberto Secci