Furono ben ventitré le donne presenti al Concilio Vaticano II e con un ruolo tutt’altro che simbolico. Capaci di determinazione, con prospettive innovative e per una parità di genere nella Chiesa.
Martedì 8 settembre 1964, nell’aula delle udienze a Castel Gandolfo, Paolo VI ufficialmente annunziò la presenza di uditrici al Concilio e, il 25 dello stesso mese, entrò in aula la prima donna, la francese Marie-Louise Monnet, fondatrice del Movimento Internazionale dell’Apostolato dei Ceti Sociali Indipendenti (miamsi).
Dal settembre 1964 al luglio 1965 furono chiamate in tutto 23 uditrici: 10 religiose e 13 laiche, scelte perlopiù secondo criteri di internazionalità e di rappresentanza...
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La storia dei concili della Chiesa è sempre stata articolata e densa di sorprese, teologiche, umane e, purtroppo, anche politiche. Una certezza però ha sempre guidato i lavori dei Padri conciliari e dei loro periti: lo Spirito soffia, anima ma anche placa le bufere.
Con il Vaticano II il soffio di novità, nella storia dell’umanità e della Chiesa, è stato davvero inedito: ventitré donne furono presenti, convocate l’8 settembre 1964 da Paolo vi come uditrici e, perciò stesso, configurate da un avverbio che ne avrebbe limitato i compiti ma, forse, accresciuta la responsabilità: “simbolicamente”.
La rottura con i secoli passati però si era compiuta. Adriana Valerio (Madri del Concilio. Ventitré donne al Vaticano II (Roma, Carocci Editore, 2012, pagine 165, euro 16) presenta le personalità delle ventitré convocate...
Leggi tutto: Le madri del Vaticano II... Piuttosto, libri come questo di Adriana Valerio fanno capire quanto velocemente e radicalmente sia cambiato il mondo – anche un mondo lento come quello della Chiesa – grazie alla rivoluzione delle donne. Già nell'enciclica Pacem in terris Giovanni XXIII aveva riconosciuto l'emancipazione femminile come un importante e positivo «segno dei tempi», e molti cardinali e vescovi appoggiarono la proposta di Paolo VI di aprire le porte del Concilio alle uditrici. La scelta delle invitate fu comunque faticosa, anche se la loro presenza avrebbe dovuto essere simbolica – così la definì Papa Montini – non avendo diritto né di parola né di voto. Invece, le uditrici parteciparono attivamente ai gruppi di lavoro, presentarono memorie e contribuirono con la loro esperienza alla stesura dei documenti, in particolare su temi come la vita religiosa, la famiglia, l'apostolato dei laici...
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