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venerdì 24 agosto 2012

Estate di solidarietà per i volontari di “Io Ci Sto” nell'“Africa italiana: il ghetto di Rignano”

Sono più di quaranta i ragazzi che hanno risposto all’appello dei missionari scalabriniani pronunciando le parole “Io Ci Sto”. Ragazzi che arrivano da tutta Italia, ma anche da Francia, Brasile, Albania, Haiti e Colombia. Tutti uniti da un unico obiettivo: provare a rendere meno difficile la vita per i migranti impegnati nei lavori dei campi in provincia di Foggia e vivere un’intesa esperienza di scambio interculturale. 


... Se pensate che dopo le proteste dello scorso anno nelle campagne leccesi il caporalato sia finito, vi sbagliate. Qui le figure che fanno da intermediari sono due, il “capo-nero”, una sorta di caposquadra, e il “capo-bianco” il vero e proprio caporale. Il “capo-nero” a volte vive nel ghetto, a volte si occupa anche della costruzione de delle abitazioni e di affittare i posti-letto. Si occupa del trasporto e realizza le squadre di lavoro con braccianti per lo più della sua stessa nazionalità.
Il capo-bianco è un italiano è il “superiore” del “capo-nero” lo contatta per chiede la “squadra” quando c’è bisogno e contratta il prezzo con i contadini. Ma a trarre i veri profitti da queste squadre di lavoratori a cottimo sono le aziende che trasformano il pomodoro. Grazie alla bassa remunerazione di braccianti ricattabili, circa 3,50 euro a cassone, possono continuare ad avere bilanci in positivo per le proprie aziende...

A portare assistenza e conforto ai braccianti agricoli del Ghetto di Rignano, ci pensano i ragazzi di 'Io C Sto', i volontari che grazie all'iniziativa promossa da ScaYm e Missionari scalabriniani di Siponto arrivano da tutta Italia per svolgere attività di informazione, animazione, orientamento. FoggiaCittàAperta ha raccolto alcune testimonianze dei volontari



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